MOBILITÀ 2018: anno nuovo, stesso contratto farsa

Nazionale -

Cgil, Cisl, Uil e Snals firmano lo stesso contratto sulla mobilità dell’anno scorso, dimostrando come sempre di essere la vera stampella del Governo PD da tre anni. Un vecchio contratto che determinerà, nuovamente, l’esodo lavorativo di tantissimi lavoratori, costretti a chilometri di distanza da casa grazie alla “Buona scuola” voluta da Renzi e votata dal Partito Democratico.
Come abbiamo spiegato nelle nostre assemblee sindacali e nei diversi comunicati dello scorso anno scolastico, il problema della mancata mobilità per molti è il frutto della scelta politica di non trasformare tutto l’organico di fatto in organico di diritto permettendo un sensibile aumento dei posti sia per la mobilità sia per le assunzioni. I circa18mila posti convertiti quest’anno sono nulla rispetto alle 100mila supplenze che ogni anno vengono assegnate ai docenti precari e ai 20mila posti in deroga che ogni anno sono assegnati al sostegno nel Sud Italia.
“Assistiamo ogni anno al solito teatrino” dichiara Luigi Del Prete di USB Scuola “questo inutile giocare sulla pelle dei lavoratori, illudendo ora i precari delle GaE che hanno diritto alle assunzioni, ora il personale di ruolo che ha diritto a tornare nelle città in cui per anni, da precario, ha svolto il proprio servizio, garantendo il funzionamento della scuola pubblica statale”.
Le risorse stanziate nel Documento di economia e finanza sono ridicole e non possono soddisfare le richieste dei lavoratori e il fabbisogno delle scuole, in termini di organici e tempo pieno. Non dire la verità, non battersi per unire i lavoratori e contrastare le politiche di macelleria della scuola statale di questo governo agli sgoccioli, significa solo dichiarare la propria complicità. Incalza Del Prete: “i lavoratori della scuola devono sapere chi li rappresenta indegnamente ai tavoli con il Miur per la mobilità e all’Aran per il nuovo contratto. È ora di guardarsi attorno, prendere coscienza che bisogna finalmente cambiare il corso di questra politica sindacale, a partire da una scelta di rappresentanza rigorosa, incisiva e coerente. É necessaria una risposta netta: sostenere USB alle prossime elezioni RSU.”


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