ARRETRATI DA FAME. LA CRISI DELLE BANCHE CONTINUANO A PAGARLA I LAVORATORI

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Oggi i lavoratori della scuola si vedono accreditare gli arretrati definiti dal nuovo contratto firmato in aprile. Come abbiamo avuto più volte modo di denunciare, la consistenza di queste cifre è imbarazzante. Un lavoratore con 20 anni di carriera non raggiunge complessivamente i 500/550 €, anche perché gli arretrati sono corrisposti solo per il biennio 2016-2018 e solo per 12 mensilità. Cifre irrisorie che arrivano nelle tasche dei lavoratori a poche ore dalle dichiarazioni del Presidente della Repubblica, che seguendo i diktat della Troika assegna l'incarico di formare un nuovo governo ad un uomo del Fondo Monetario Internazionale, tra gli artefici dei tagli alla spesa pubblica e agli stipendi dei lavoratori dello Stato.

I lavoratori della scuola e i lavoratori pubblici in generale sono usciti umiliati da questo rinnovo contrattuale, sia dal punto di vista degli aumenti salariali che dei nuovi equilibri ridisegnati nei rapporti tra lavoratori e controparte dirigenziale. E ancora attendiamo l’ultimo atto di questa operazione, il codice di comportamento per i docenti e la nuova definizione dei profili professionali del personale ATA, che arriveranno presumibilmente in estate e che siamo certi saranno peggiorativi rispetto alla situazione attuale, nella logica di indebolimento dei lavoratori e del loro potere di contrattazione che domina le scelte dei governi italiani ed europei ormai da decenni. USB scuola lo ha denunciato più volte e continuerà a denunciarlo: responsabili di questi aumenti ridicoli sono i sindacati complici, CGIL, CISL, UIL e Gilda che hanno firmato questo contratto impresentabile non riconoscendo ai lavoratori tutti i 9 anni di arretrati. Basta fare un confronto con le cifre del 2009: un docente di scuola superiore dopo 14 anni di servizio arrivava a percepire 933,65 euro netti, oggi lo stesso lavoratore in busta paga si ritrova soli 461 euro (i 309,75 contrattati ai quali si sono aggiunti i 3 mesi di ritardo con cui ci sono stati erogati). Questo contratto ha rappresentato un ulteriore passo nel processo di smantellamento della scuola statale pubblica e dello Stato sociale, a completamento dello sfascio operato dalla Legge 107/2015 e dalle sue leggi delega, dalla riforma Madia, dalla riforma Fornero e da tutte quelle pseudoriforme che stanno impoverendo e indebolendo i lavoratori e le classi popolari. Ma sappiamo bene che non sarà l’ultimo atto: il fiscal compact costringerà i governi a tagli del debito pubblico del 5% all’anno per vent’anni, con politiche lacrime e sangue per tutti e soprattutto per i dipendenti pubblici.

USB Scuola continuerà a lottare contro queste politiche che umiliano, indeboliscono e impoveriscono i lavoratori, sia nelle scuole, con un’azione sindacale quotidiana che contrasti lo sfascio cui ci hanno condotto, lo strapotere dei Dirigenti Scolastici, l’ingresso dei privati nella scuola, i nuovi rapporti gerarchici disegnati dalla Buona Scuola, sia nel paese, con campagne di più ampia portata, a partire dalla raccolta firme per le leggi di iniziativa popolare sull’abolizione del pareggio di bilancio e per l’introduzione del referendum sui trattati europei.