Argomento:

I COMMENTI DI COMITATI PRECARI E SITI DI APPROFONDIMENTO DELLA SCUOLA SULLA PREINTESA DEL 19 LUGLIO

Nazionale -

Per avere il un quadro delle posizioni e delle considerazioni del mondo della scuola in merito all'Accordo del 19 luglio 2011

Chiunque volesse segnalare un utile contributo può scrivere a scuola@usb.it

1) Rete Autoorganizzata Docenti e ATA Precari Veneto 18/07/2011

2) Libero Tassella – il baratto di mezza estate da Professione Insegnante

3) Silvana La Porta - E’ meglio non creare precedenti (da Tecnica della Scuola)

 

4) Scrima (Cisl scuola) insiste: accordo positivo (da Tutto Scuola) e se la prende con le "frange del sindacalismo autonomo e di base" (?!)

 

5) Scuola, saranno assunti 67mila precari (da rassegna.it rivista CGIL) il 13/7/2011 (Pantaleo: "Le iniziative messe in campo negli ultimi tre anni dalla Flc Cgil, [...] hanno portato ad un primo importante risultato"

 

6) Stefano Iucci - Scuola, brutta sorpresa per i precari assunti (da rassegna.it) 21/7/2011 (Pantaleo :"No al salario d'ingresso")

 


comunicato stampa rete precari scuola veneto

Rete Autoorganizzata Docenti e ATA Precari Veneto

Si stanno svelando i retroscena del piano di assunzioni truffa nel comparto scuola: il precariato non basta più, vogliono la schiavitù

Il piano triennale di assunzioni nella scuola (67mila unità di cui 30.500 docenti e 36.700 Ata, previsto al comma 17 dell’articolo 9 della legge di conversione del cosiddetto Decreto Sviluppo, è subordinato all’esito di una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale per il personale della Scuola che assicuri il rispetto del criterio di invarianza finanziaria.

Cosa significa?

Significa che martedì 19 luglio sono convocati all’ARAN i sindacati di Stato e concertativi per stipulare un contratto separato per i nuovi assunti, il quale preveda l’azzeramento delle ricostruzioni di carriera per i precari che stipuleranno l’agognato contratto a tempo indeterminato.

Insomma Marchionne fa scuola: posti di lavoro in cambio di diritti.

Il precario neo-assunto a tempo indeterminato, dopo l’anno di prova, presenta istanza di ricostruzione della carriera: in pratica lo stipendio iniziale viene rideterminato in base all’anzianità di servizio e vengono assegnati i corrispondenti scatti di anzianità.

Per questa operazione l’Amministrazione ci mette mediamente due anni, quindi mediamente dopo tre anni dall’immissione in ruolo, l’ex precario vede riconosciuti nello statino paga gli scatti di anzianità e gli arretrati (dal 1 settembre dell’anno dopo l’immissione in ruolo – dopo l’anno di prova).

Non tutti gli anni pre-ruolo vengono comunque riconosciuti ai fini della ricostruzione della carriera, solo i primi quattro valgono interi, gli altri solo per i due terzi.

Già in questo emerge la profonda discriminazione per chi ha collezionato anni ed anni di precariato. Senza contare la disparità di trattamento per lavoratori che, pur svolgendo la stessa prestazione professionale del personale di ruolo, non percepiscono – da precari - gli scatti di anzianità.

Su questo i Tribunali del Lavoro di tutta Italia stanno dando ragione ai precari che stanno ricorrendo per il diritto appunto a percepire gli scatti di anzianità.

Legare le già misere assunzioni a questo ricatto è gravissimo: significa azzerare per i nuovi assunti anche decenni di supplenze, allude alla cancellazione del Contratto Collettivo e alla cancellazione della progressione automatica delle carriere.

Ricordiamo che il personale della scuola, come progressione di carriera, aveva solo gli scatti di anzianità, che la manovra economica dell’estate scorsa ha cancellato per tre anni tali scatti e che la manovra economica di questi giorni ne ha cancellato un quarto.

Insomma, ancora non sanno come attuare per il personale della scuola la cosiddetta riforma Brunetta per premiare il “merito” (legare i premi ai quiz invalsi od altro?) e nel frattempo si azzerano le “carriere” dei precari neo-assunti.

Un piano di assunzioni truffa dal punto di vista quantitativo, perché in tre anni significa circa 10.000 docenti e 10.000 ata l’anno, nemmeno la copertura del turn-over, diventa così l’anticamera della cancellazione di diritti per tutti.

Dal 2005 ad oggi ci sono stati ben 275 mila pensionamenti tra i docenti e il personale A.T.A., mentre 155 mila sono i posti finora cancellati a seguito dei tagli.

I posti vacanti per i pensionamenti e i posti disponibili di organico di fatto, decine e decine di migliaia nonostante i tagli, sono stati coperti in questi anni con i precari, proprio perché su un lavoratore a termine, mediamente, l’Amministrazione “risparmia” circa 9.000 € l’anno, perché i supplenti fino al 30 giugno non percepiscono gli stipendi estivi e, soprattutto, perché i precari non percepiscono gli scatti di anzianità, anche dopo decenni di servizio.

Ora l’azzeramento della carriera e la cancellazione degli scatti di anzianità per i precari neo-assunti, disvela chiaramente perchè nella scuola lavorano ben 250.000 lavoratori a termine – circa un sesto dei docenti e quasi la metà del personale ata: altro che eredità lasciata alla Gelmini da altri governi, altro che precari assunti senza essercene bisogno, altro che graduatorie farraginose che non funzionano; si tratta solo di una questione di sfruttamento, conviene pagare meno i precari che assumerli a tempo indeterminato, a meno che … non si contentino di essere pagati meno, con stipendi da fame, per tutta la vita lavorativa.

DIFFIDIAMO I SINDACATI DI STATO E CONCERTATIVI A FIRMARE QUALSIASI ACCORDO CAPESTRO SULLA PELLE DEI PRECARI, ACCORDI CHE CANCELLANO DIRITTI PER I PRECARI E PER TUTTA LA CATEGORIA.

INVITIAMO I PRECARI A RITIRARE LE DELEGHE AI SINDACATI GIALLI CHE SIGLERANNO CONTRATTI BIDONE E AD AUTORGANIZZARSI DAL BASSO PER:

LE ASSUNZIONI SU TUTTI I POSTI DISPONIBILI

IL RITIRO DEI TAGLI

LA PARITA’ DI TRATTAMENTO TRA PERSONALE A TEMPO DETERMINATO ED INDETERMINATO

18 LUGLIO 2011

 Rete Autoorganizzata Docenti e ATA Precari Veneto


Libero Tassella – il baratto di mezza estate

Professione Isegnante esprime sconcerto e indignazione per l'accordo indecente siglato ieri all’Aran relativo alle assunzioni del personale precario della scuola, salutato dalle OO.SS. come un traguardo positivo, un importante passo in avanti contro la precarizzazione.

In realtà, è facile dimostrarlo, si tratta di una vittoria di Pirro, un vile baratto avente come merce di scambio il diritto alla ricostruzione della carriera e alla stabilizzazione del rapporto di lavoro, rallentati notevolmente se è vero come è vero che l’accordo capestro prevede che gli stipendi dei neoassunti restino al palo per ben 8 anni.

Una deroga in pejus che peserà come un macigno sulle spalle dei malcapitati colleghi, in vile spregio di norme di legge e di autorevoli sentenze giurisprudenziali comunitarie e nazionali che in più occasioni hanno sancito il diritto sacrosanto alla ricostruzione della carriera anche per il personale precario.

Un precedente gravissimo, oltre che un grottesco paradosso: i sindacati hanno inteso garantire un sacrosanto diritto, quello alla stabilizzazione, sottraendo, contestualmente altri fondamentali diritti contrattualmente sanciti, come il diritto alla ricostruzione della carriera. Un inopportuno m quanto incauto passo in avanti verso l’annullamento di diritti acquisiti.

Una palese caduta del potere negoziale dei sindacati, che in pratica hanno sconfessato il loro stesso mandato, camuffata dai disgustosi comunicati velinari dei segretari nazionali.

Professione Insegnante invita tutti i colleghi precari a revocare immediatamente le tessere sindacali, ormai inutili.

*responsabile nazionale di Professione Insegnante


da TECNICA DELLA SCUOLA

E’ meglio non creare precedenti di Silvana La Porta

Sottoscritto all’Aran l’accordo per il piano triennale di 67mila assunzioni. In genere si dice: è meglio non creare precedenti. E invece il precedente eccolo qua, chiaro sotto gli occhi di tutti. Ieri è stato sottoscritto all’Aran l’accordo per il piano triennale di 67000 assunzioni, 30.482 docenti precari e 36.488 ausiliari, tecnici ed amministrativi, dal 1 settembre 2011. Per i due anni successivi è prevista la copertura di tutti i posti che si renderanno disponibili e vacanti, stimabili in circa 30.000-31.000 per anno. Un accordo però sub condicione, in quanto le assunzioni presupponevano una clausola molto temibile: l’invarianza di spesa.

In sostanza i futuri inquadramenti degli assunti dal 2011 saranno strutturati per anzianità su sei fasce stipendiali invece delle sette attuali. In sostanza sarà allungata la fascia iniziale ad otto anni (0-8), unificando l’attuale prima (0-2) e seconda fascia (3-8), mantenendo, però, al compimento dell’ottavo anno di carriera a seguito della ricostruzione, lo stesso valore economico attualmente previsto.
Dunque “pagano un prezzo” per poter fruire dell’immissione in ruolo su tutti i posti disponibili e vacanti, solo coloro che, a seguito di ricostruzione di carriera, dopo il superamento del periodo di prova, non potranno vantare un’anzianità compiuta di almeno otto anni.

Mentre i sindacati confederali inneggiano al risultato ottenuto, qualcuno sottolinea la logica sottesa alla tornata di assunzioni: il neo-assunto deve costare quanto il precario. In sostanza chi viene assunto quest’anno guadagnerà meno dei colleghi assunti negli anni precedenti. Ecco il commento dell’Usb scuola: “Un docente con tre anni di servizio, andrà a perdere in media 2.600 euro lordi nella scuola primaria e 5.904 nella secondaria; un collaboratore scolastico 1.450 euro, con un taglio secco dal 2 al 6% dello stipendio. Al rinnovo contrattuale, se non si saranno raggiunti gli 8 anni di servizio, ne conseguirà un taglio anche sugli aumenti percentuali e sulla pensione. Occorre poi considerare il divieto per 5 anni di trasferimento, combinato all'altissima probabilità che le assunzioni penalizzeranno il Sud

Insomma già nella scuola si guadagnava pochino, ora, dopo il blocco degli scatti stipendiali, ci si mettono anche le assunzioni con scotto.

Forse ieri è accaduto qualcosa di grave, un precedente anomalo, quello che per garantire un sacrosanto diritto anche affermato dai tribunali (stabilizzazione) si sottraggano altri diritti con un contratto sindacale (ricostruzione di carriera). E’ l'inizio dell'annientamento del Ccnl della Scuola, una deroga al contratto nazionale e una violazione del Testo Unico della Scuola, il D.Lgs. 297 del 94, dove viene affermato il diritto al riconoscimento del pre-ruolo ai fini del calcolo dello stipendio del neo assunto? Ne nasceranno nuovi contenziosi? In un’Italia ormai dai ricorsi facili, possiamo aspettarcelo.



La CISL se la prende perchè all'USB non piace l'accordo

Da TUTTO SCUOLA: Scrima (Cisl scuola) insiste: accordo positivo

Il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima contesta le critiche rivolte da alcune frange del sindacalismo autonomo di base all’accordo sui precari sottoscritto all’Aran dalla quasi totalità delle sigle sindacali maggiori: “E’ molto positivo, crea le condizioni per immettere in ruolo, già a settembre, circa 67.000 lavoratori della scuola e lo fa in cambio di una contropartita assolutamente sostenibile”.

Poi prosegue: “Chi parla di un accordo che impone forti penalizzazioni non sa quel che dice, o è in malafede. La sola eliminazione di una fascia stipendiale, senza alcun intervento sui meccanismi e sui tempi delle ricostruzioni di carriera - sottolinea il sindacalista - comporta per tutti un sacrificio modesto e in molti casi del tutto inesistente; in compenso si mette fine ad una situazione che si trascinava da anni, col lavoro precario talmente esteso da sfiorare, per il personale ATA, il 30% dell'organico”.

Un po’ a sorpresa anche dalle organizzazioni dei precari giungono commenti favorevoli: “Lo considero un buon inizio”, dice Maristella Curreli, presidente nazionale dei Comitati insegnanti precari (Cip). “Certo - continua - non è una notizia negativa, anche se moltissimi posti potevano essere già ricoperti negli anni scorsi”. Fa osservare poi che la ricostruzione della carriera non viene fatta immediatamente: “Le scuole hanno l’acqua alla gola e passeranno almeno 3-4 anni prima di poter disporre della ricostruzione delle carriere scolastiche. Con il risultato che per il primo scatto si dovranno aspettare almeno 8 anni. Ancora una volta, è il precario a pagare e, purtroppo, parliamo di docenti con 26 anni di precariato sulle spalle”.

 


rassegna.it

Scuola, saranno assunti 67mila precari

13/07/2011 19:10

Governo e sindacati hanno trovato l'accordo per l'assunzione di 30.482 docenti e 36.488 amministrativi della scuola. Saranno assunti negli anni 2011-2013 sulla base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno


 

Si tratta di circa 67 mila persone tra docenti e personale non docente (Ata) che saranno assunti negli anni 2011-2013 sulla base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno. L'operazione "eviterà la formazione di nuovo precariato in futuro e risponde ad una nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d`istruzione, come sarà sempre, d`ora in poi, per tutte le assunzioni nel mondo della scuola". Lo dice in una nota il Ministero dell'Istruzione.

Il Piano triennale di immissioni in ruolo, spiega il Ministero, "è una risposta concreta al problema del precariato e delle graduatorie, e garantisce la stabilità del servizio scolastico ed educativo e le aspettative di quegli insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie ad esaurimento che prestano continuativamente da anni la propria attività tramite incarichi annuali".

 

"Le iniziative messe in campo negli ultimi tre anni dalla Flc Cgil, comprese le decine di migliaia di ricorsi presentati per la trasformazione a tempo indeterminato e le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici precarie hanno portato ad un primo importante risultato: 67000 assunzioni tra docenti e ata". È quanto afferma Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, sindacato che si dice disponibile "a trovare in sede contrattuale le soluzioni piu' adeguate, senza interventi strutturali e permanenti o penalizzazioni per il personale precario". Conclude la nota: "Riteniamo che questo sia un primo passo al quale dovra' seguire per i prossimi anni la copertura integrale del turn over".

Diversa l'opinione di Barbara Battista, dell' Unione sindacale di base Scuola, secondo la quale si è "consumato un altro atto della farsa" ai danni di "320 mila precari". La Cgil "ha proposto 100 mila assunzioni dal 2011 al 2013; Cisl e Uil 65 mila, come il ministro Gelmini. Ma di quale scuola stanno parlando?- domanda Battista- Dal 2005 ad oggi ci sono stati 275 mila pensionamenti tra i docenti e personale Ata, 155 mila posti persi a seguito dei tagli. A 'perdere posto' sono stati gli oltre 112 mila contratti a tempo indeterminato, mentre le quota di precariato e' rimasta pressoche' invariata ed il numero degli alunni aumenta alla media di 30 mila l'anno".

Per Susanna Camusso, segretario confederale Cgil, è "un primo risultato, positivo ma ancora insufficiente, che è innegabilmente il frutto della nostra mobilitazione". "Ci batteremo non solo perché le assunzioni annunciate siano reali e operative da subito ma soprattutto perché le soluzioni trovate non stravolgano strutturalmente il contratto nazionale di lavoro che nella scuola riguarda un milione di persone". 


Scuola, brutta sorpresa per i precari assunti

di Stefano Iucci 21/07/2011 13:43

No al salario d’ingresso nella scuola. Per ora la Flc Cgil non ha firmato la preintesa tra Aran e gli altri sindacati che regola le modalità dell’assunzione in ruolo di 67.000 precari annunciata la scorsa settimana. Le motivazioni le spiega Mimmo Pantaleo, segretario generale del sindacato della conoscenza della Cgil. “Non è accettabile – dice il sindacalista – scambiare il diritto al lavoro per i precari con la riduzione dei loro salari in presenza del blocco dei contratti fino al 2014”.

L’accordo siglato all’Aran, infatti, modifica il ccnl della scuola su un tema chiave, quello degli scaloni retributivi, che vengono ridotti da sette a sei, con la conseguenza che per i neoassunti, a differenza di quanto accadeva prima, ci vorranno nove anni invece che tre per il primo scatto stipendiale. “Il paradosso – riprende Pantaleo – sarà che a parità di mansioni, con la stessa anzianità, avremo due salari differenti senza peraltro nemmeno prevedere la transitorietà dell’intervento. Questo significa introdurre il salario d’ingresso nella scuola per tutti coloro che verranno assunti anche con le nuove norme sul reclutamento”.

L’Aran per ora ha rifiutato tutte le proposte della Flc, che ha dimostrato, conti alla mano, che è possibile, senza manipolare le progressioni professionali, mantenere inalterati i costi tramite alcune economie del contratto nazionale del cui utilizzo sono titolari le parti negoziali. L’agenzia ha anche rifiutato di rendere transitoria, e cioè legata al piano triennale di assunzioni previsto dal decreto legge 70/11, la modifica degli scaloni retributivi.

 

“Per queste ragioni – riprende il leader della Flc Cgil – ci siamo riservati un attenta valutazione delle implicazioni negative di quell’intesa chiedendo delle modifiche al testo siglato all’Aran con l’inserimento dell’indicazione numerica certa delle immissioni in ruolo da effettuarsi a settembre, un riferimento esplicito alla copertura del turn over per gli anni seguenti e la transitorietà dell’intervento sul contratto”.

Nei prossimi giorni la Flc deciderà l'opportunità o meno di firmare dopo una discussione nei propri organismi dirigenti: per gli inizi della prossima settimana è già stato convocato il comitato direttivo, mentre sarà naturalmente coinvolto anche il coordinamento dei precari. È certo che i lavoratori precari non devono essere penalizzati ulteriormente: dopo il danno di tanti anni in cui hanno lavorato a singhiozzo, garantendo però il funzionamento regolare dell’istruzione pubblica, con queste norme subirebbero la beffa crudele di uno stipendio inferiore a quello percepito negli anni di precariato.

Tema caldo di questi giorni, sempre in materia di scuola di lavoratori, è anche quello della Finanziaria che, come era purtroppo ipotizzabile, ha colpito duramente anche la scuola. La Flc ha pubblicato sul proprio sito un’analisi punto per punto delle norme della Finanziaria che riguardano i settori della conoscenza. I salari di tutti i dipendenti pubblici restano fermi fino al 31 dicembre 2014 (dunque un anno di più rispetto al blocco triennale deciso dalla manovra del 2010). Il risultato è la perdita secca di 8.000 euro per un docente di scuola e di 16.000 euro per un dirigente. Si tratta di stime in difetto, calcolate sugli stipendi medi rivalutati sull'indice Ipca indicato dal governo e che è inferiore all'inflazione reale (2,6 per cento a maggio). Naturalmente rimangono al palo pure gli scatti di anzianità e il tutto avrà pesanti ricadute anche sulle pensioni future.

Pesanti anche gli effetti sul ridimensionamento dei plessi: nella scuola del primo ciclo le attuali direzioni didattiche e le scuole medie vengono aggregate in istituti comprensivi che mantengono l'autonomia solo se hanno almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 nelle zone più disagiate. Quando gli alunni di una scuola sono inferiori a 500, poi, l’istituto non avrà un proprio dirigente ma sarà affidato a un reggente (una sorte che dovrebbe capitare a 1.840 istituti) con immaginabili ricadute sul piano dell’organizzazione e della qualità della didattica.
“Con le misure contenute nel testo – attacca Pantaleo – ancora una volta questo governo continua a non investire sul proprio futuro e, anzi, a minarlo in maniera sempre più pericolosa”.