Mobilità: le bugie hanno le gambe cortissime

Solidarietà alle maestre e ai maestri napoletani, in lotta contro la cattiva scuola

Le maestre e i maestri napoletani questa mattina hanno occupato l’USP di Napoli, a seguito degli esiti della mobilità, usciti negli scorsi giorni. Come avevamo denunciato da tempo, la mobilità si sta traducendo in un esodo di massa dei docenti del Sud verso il Nord. I posti di lavoro nella scuola nel Sud-Italia sono stati tagliati all’inverosimile e, con un organico bloccato dai tempi della Gelmini, ogni posto in più al Nord (dove il numero di alunni ancora sale), implica un posto in meno al Sud. Purtroppo da questi numeri pare non esserci scampo, se non con una completa inversione di tendenza della linea politica, con un reale incremento degli investimenti e non con operazioni di facciata e di marketing, che nascondo tagli ulteriori e ideologie autoritarie.

I dati dei trasferimenti delle sole scuole dell’infanzia e primaria sono inquietanti: migliaia e migliaia di persone che dovranno spostarsi anche a mille chilometri a casa. Se poi consideriamo che i docenti, di ogni ordine e grado, sono soprattutto donne tra i 40 e i 50 anni, ci rendiamo conto che quest’esodo determina in molti casi una frantumazione delle famiglie, o, nell’ipotesi migliore, il loro spostamento al Nord. Non crediamo sia necessario sottolineare quali costi questo potrebbe avere per una categoria, quella dei docenti, tra le meno pagate d’Europa, con un contratto bloccato dal 2009 e, in generale, per lo sviluppo culturale ed economico del meridione d’Italia.

USB PI Scuola esprime la sua piena solidarietà e si pone al fianco dei docenti della Scuola Pubblica, che essi siano in ruolo da anni e “immobilizzati” lontani da casa, o neoassunti di ogni fase del piano straordinario di assunzioni e si augura che questo sia solo l’inizio di una protesta forte e che rivendichi i diritti legittimi di ognuno al lavoro, alla sicurezza rispetto al futuro e ad una vita dignitosa.

 

Ripubblichiamo, a distanza di circa un anno, un nostro articolo di analisi sull'attualità della “questione meridionale” nel mondo della scuola. In questo caso il campo di applicazione è quello della lettura dei flussi di lavoratori dal sud al nord e della loro funzione oggettiva nell'economia nazionale.

Ci sembra un contributo utile e un tentativo di elevare, proprio in questi convulsi giorni della mobilità, il livello di discorsi comprensibili, legittimi ma che ricadono spesso in quello che definiamo il “lamento rituale”, un atteggiamento purtroppo molto diffuso tra i lavoratori della scuola. Per noi bisogna sempre e lucidamente guardare in faccia la realtà – che notoriamente fa schifo – e ragionare poi politicamente e sindacalmente sui modi per trasformarla.