Sciopero 17 Marzo: un altro governo da far cadere

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Il 4 dicembre i lavoratori della scuola hanno mandato a casa il governo Renzi. Il ruolo centrale della scuola è stato riconosciuto da tutti gli analisti e i commentatori, nonché dal governo, tant'è che nel nuovo esecutivo la ministra Giannini è tra i pochi ministri non riconfermati.

USB Scuola non ha mai pensato che questo referendum avrebbe portato un reale cambiamento politico e infatti la nuova ministra Fedeli sta procedendo a tappe forzate verso la definitiva applicazione della legge 107, assumendosi il compito politico di portare ad applicazione le deleghe previste in essa e realizzare il piano di aziendalizzazione della scuola pubblica statale voluto dal PD.

“Non ci aspettavamo che i sindacati gialli avessero un atteggiamento diverso da quello succube mostrato in occasione della mobilità, crediamo che il loro ruolo di normalizzatori sia chiaro ai lavoratori della scuola.” Dice Luigi Del Prete dell’esecutivo nazionale USB Scuola, “Lo sciopero da noi già annunciato si rende a questo punto necessario, dando seguito allo sciopero generale di ottobre, nella piena consapevolezza che l'attacco alla Scuola si colloca all'interno di un processo molto più ampio di destrutturazione del lavoro pubblico e privato".

Siamo dinanzi a 8 deleghe che rappresentano una vera e propria controriforma della scuola, riducendo le ore di sostegno e rendendo difficili i ricorsi delle famiglie, diminuendo ore e cattedre ai professionali, rendendo l'Invalsi e l'alternanza scuola-lavoro obbligatori per accedere alla maturità, introducendo il contratto a tutele crescenti e stipendi da fame per i futuri docenti/tirocinanti, portando avanti il processo di privatizzazione della Scuola Pubblica Statale.

Siamo dinanzi ad interventi che rientrano nelle richieste dell'Unione Europea che, dalla strategia di Lisbona fino ad Europa 2020, chiede ai paesi europei di creare un sistema di istruzione che educhi alla precarietà del lavoro e alla cultura dello sfruttamento.

“Il 17 marzo l'USB chiama allo sciopero il mondo della scuola, in piena continuità con la propria idea di scuola democratica e ugualitaria, riportando il conflitto nelle piazze e nelle scuole, ritrovando l'Unicobas come il 21 ottobre e i Cobas, i quali riscoprono finalmente, dopo il passo falso del 5 maggio 2015, l'importanza dell'unità d'azione del sindacalismo conflittuale e la necessità dello sciopero come strumento di lotta”, conclude Del Prete.