ORGANICI, INVESTIMENTI, MENO ALUNNI PER CLASSE. Maestre e maestri ingannati dalla politica e dai sindacati ricorsifici

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La soluzione proposta dal governo per l'annosa vicenda dei diplomati magistrali è quella di un concorso non selettivo, che permetta a chiunque abbia almeno 24 mesi di servizio di entrare in una graduatoria da cui attingere per i futuri ruoli.

La soluzione è quella che chiunque non abbia lucrato su questa vicenda si aspettava fin dal pronunciamento del Consiglio di Stato. Una soluzione che mette una pezza a una vicenda costruita ad arte dal Ministero e da quei sindacati che non sono in realtà tali, visto che, lungi dal lottare per i diritti di tutti i lavoratori della scuola, traggono guadagno dalla guerra tra diverse categorie di precari, illudendo i lavoratori della scuola che esistano scorciatoie giudiziarie per la stabilizzazione. Veri e propri ricorsifici senza alcuna dignità sindacale.

La riapertura delle GaE, ossia del canale che ha generato negli ultimi venti anni solo precariato, era la follia perseguita unitariamente da alcuni sindacati negli ultimi mesi, nella piena consapevolezza dell’irrealizzabilità di questo disegno sindacale e nella totale presa in giro di migliaia di maestri e maestre. La soluzione trovata dal nuovo governo, del concorso riservato, era l’unica soluzione ovvia a cui poteva giungere una politica che in questi anni ha alimentato sindacati ricorsifici e generato una guerra di tutti contro tutti.

USB ha sempre sostenuto e ribadisce che non esistono scorciatoie giudiziarie per ricostruire una scuola pubblica statale che sia luogo di emancipazione e cultura e per la stabilizzazione dei precari. Esiste la lotta per l'immissione in ruolo di tutti coloro i quali abbiano lavorato nella scuola per almeno 36 mesi, senza ulteriori concorsi e selezioni, esiste la lotta per l'ampliamento degli organici, tagliati a ripetizione dalla famigerata riforma Gelmini in poi, per ottenere il tempo pieno al Sud, per il suo totale ripristino al Nord dove è stato tagliato, per il rientro nei luoghi di residenza dei docenti sparsi per la penisola dall'algoritmo della L.107, per la fine dei finanziamenti alle scuole private.

Per questo USB invita tutti i lavoratori della scuola ad abbandonare questi sindacati che lucrano sulle loro vite e sul loro legittimo desiderio di stabilizzazione e a scegliere chi davvero combatte per i lavoratori e la scuola.

Scuola@usb.it