CON IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO NON È FINITA LA REPRESSIONE DEGLI STUDENTI

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Quando a margine di una manifestazione, di un corteo, di una iniziativa di contestazione politica, vediamo crescere indignazione e stigmatizzazione di episodi di presunta violenza e aggressività ci chiediamo ogni volta come possa riuscire il circo giornalistico a distrarre la pubblica opinione dai motivi che hanno condotto migliaia di persone nel paese in strada a protestare. Non ci meravigliamo tanto di come la stampa e la politica di regime non si siano stancati di questo giochino di repressione mediatica della partecipazione democratica, quanto i commenti di coloro i quali ancora ci cadono intrappolati. Qualche mese fa dei militanti leghisti hanno bruciato in piazza il fantoccio della presidente della Camera Boldrini e quella iniziativa dal carattere estremamente differente non solo è passata in sordina, ma è stata del tutto rimossa dalla memoria collettiva. Adesso invece i media vorrebbero resuscitare un’indignazione sopita in relazione all’episodio di quegli studenti che ieri hanno bruciato le effigi dei ministri Salvini e Di Maio.

Sappiamo che il Paese ha diverse velocità e che spesso viene condotto a rispondere di pancia in modo differente a seconda di chi sia oggetto del turpe vilipendio. Francamente, però, la misura è colma. Come insegnanti e lavoratori della scuola non solo non accettiamo la criminalizzazione che ha colpito gli studenti torinesi denunciati nella giornata di ieri, ma stigmatizziamo fortemente questo clima repressivo e violento del ministro degli interni volto con ogni evidenza a tappare la bocca, a intimidire, a ridurre la partecipazione democratica nel nostro Paese.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli studenti di tutta Italia che in corteo hanno voluto denunciare la vera violenza delle istituzioni pentaleghiste che, in piena continuità con il partito democratico e la sua legge infame che porta i nomi di Minniti e Orlando, continuano a chiudere porti, incitare ad affondare i barconi dei migranti, ridicolizzare l'assistenza umanitaria e il diritto d'asilo. Un governo come questo che non smantella e non abolisce l'alternanza scuola lavoro, che vuole continuare a vedere sfruttati e ricattati gli studenti, per poterli più facilmente manipolare, meritava una forte contestazione come quella di ieri in molte città del paese. Una risposta, quella del corpo studentesco, che ha saputo andare oltre le tematiche relative alle proprie condizioni di vita nella scuola pubblica, manifestando anche contro un partito come la Lega, condannato per aver rubato 49 milioni di euro a tutti gli onesti contribuenti italiani, contro l'istigazione alla violenza e alle aggressioni razziste di cui si macchiano molti parlamentari twittando immondizia e alimentando un insensato clima di odio.

Noi staremo sempre dalla parte di questi nostri studenti che sanno distinguere la violenza vera da quella narrata, le anime bianche dagli arroganti potenti di turno che affamano, sfruttano, emarginano.

USB PI Scuola manifesta tutta la propria solidarietà agli studenti denunciati e invita tutti i collettivi studenteschi a partecipare attivamente alla manifestazione del 20 ottobre a Roma per continuare uniti la lotta per riconquistare diritti per tutti!