FIT: QUANDO IL PRECARIATO-GAVETTA DIVENTA SFRUTTAMENTO LEGALIZZATO

Nazionale -

Il Dlgs 59/17 ha sancito, nello scorso maggio, un cambiamento radicale per la formazione iniziale e il reclutamento dei docenti della scuola secondaria; le regole precedenti rimangono valide unicamente per la scuola primaria e la scuola dell'infanzia (art. 400 del Dlgs 297/94). Entro il mese di settembre 2017, sostiene il Ministero, verrà pubblicato il bando per la presentazione delle domande da parte degli interessati alla fase transitoria per la graduatoria regionale docenti in possesso di abilitazione.

I docenti che avranno superato il terzo anno del FIT per il concorso riservato e il concorso ordinario, sceglieranno l’ambito definitivo di assegnazione solo al momento dell’accesso al ruolo sulla base di una graduatoria la cui base di punteggio sarà costituita dal voto dell’esame finale. Successivamente all’assegnazione dell’ambito definitivo seguirà la chiamata diretta. L’assunzione a tempo indeterminato vedrà coinvolti quei docenti che dopo aver superato un concorso per titoli ed esami, saranno ammessi a un percorso FIT, cioè a un percorso triennale di formazione, tirocinio e inserimento nella funzione docente. I concorsi saranno banditi dalla fine del 2018 ogni due anni su tutti i posti vacanti e disponibili nel terzo e nel quarto anno scolastico successivo a quello nel quale si svolgeranno i concorsi. Non saranno calcolati in queste disponibilità i posti destinati alle GaE, al concorso 2016, alla graduatoria regionale degli abilitati e la quota di posti del concorso riservato.

I docenti in possesso di tre anni di insegnamento e i docenti abilitati, invece, saranno coinvolti nella cosiddetta fase transitoria. Ora, appare davvero immotivato attendere l’espletamento delle procedure concorsuali per coprire quelle cattedre che sono vuote già da questo anno scolastico. La lunga fase transitoria per questi docenti è inutile e pletorica; sarebbe bastato inserire gli abilitati di seconda fascia nelle GaE in quanto si tratta di personale già adeguatamente formato dallo Stato visto e considerato che sono molte le classi di concorso in cui mancano docenti soprattutto al Nord dove si necessita di oltre 1.400 docenti di sostegno e dove vi è una carenza strutturale dei docenti di matematica.

Il percorso FIT è un sistema che obbligherà quei docenti che non hanno tre anni di insegnamento o non hanno potuto conseguire l’abilitazione, a un triennio di studi e lavoro in cui solo l’ultimo anno sarà normalmente retribuito. Nella formazione di questi docenti il MIUR non ha voluto inserire i 24 CFU che, invece, questi docenti saranno costretti a conseguire prima di poter accedere al concorso. Il senso di questa decisione ci appare come l’ennesima gabella versata alle università. Si inaugura, insomma, un sistema di sfruttamento legalizzato in cui per la prima volta nel pubblico impiego un docente deve conseguire 24 crediti formativi prima di accedere a un concorso che, qualora lo vedesse vincitore di cattedra lo subordinerebbe a un nuovo percorso di formazione invece di avere accesso immediato al proprio posto di lavoro. I futuri vincitori di concorso a cattedra, quindi, dovranno affrontare tre anni con esami di abilitazione intermedi alla fine del secondo anno e un esame alla fine del terzo. E, per giunta, viene anche eliminata per loro la possibilità di ripetere l’anno di prova in caso di mancato superamento, per cui a fronte di un esito negativo del percorso il docente vincitore di concorso dovrà tornare al punto di partenza, cioè partecipare e vincere nuovamente un concorso.

La formazione del primo anno non retribuita e l’alternanza formazione/lavoro nel secondo anno del percorso FIT scarsamente retribuita rappresentano lo sdoganamento dello statuto dell’apprendistato nel Pubblico Impiego, con retribuzioni nulle o da fame. “Come USB Scuola abbiamo animato la protesta della scorsa primavera che è culminata nello sciopero dello scorso 17 marzo” dice Luigi Del Prete, dell’Esecutivo Nazionale Scuola USB. “Ci siamo battuti come pochi altri contro tutte le deleghe della legge 107, che rimane irriformabile. La delega su formazione iniziale e reclutamento è l’ennesimo modo di aziendalizzare e rendere maggiormente ricattabili i docenti delle scuole pubbliche, obbligati con ogni evidenza a svolgere ogni tipo di supplenza nel secondo anno di FIT per implementare la ridicola paga base che si aggirerà intorno ai 600 euro mensili. Come sarà possibile a ogni docente del primo anno del percorso FIT, privo di qualunque fonte di salario, affrontare il percorso di formazione universitaria? Si tratta, inoltre, di una subdola forma di Jobs Act applicato al personale dello Stato volta a precarizzare e privatizzare ulteriormente il rapporto di lavoro”.