11 marzo 2011:la mobilitazione di quelli che NON SI ARRENDONO!

Nazionale -

11 marzo 2011

 

la mobilitazione di quelli che

non si arrendono!

Trasporti, uffici pubblici e privati, cooperative e fabbriche: nonostante il silenzio imposto dalla gran parte della stampa, oltre 1 milione di lavoratori hanno scioperato l’11 marzo, esprimendo la propria rabbia verso il modello Brunetta-Marchionne. La manifestazione è stata grande, vivace e molto determinata. 50.000 lavoratori in corteo e i media, per nasconderne la presenza hanno avuto non pochi problemi a spiegare le città bloccate, il forte spiegamento di forze dell’ordine e gli elicotteri che hanno sorvolato il cielo di Roma per un’intera giornata.

Noi lavoratori della scuola non abbiamo potuto scioperare eppure molte sono state le attestazioni di solidarietà e di adesione, come quella dei palermitani Giacomo Russo e Piero Di Grusa e diversi comitati dei precari, tanti avrebbero scioperato l'11, e così i colleghi, in tantissimi, sono arrivati utilizzando i permessi personali e le ferie. In piazza, dunque, anche la rabbia della scuola; una rabbia che non può più aspettare e che non vuole essere strumentalizzata a fini partitici. Le parole d’ordine sono state chiare: no alla privatizzazione; per assunzione di tutti i precari; no alla Legge Brunetta e alla valutazione “de-meritocratica”; no alla regionalizzazione.

Questa grande mobilitazione  con lo sciopero generale hanno messo in evidenza:

  1. la necessità e il valore della confederalità che si esprime nelle lotte, che da forza ai lavoratori e rompe l'isolamento in cui padronato e governo vorrebbero cacciarci: la lotta contro lo sfruttamento, per la giustizia sociale e la dignità è il collante dell'unica vera forza alternativa e progressista nel nostro paese, la forza dei lavoratori, dei precari, dei giovani, uomini e donne;

  2. è necessario e possibile dare vita ad un movimento reale di lavoratori indipendente e autonomo da partiti e padroni, contro la politica dei sindacati collaborazionisti o delle finte opposizioni; è possibile ricostruire la forza e l'organizzazione sindacale che riapra la strada alla vittoria e l'USB è su questa strada

A partire da questi elementi riteniamo che per i lavoratori della scuola, per tutti coloro che sono mobilitati contro i Piani Tremonti-Gelmini, sia necessario aprire una fase di confronto, considerando lo stato della categoria che più sta pagando l'attacco, la categoria che per numeri e organizzazioni sindacali avrebbe dovuto meglio rispondere e difendersi. E, invece, all'indomani di altri provvedimenti governativi, dai tagli alla applicazione della Brunetta, il fronte “anti-Gelmini” continua a frantumarsi e a frantumare il mondo della scuola.

E' ora di dire quello che si pensa e fare quello che si dice!

Per lottare contro la distruzione della scuola vanno messi in discussione i presupposti di come è già oggi, piuttosto che chiedersi quale scuola “vogliamo”. LA SCUOLA È GIÀ: privatizzata (con le Fondazioni e le tasse-rette), meritocratica (dei “raccomandati” dai dirigenti, premiati alle spalle di tutta la scuola tagliata con l'applicazione dell'autonomia scolastica), divisa nel territorio nazionale (con la regionalizzazione), senza diritti per i lavoratori (senza diritto d'assemblea e con la cancellazione delle RSU e l'introduzione degli enti bilaterali), con stipendi al minimo della sopravvivenza e pensioni da fame.

 

 

L'11 marzo è successo qualcosa di nuovo nel paese ed

è proprio quello di cui abbiamo bisogno!

 

 

 

 

un contributo da Palermo:

Dopo l'11 marzo: "Verremo a riprenderci tutto: scuola, lavoro e dignità"

 

usbscuolapalermo.blogspot.com/2011/03/dopo-l11-marzoverremo-riprenderci-tutto.html