Appello alle donne: da Lotto marzo allo sciopero della scuola del 17 marzo

Con la prossima approvazione delle 8 deleghe, con l’avvio del Piano triennale di Formazione dei docenti e con l’accordo sulla mobilità, siamo arrivati ormai alle ultime battute che completano la riforma della Scuola, la legge 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola che di buono, in realtà, non ha nulla.

Una riforma che segna un arretramento culturale profondo, aprendo a una scuola aziendalista al servizio del mercato e che, in linea con tutte le riforme che negli ultimi anni hanno interessato il mondo del lavoro e del welfare, produrrà una rapida precarizzazione dei lavoratori della scuola.

Dispositivi come la chiamata diretta, l’assegnazione su ambito e non su scuola, il bonus docenti, la formazione fortemente orientata dall'alto e lesiva della libertà di insegnamento, la messa a regime dell’alternanza-scuola lavoro e degli Invalsi, segnano infatti la caduta irreversibile dell'autonomia didattica e il totale asservimento dei lavoratori al potere crescente dei dirigenti scolastici.

I nostri studenti, i nostri figli si vedranno sottrarre tempo scuola e qualità dell’insegnamento a vantaggio della logica globalizzata delle imprese e dell'ideologia che impone meno conoscenze e più competenze.

Ancora: la delega che riguarda la fascia d'età 0-6 anni vedrà una inedita, quanto vaga commistione fra interessi pubblici e privati, nei quali il labile e fumoso confine tra gli uni e gli altri conferma le intenzioni di privatizzare i servizi per l'infanzia, laddove lo Stato e gli Enti Locali, vincolati dal patto di stabilità che impedisce di destinare le risorse al welfare, si vedranno costretti a delegare sempre più la gestione delle scuole dell’infanzia e dei nidi agli istituti privati.

Il dispositivo che modifica gli istituti professionali segna un arretramento che ci riporta all'epoca dell’avviamento professionale, per cui il diritto allo studio e l'accesso alla cultura verranno nei fatti garantiti solo ai figli delle classi medio-alte.

Appare quanto mai evidente che tutto il complesso della riforma avrà una ricaduta pesantissima sul sistema del welfare e, perciò, anche sulle donne perché noi occupiamo l'80% dei posti di lavoro nella scuola, ma anche perché la cura e la gestione dei figli e della famiglia sono ancora in gran parte una nostra esclusiva incombenza.

Il costo elevato dei nidi e delle scuole dell’infanzia, l’abbassarsi della qualità della scuola pubblica, nonché il netto peggioramento delle condizioni di lavoro in un settore fortemente femminilizzato, unito agli stipendi fermi da anni e alle pessime pratiche che continueranno a caratterizzare la chiamata diretta (colloqui in cui ci siamo sentite chiedere se avessimo intenzione di aver figli nei successivi tre anni, richieste di video che mostrassero la nostra “bella presenza") ci chiamano in causa in quanto donne e in quanto lavoratrici. Ci chiamano a essere protagoniste così come lo siamo state lo scorso 8 marzo anche nel prossimo sciopero del 17 marzo, lo sciopero della scuola indetto da USB, Cobas, Unicobas e al quale altri sindacati stanno aderendo.

È per questo che l'USB e in particolare le lavoratrici della scuola di questo sindacato che hanno partecipato e continueranno a partecipare al grande movimento di NUDM, che ha dato vita alla manifestazione del 26 novembre e alla giornata dello scorso 8 marzo, rivolgono un appello a tutte le donne in lotta, perché sostengano con forza, senza se e senza ma, lo sciopero della scuola proclamato per il 17 marzo, affinché si continui a lottare insieme per il ritiro delle otto deleghe e l'abrogazione della legge Buona scuola.

DA LOTTO MARZO AL 17 MARZO LA MOBILITAZIONE NON SI FERMA! Appuntamento ore 9.30 davanti al Miur viale Trastevere.

17 MARZO SCIOPERO DELLA SCUOLA!

#nobuonascuola #nessunadelega

per adesioni: scuola@usb.it