Appunti di "Lezioni di Lotta: No alla 'riforma' Gelmini". Manda i tuoi appunti scrivi a scuola@usb.it

Ospitiamo gli scritti che ci arrivano dalle scuole in lotta

da Roma: un'occupazione studentesca fatta e una rimandata


10.11.2010 (mercoledì) –La sede del “Gaio Lucilio” di San Lorenzo occupa mentre le altre due sedi, la centrale e la succursale di “Via Giovanni da Procida”, stanno tenendo un’assemblea d’istituto aperta ai professori che stanno spiegando i motivi della oramai nota “protesta dei professori”.



C’è fermento tra gli studenti quel giorno e quando arrivo sento tra i corridoi varie parole: “cogestione”… “Gaio Lucilio”… “occupazione”… “professori”…



Trovo la rappresentante di istituto della sede centrale del Liceo Niccolò Machiavelli e finalmente cominciamo l’assemblea. I prof iniziano ad esporre le proprie ragioni, venendo attaccati in modo drastico dagli studenti appena annunciano che per quest’anno non si faranno viaggi d’istruzione e certificazioni linguistiche. Era ovvia una reazione del genere..siamo un linguistico principalmente e soprattutto siamo ragazzi e vogliamo divertirci! La sede di cui sono “portavoce”, “Via Giovanni da Procida”, però è unica: 7 classi su 10 sono d’accordo con i professori, anche se della mia succursale solo un decimo (circa) degli insegnanti ha aderito!



Durante l’assemblea comunque si decide di affiancare la protesta dei prof e collaborare e unire le loro lotte con quelle studentesche (per quanto possibile!), facendo delle lezioni in piazza o altre attività in orario extrascolastico perché “vogliamo dimostrare a tutti che abbiamo voglia di studiare anche al di fuori di quelle 6 ore giornaliere!”.

 

17.11.2010 (mercoledì) – Manifestazione per il Diritto allo Studio.



Le tre sedi unite. Il “Gaio Lucilio” ha finito l’occupazione e porta in piazza gli occupanti. Morale della favola: circa 150 studenti bloccano il traffico dalla sede centrale di Piazza Indipendenza fino a Piazza della Repubblica e aspettano il “Gaio” che è partito dall’università.

 

18.11.2010 (giovedì) –“Via Giovanni da Procida” e la negata cogestione.



E’ dall’inizio dell’anno che ogni classe si attiva cercando di ideare corsi da fare durante una cogestione che volevamo chiedere al Consiglio d’Istituto. Per questo, giovedì, scavalcando il ruolo delle coordinatrici della sede perché tra di noi, è bene dirlo, non scorre buon sangue, chiamo la Vice Preside e le chiedo della cogestione; mi dice di richiamarla perché il “Gaio” non era entrato a scuola il giorno dopo della disinfestazione (perché sapevano che devono trascorrere due giorni sennò c’è il rischio di intossicazione). Dopo poco mi chiamano le due coordinatrici dicendomi che la cogestione non si poteva fare per questioni di sicurezza (che durante tutto il resto dell’anno si mettono sotto i piedi!). A questo punto gli chiedo di darci un’assemblea, pur sapendo che avevamo finito le ore ordinarie, per parlare della negata cogestione (e di un’eventuale idea di occupazione che mi era giunta da parte di altri studenti). Questa richiesta viene bocciata dicendomi molto chiaramente che non potevo fare ciò che volevo. Allora decidiamo di fare un’assemblea straordinaria durante la prima ora di venerdì nella vicina Piazza Bologna.

 

19.11.2010 (venerdì) –“Via Giovanni da Procida” entra, quasi tutta, in seconda.



Ci vediamo alle 7.30 (quasi puntuali!) alla metro di Piazza Bologna, formiamo un cerchio e man mano l’idea (definita improbabile e irrealizzabile dalle nostre menti) di un’occupazione della sede diventa tangibile e pensiamo a tutti i modi, non danneggiando le scuole medie sotto, di chiudere le entrate dell’ascensore e della scuola. Pensiamo proprio a tutto.. ci sono adesioni per i turni notturni, per chi porta la mattina i cornetti caldi, per i corsi, pensiamo agli esterni..tutto insomma!



Rientriamo a scuola tutti col sorriso e entriamo nelle nostre classi. Neanche trascorrono 5 minuti e le coordinatrici passano per TUTTE le classi (neanche avessimo ucciso una persona!) chiedendo i motivi dell’entrata generale alla seconda ora.



Premettendo il fatto che se io entro in seconda, con la giustifica dei miei genitori, sono affari miei, in più quel giorno c’era lo sciopero dei trasporti periferici ed essendo in maggioranza pendolari “inventiamo” questa scusa. Alcune classi però rivelano dell’assemblea e la situazione comincia a bruciare: le due entrano in classe facendo a tutti lo stesso discorso ambiguo sul fatto che sotto di noi ci sono bambini di 11 anni, che la preside la cui idea di convivenza pacifica potrebbe cambiare a seguito di azioni commesse dagli studenti, e del fatto che gli studenti devono ragionare con la propria testa e non con le masse!

(non spreco altri caratteri per questo discorso alquanto..triste!).



Fatto sta che non mangiano assolutamente la foglia ma cominciano a spargere allarmismo che fa calare la determinazione degli studenti anche tramite l’entrata di un carabiniere (che è il padre di una ragazza di scuola) a cui fanno fare il giro turistico della scuola e che “giustificano” con la frase: “è venuto per controllare la sicurezza all’interno di questa sede”. Stendiamo un velo pietoso anche su questa risposta e andiamo avanti…

 



22.11.2010 (lunedì) - I colloqui genitori - professori.

Le coordinatrici continuano durante l’orario scolastico a spargere allarmismo anche nell’angoletto più recondito della scuola ma durante i colloqui danno il meglio di loro e si mettono a urlare a tutti i presenti: “Genitori! Questa scuola non è fatta per essere occupata..! Ditelo ai vostri figli che così si mettono l’anima in pace!”..a questo punto qualche genitore gli ha risposto dicendo che gli studenti se hanno deciso qualcosa è perché lo hanno pensato, discusso, messo a votazione e approvato a maggioranza (come in realtà è stato!).



Dopo questo episodio però noi studenti ci prendiamo del tempo, ma le “autorità” almeno questo non lo sanno!

 



23.11.2010 (martedì) – Data dell’occupazione (?) della sede di Piazza Bologna.



Arrivo con la mia amica, come ogni mattina alle 7.30 quando di solito il cancello esterno è aperto e diluvia..troviamo una bella sorpresina: il cancello è chiuso!



La prima reazione è stata quella di metterci a ridere a crepapelle..hahahaha che risate ora che ci penso..



La seconda reazione però è diversa: ci arrabbiamo..il maltempo peggiora tanto che di lì a poco, anche se per solo un minuto, inizia a grandinare..eravamo pochi fino allora e vediamo una volante dei carabinieri (insolita uno per la via e due per l’orario) con 4 forze dell’ordine all’interno. Parte un coro di disapprovazione (ahimè) come quello degli stadi ma in quell’occasione ci sta tutto…!



Dopo questo incolliamo a turno i nostri indici sul pulsante del citofono e speriamo che si bruci..niente, nessuna risposta..poi continuiamo col citofono e iniziamo con calci al portone tanto che alla fine, credo per disperazione, aprono.. gli studenti non sanno cosa fare: ci riuniamo sotto un passaggio coperto e improvvisiamo un’assemblea di pochi minuti per decidere che posizione prendere per la giornata: sciopero bianco, assemblea straordinaria, lezione ordinaria..si decide di entrare e vedere cosa hanno da dirci..entriamo applaudendo e…………………………………………Carabinieri dentro scuola!



La paura fa 90 si direbbe…!



Le coordinatrici passano in tutte le classi dicendo: “Ci sono i carabinieri perché è scappato un ragazzo delle medie..abbiamo chiuso il portone perché pure nelle altre sedi è chiuso fino alle 7.50..gli studenti (e guardano me) non possono uscire se non per gravi motivi o per andare al bagno!”.. Durante la giornata poi arriva il Dirigente e convoca tutti i rappresentanti di classe (quelli d’istituto no però) e parlano per un’ora dell’occupazione, del contributo volontario (dice che chi non paga i cento euro di contributo non parte per il viaggio!), della sicurezza della sede, delle belle cose che abbiamo e di come se facciamo qualche passo storto lui chiude la sede e manda tutti/e a fare i doppi turni..simpatico il ragazzo…!




A prescindere però da ciò accaduto avevamo deciso di non fare più l’occupazione sapendo che soprattutto i ragazzi più giovani magari avevano difficoltà a comprendere le nostre azioni e abbiamo deciso di non occupare prendendoci tempo per riflettere, informare e crescere maggiormente anche noi “irriducibili” che da sempre spingevamo per un’occupazione sana, organizzata e opportuna…!