ATA terza fascia: sovraccarichi di lavoro e dramma disoccupazione
Ennesimo sovraccarico di lavoro per le segreterie scolastiche con la valutazione delle domande di III fascia ATA. Dalle numerose segnalazioni che ci giungono sembra che molte domande siano sbagliate, perché caricate su una piattaforma evidentemente elaborata da qualcuno che della materia non capisce nulla.
Inutile sottolineare che il maggior numero di domande è stato inviato al sud Italia, dove la disoccupazione è un dramma ormai sclerotizzato e che ora, dopo la pandemia, sta diventando una emergenza dalle dimensioni macroscopiche.
E chissà se le migliaia di persone che hanno inoltrato queste domande sanno che nelle scuole del sud non lavoreranno mai, visto il blocco degli organici che, come ogni anno, è stato riconfermato anche per il prossimo.
Questo è l'ennesimo schiaffo ad una categoria, quella degli Assistenti Amministrativi, già vessata da carichi di lavoro che negli anni, con il decentramento amministrativo, sono diventati insopportabili, soprattutto in considerazione del fatto che, al suddetto aumento, non è seguita né un'adeguata revisione dei profili professionali, né una formazione accettabile e né tantomeno un adeguamento stipendiale appena decente.
Giova ricordare che il rinnovo contrattuale 2016/18 all'art. 34 ha istituito una commissione paritetica che avrebbe dovuto procedere alla revisione dell’Ordinamento Professionale e dei profili ATA, all'ARAN se ne è discusso solo nel 2020. Ebbene, sembra che secondo l'agenzia negoziale la riqualificazione professionale debba passare solo attraverso l'attribuzione di incarichi di maggiore responsabilità riattivando le posizioni economiche. Si sostanzierà dunque, più che in un adeguamento degli inquadramenti professionali e delle retribuzioni, nella corresponsione di un obolo.
A noi sembra urgente fare alcune considerazioni:.
1. Questi lavoratori, oltre a gestire tutto il procedimento amministrativo relativo al personale in servizio (contratti, pagamenti ecc.) e agli alunni iscritti nella singola istituzione scolastica, espletano mansioni quali i pensionamenti e le ricostruzioni di carriera, prima in capo agli uffici centrali, per le quali sono inquadrati professionalmente con un titolo di accesso al profilo pari ad una licenza media.
2. La formazione, necessaria in considerazione dell'aumento delle incombenze e delle responsabilità, quando e dove avviene, è spesso posticcia, il più delle volte affidata alla buona volontà del singolo lavoratore.
3. Tutto quanto sopra detto avviene con stipendi del tutto inadeguati e con un organico assolutamente sottodimensionato. Se infatti si guardano attentamente le tabelle sulla base delle quali si costituiscono gli organici del personale ATA, risulta assai evidente che gli accorpamenti fra istituti avvenuti negli anni, e il conseguente aumento del numero degli alunni, non corrisponde ad un aumento proporzionale del personale .
4. Esiste un divieto di nomina dei supplenti per la sostituzione del personale assente, salvo che l'assenza non sia superiore a 30 giorni, questo comporta naturalmente un ulteriore carico di lavoro per i colleghi.
E' evidente che per il Ministero dell'Istruzione, diversamente da quanto si afferma nel CCNL 2016/18 dove viene definito “parte della comunità educante”, il personale ATA partecipa in modo solo marginale alla gestione di una istituzione che assicura il diritto allo studio a milioni di studentesse e studenti.
Vogliamo ricordare che senza il personale ATA tutto, la scuola semplicemente non potrebbe aprire!
Che fare?! Servono risorse per diminuire il numero di alunni per classe e sbloccare gli organici, serve che si faccia partire in maniera strutturale il tempo pieno al sud, serve che venga immediatamente abolita l'assurda normativa sulle supplenze che le rende di fatto quasi impossibili, serve che venga finalmente valorizzata la professionalità di questi lavoratori che sono parte integrante e fondamentale di una istituzione i cui principi fondanti risiedono nella nostra carta costituzionale