Bologna: CONTINUA LA LOTTA DEI COLLABORATORI SCOLASTICI

Bologna -

Per i collaboratori scolastici di Bologna ieri sono state 10 ore lunghissime e intensissime.

 

Tutta Confederazione USB dell'Emilia si è attivata per dare sostegno alla protesta, inizialmente portando sostegno materiale (cibo e tende per ripararsi dalla pioggia), poi, dando forza alla contrattazione con la Regione per ottenere quanto richiesto.

Nel frattempo, sono arrivati presso il tetto occupato i lavoratori di altri settori a dare solidarietà. Tra questi, diversi educatori da mesi protagonisti di una dura lotta contro lo smembramento dei servizi educativi delle scuole. Testimonianze di solidarietà sono poi arrivate anche da Milano a Roma fin dalla Sicilia.

 

Verso le 17.30 l'Assessore regionale alla scuola e lavoro, il dott.Bianchi, ha portato la proposta della Regione: un incontro per il giorno seguente (oggi) e l'apertura di un tavolo tecnico per il 23 settembre. A questo punto i lavoratori hanno deciso di scendere dal tetto.

 


Per la Regione abbiamo richieste chiare e precise; per citare il Ministro dell'Economia: con le promesse o le vacue parole “non si mangia!”

La Regione può e deve fare molto, dalla richiesta al Ministero dell'Istruzione di posti in deroga allo stanziamento di fondi per permettere alle scuole di nominare supplenti annuali al fine di coprire i gravi buchi in organico. E' essenziale per la Regione comprendere che nei tagli del Governo con le manovre estive ci sono anche i tagli degli oltre 700 posti stipendi (e relative tasse) che, solo quest'anno e solo per il personale ATA, il Ministro Gelmini aveva già fatto con la sua “contro-Riforma”.

I lavoratori hanno apprezzato molto la solidarietà dichiarata dalla Regione Emila Romagna, che ora può dimostrare come si fa la politica per la “crescita” : non solo soldi ai “privati” ma difesa della scuola (di proprietà) pubblica e dei suoi lavoratori.

 

 

I lavoratori stavolta hanno preso coraggio e hanno imparato a salire su un tetto, non possono permettersi di “smobilitare”.

 

Mentre governo, sindacati collaborazionisti e esponenti dei partiti, di fronte alla distruzione della scuola rispondono allargando le braccia e invitando alla rassegnazione, questi lavoratori ci insegnano che non ci si deve adeguare e che si deve e si può lottare per cambiare le cose.