Concorso docenti. Docenti con DSA non tutelati, USB per una battaglia di civiltà
USB Scuola pubblica il contributo di un gruppo di insegnanti con DSA, che dimostra come questo concorso sia straordinario solo per la capacità di escludere, di impedire la partecipazione, di essere, oltre che inutile, rischioso e dannoso.
Ottobre 2020 è stato il mese in cui ricorreva il decennale della pubblicazione della legge 170/2010, la norma che ha dato una spinta propulsiva alla scuola dell’inclusività promuovendo un insegnamento di tipo individualizzato, ma anche quello in cui si è dato l'avvio allo svolgimento del concorso straordinario per i docenti. Questa procedura, che sta vedendo l’esclusione di molti candidati per condizioni legate al Covid, risulta già escludente a priori nei confronti dei docenti con DSA.
Le questioni che si legano in questo contesto sono due:
- una proposta selettiva che invece di seguire un percorso formativo e valutare la reale competenza in contesto dei docenti chiede loro di sfidarsi in prove di velocità che nulla hanno a che fare con le reali capacità (sono state tolte le crocette, ma si chiede comunque ai candidati di formulare proposte educativo-didattiche complesse in una ventina di minuti)
- la mancata previsione di misure dispensative e strumenti compensativi
Il punto 2 dipende dal fatto che la legge 170, nonostante abbia tra le proprie finalità anche quella di “assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale”, nei fatti non sia esplicita in merito ai diritti degli adulti con DSA in occasione di concorsi nazionali. Constatiamo l’esistenza di un vuoto normativo, l’assenza di una nota o circolare che disciplini la questione del trattamento dei DSA ai concorsi pubblici nazionali; è possibile ottenere adattamenti (misure dispensative e strumenti compensativi) durante le prove concorsuali di moltissime regioni, ma non in sede di concorsi nazionali. Inoltre, oggi è legittimo delegare ai singoli USR il potere di decidere se applicare o meno la l.170/2010, in base alle singole e diverse interpretazioni che i burocrati danno ai bandi concorsuali nazionali.
Oggi, a 10 anni dalla 170 constatiamo quindi che l’art. 2 resta lettera morta e che è ancora proibitivo per le persone con DSA un accesso dignitoso al mondo del lavoro. Questi sono i fatti.
Le parole che invece abbiamo ascoltato durante l’incontro tra l’Associazione Italiana Dislessia (AID) e il MIUR, svoltosi in occasione del decennale della l. 170/2010, sono state di rivolte più all’insensibilità dei docenti stessi nei confronti degli studenti con DSA. Il ministero a cui nei mesi scorsi è stata posta l’urgente necessità di attivarsi per rendere inclusive le proprie procedure, già proibitive e non realmente meritocratiche per tutti i candidati a prescindere dalla presenza di disturbi specifici, ha saputo soltanto ignorare la questione e sfavorire la classe lavoratrice dei docenti, i quali si trovano ogni giorno ad affrontare una mole spropositata di lavoro e di difficoltà.
È quantomeno contraddittorio accusare gli insegnanti di non essere inclusivi con gli studenti con DSA, quando allo stesso tempo a muovere l’accusa sono coloro che ignorano i docenti con DSA. Coerenza vuole che chi la professa l’inclusività la pratichi anche!
In occasione della conferenza solo poche voci si sono distinte dal coro, quella del Dott. Ghidoni e quella del Prof. Ianes, che nel sottolineare l’esigenza di colmare quel vuoto legislativo riguardante i lavoratori con DSA, hanno affermato la necessità della scuola di dotarsi di più docenti con DSA!
Per sopperire alla mancanza di una dignitosa procedura di selezione ai concorsi nazionali, da sei mesi a questa parte, si è costituito un gruppo informale di docenti con DSA che, anche grazie ad USB Scuola, ha tentato tutte le vie istituzionali possibili per rendere più accessibile la legge 170 anche agli insegnanti precari.
Dalle lunghe e macchinose interazioni con il mondo delle istituzioni è emerso che non si può trovare una soluzione alla nostra questione. Il motivo non ci è dato saperlo. Le attenzioni mostrate - anche dalla ministra dell’istruzione stessa - sono risultate vane e raggiranti.
USB Scuola chiede che le lavoratrici e i lavoratori pubblici e gli aspiranti tali, a partire dai docenti, siano messi nelle condizioni di affrontare le prove concorsuali con dignità e rispetto delle condizioni individuali, come previsto dalla Costituzione e dalle Leggi dello Stato italiano, incluse la L. 104/92 e la L. 170/10.
La scuola è un luogo di inclusione e rispetto dell’individualità di ciascun alunno e studente. Lo Stato deve provvedere ad essere altrettanto rispettoso ed inclusivo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ancora una volta il Ministero dell’Istruzione si rivela non all’altezza del suo compito, anzi, accanito nel continuo attacco ai docenti e alla Scuola Pubblica Statale.