DALLE SCUOLE - contro le 24 ore e non SOLO-

Bologna -

Da Bologna

 

 

Al Dirigente Scolastico,
Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
Alle Organizzazioni Sindacali,

Ai rappresentanti di Istituto degli studenti,

Ai rappresentanti di Istituto dei genitori,
Al Personale ATA della scuola,

Agli educatori della scuola,
Ai giornali



Quando i tagli cancellano la scuola statale

mobilitazione e informazione diventano doveri dei docenti


Con il “Disegno di legge di stabilità” (in particolare all'art. 3) il Governo pretende, in disprezzo e in violazione delle norme contrattuali, di modificare unilateralmente il Contratto di lavoro degli insegnanti, peraltro bloccato dal 2006/2009 fino al 2017, blocco al quale si è ora aggiunta la beffa dell'eliminazione della vacanza contrattuale. Tutto ciò in una situazione di crisi economica che ha comportato, solo negli ultimi otto anni, una perdita di potere di acquisto di almeno il 20%.

Il governo sta scavalcando la contrattazione e deliberando un precedente illegittimo, gravissimo e offensivo per la dignità di tutte le categorie di lavoratori, che potranno essere parimenti assoggettate a misure quali l'aumento coatto dell'orario di lavoro, senza alcuna retribuzione aggiuntiva, come sta avvenendo per gli insegnanti.


Ci teniamo a precisare che i lavoratori della scuola

  • svolgono un costante lavoro professionale e di qualità;

  • operano in condizioni economiche e strutturali molto difficili;

  • smentiscono le denigrazioni populistiche finalizzate a rappresentarli pubblicamente come fannulloni e privilegiati.

Infatti, in merito all’art. 42 del “Disegno di legge di stabilità” (aumento coatto e non retribuito dell’ “orario di impegno per l’insegnamento” da 18 a 24 ore), i docenti lavorano ben più delle 18 ore di lezioni frontali, in quanto impegnati costantemente nella preparazione delle lezioni, predisposizione e correzione dei compiti in classe, nei ricevimenti delle famiglie, nell’aggiornamento, nella programmazione, negli impegni collegiali, nella progettazione e nell'organizzazione delle attività di tutta la scuola, così come previsto dagli artt. 28 e 29 del CCNL 2006/09.

Quantificare e retribuire il monte ore impegnato in attività funzionali all’insegnamento comporterebbe una spesa molto onerosa per l’amministrazione rispetto a quella attuale.


L' incremento coatto di ore di lezione frontale rappresenta

  • un fattore di dequalificazione e denigrazione del lavoro;

  • l’ennesimo pesante taglio dei posti di lavoro (che potrebbe arrivare, in prospettiva, a 106.000);

  • l'indifferenza nei confronti del diritto per gli studenti a un'Istruzione Pubblica qualificata per Senso Culturale ed Efficacia Formativa.

In concreto, si deve considerare che l'aumento del carico orario ad ogni insegnante corrisponde inevitabilmente ad un aumento del numero di studenti assegnati a ciascuno, ovvero anche 80-90 ragazzi in più da istruire e da valutare. Chi potrebbe garantire, in tal modo, un miglioramento della

“qualità” della scuola?



Erosioni e tagli

Il tentativo del Governo di violare il diritto di contrattazione e di sottrarre ulteriormente nella scuola, rientra nella politica di erosione dei diritti acquisiti, (allungamento dell'età pensionabile, modifica dell'articolo 18, per citare qualche esempio) e di taglio dei servizi pubblici finora attuata.

In tale contesto sono da interpretare:

  • il declassamento dei docenti inidonei nella spending review che, oltre a disconoscere le professionalità acquisite del personale ATA in servizio, ne determina un taglio di posti;

  • il DDL 953 (ex Aprea) sull’“Autonomia statutaria delle Istituzioni Scolastiche” in esame al Parlamento che mette in discussione il sistema nazionale pubblico dell’istruzione, riducendo drasticamente la partecipazione democratica nella scuola, tentandone la privatizzazione.



Cosa chiediamo?

  • Chiediamo che gli articoli inerenti la scuola nel “Disegno di legge di stabilità” siano ritirati definitivamente e che i 183 milioni di euro di taglio che si vuole fare nella scuola per il 2013, siano reperiti altrove (evasione fiscale, recupero dei finanziamenti “regalati” ai partiti, spese per le armi, retribuzioni delle cariche politiche e dirigenziali, finanziamenti alle scuole private) poiché la scuola pubblica, la sanità, i servizi pubblici stanno già lautamente pagando;

  • Chiediamo la riapertura della contrattazione (bloccata dal 2009 fino al 2017) per l'adeguamento della retribuzione economica e il ripristino degli scatti di anzianità, non a carico del fondo di istituto.

Cosa faremo?

  • Informeremo genitori e studenti sui motivi della nostra protesta;


  • Attiveremo iniziative di informazione/sensibilizzazione, nella settimana dal 5 al 10 novembre, in concomitanza con la discussione in Parlamento del decreto di stabilità e in collegamento con gli altri istituti superiori della provincia di Bologna:

- attività verso gli studenti di informazione sui motivi della mobilitazione e di “didattica essenziale” che consisterà in: attività di studio da parte degli studenti dei nuovi argomenti, senza spiegazione del docente e con relativa verifica e/o approfondimenti sulla storia e sulle questioni dei lavoratori, sulla crisi economica, sulle differenze con altri sistemi scolastici europei o altri argomenti legati alla mobilitazione;

  • assemblea pomeridiana aperta a studenti e famiglie, in un pomeriggio della settimana.

  • Ci rifiuteremo di svolgere le attività aggiuntive non retribuite, ridurremo al minimo quelle retribuite limitandole strettamente alle ore formalmente previste. Le attività aggiuntive sono quelle che garantiscono, nell'Offerta Formativa della scuola, la ricchezza e l'efficacia dell'insegnamento e dell'apprendimento per gli studenti di ogni condizione sociale ed economica.

  • Se il Governo dovesse avallare qualsiasi ulteriore taglio nell’ambito della scuola il rifiuto di svolgere le attività aggiuntive proseguirà ad oltranza e a questo potranno aggiungersi ulteriori iniziative e proteste.



Bologna, 30 ottobre 2012


I docenti del Liceo “Laura Bassi” - Bologna

 

 

 

 

il verbale dell'Assemblea dei lavoratori del IIS "Cavazza"di Pomezia del 23 ottobre 2012 indetta dalla Rsu di istituto .

L’assemblea, alla luce dell’art. 3 della bozza relativa alla legge di stabilità in cui si definisce l’orario di lezione, sia nella scuola primaria che secondaria di I e II grado, a 24 ore settimanali, ESPRIME :


a)viva preoccupazione, per l’aumento del 33% del carico delle lezioni a fronte di un impegno già molto oneroso di attività funzionali all’insegnamento!


b) indignazione, perché questo aumento delle ore di lezione si avrà in cambio di un aumento delle ferie ( 15 giorni fuori dall’orario delle lezioni): un vero e proprio baratto, però a costo zero per lo Stato!


c)indignazione, per gli ulteriori e indiscriminati tagli delle cattedre che ne deriverebbero (e quindi dei precari , che poi è l’obiettivo vero di questa legge) oltre quelli , centinaia di migliaia, che già si sono avuti a causa :

- della L. 133/08 ( tagli dichiarati illegittimi dal Consiglio di Stato nel luglio 2011),

- degli assurdi accorpamenti fra istituti ( che hanno portato alla nascita di scuole anche con 2000 allievi),

- delle cosiddette “classi pollaio” ( anch’esse ritenute illegittime da una sentenza del Consiglio di Stato del 2011),

- della volontà del Governo di depotenziare il sostegno agli allievi diversamente abili, venendo così meno ad un preciso dovere Costituzionale, quello del diritto allo studio( non è ammissibile che molti allievi abbiano un docente di sostegno per sole 4 ore settimanali)!


d)solidarietà, per quanto sopra, ai colleghi precari, colleghi che per tanti anni hanno sostenuto e tenuto in piedi, nonostante le tante difficoltà, la scuola pubblica; questi nostri colleghi sono validi professionalmente, perché tutti hanno anni di esperienza e possiedono almeno una abilitazione, e se il loro status è ancora quello di precario lo si deve soltanto alla sciagurata volontà politica ( dettata da scelte puramente economicistiche) dei governi che si sono succeduti in questi ultimi 15 anni: vale a dire, quella di non assumere i precari! Questi invece, per la stragrande maggioranza, hanno diritto ad essere assunti , come previsto dalle stesse leggi del nostro paese ( come , d’altra parte, diverse sentenze hanno dimostrato).


e) solidarietà , ai cosiddetti docenti “inidonei” per l’umiliazione loro arrecata col decreto di questa estate!


f)una valutazione, inoltre, decisamente negativa sulla pdl 953 ( ex Aprea).


Per quanto sopra l’assemblea dell’IIS Cavazza di Pomezia decide, all’una

  1. Consegnare e leggere un comunicato scritto ai genitori in cui spiegare i motivi della protesta durante i prossimi consigli di classe del 25 ottobre!

Volantinaggio davanti all’istituto dello stesso comunicato prima delle lezioni ;

  1. Blocco delle attività pagate col fondo di istituto; delle Funzioni strumentali; delle Visite di istruzione; dei “pagellini” di metà quadrimestre;

  2. Richiesta di una settimana di “cogestione” ( docenti – alunni) con l’attivazione di iniziative, alternative alla normale programmazione didattica, riguardanti “l’attualità” e i relativi approfondimenti; tali iniziative si concluderanno con la stesura di documenti!

Per i motivi relativi ai punti 2 e 3 si è proceduto alla richiesta (da parte di un terzo dei docenti) di convocazione urgente di un Collegio dei Docenti per giovedì 25 alle ore 14.30.

  1. Adesione al coordinamento delle scuole di Roma e provincia e partecipazione di una rappresentanza alla prossima assemblea del 26 ottobre.


 

Pomezia 23.10.2012         RSU IIS “Cavazza”