Emergenza e precariato: occorre mettere in atto misure serie
Il Ministero dell’Istruzione ha dichiarato che sta lavorando alla pubblicazione dei bandi di concorso ordinario e straordinario. Data l'emergenza sanitaria, la data delle prove è assolutamente imprevedibile, ma certamente non si potrà consentire l’avvio del prossimo anno scolastico con i docenti già assunti in servizio.
L’anno che inizierà il 1 settembre 2020 sarà estremamente complesso. Con la didattica interrotta a marzo (in alcune regioni a metà febbraio), è chiaro che occorrerà un impegno inedito per recuperare almeno parzialmente il secondo periodo di quest’anno scolastico. È ormai palese a tutti, tranne forse al Ministero, che la DaD non è sostitutiva della didattica reale e che quanto i docenti si stanno impegnando a fare in queste settimane è solo un supporto, ma non è né legalmente né sostanzialmente scuola.
Consentire che anche il prossimo anno scolastico si avvii con 200.000 posti vacanti, da assegnare in supplenza ai precari, con i soliti “balletti” di cattedre, con gli inevitabili ritardi, è intollerabile in un paese che voglia ancora considerarsi civile.
USB Scuola ha già da tempo reso nota la sua proposta per superare l’emergenza “supplentite”. Proposta che oggi più che mai ribadiamo, perché l’emergenza nell’emergenza è impensabile in questo contesto.
I precari devono essere immessi in ruolo il prima possibile. È una necessità del paese. Appare assurdo pensare di organizzare un concorso con prove scritte e orali in questo momento, ma anche solamente con i test computer based. Occorre invece, in tempi brevissimi, procedere all’emanazione di un bando di concorso basato solo su titoli e servizio finalizzato all’assunzione dei precari con almeno tre annualità di servizio, calcolate sulla consueta regola dei 180 giorni anche non continuativi.
Contestualmente va abolita la differenziazione tra organico di fatto e organico di diritto, assicurando stabilità soprattutto all’organico di sostegno, ancora affidato al sistema delle deroghe, che ormai da anni vengono reiterate, consentendo agli alunni e agli studenti più fragili una continuità che ad oggi viene loro negata.
Va infine ridotto realmente il numero massimo di alunni per classe, così da consentire a tutti un reale recupero delle attività non svolte quest’anno ed una prosecuzione del percorso scolastico in un ambiente che sia davvero didatticamente costruttivo ed efficace.
Il Ministero dell’Istruzione deve necessariamente porre fine all’emergenza ormai ventennale, che si inserisce nell’urgenza di assicurare l’avvio dell’a.s. 2020/21 con tutti gli insegnanti stabili fin dal primo giorno.
Precariato crimine di Stato: oggi più che mai.