ENAM. Riprendiamoci i nostri soldi
In allegato il comunicato
La legge 122 del 2010 ha soppresso l'ENAM - Ente Nazionale Assistenza Magistrale e le relative funzioni sono state attribuite all'INPDAP. Per chi non lo sapesse, l’ENAM era un ente di assistenza nato nel 1947 dalla fusione dell’Ente Nazionale Orfani dei Maestri con l’Istituto Nazionale di Assistenza Magistrale.
A quel tempo l’utilità di questi enti nasceva dalla messa a frutto delle esperienze di mutuo soccorso organizzate da società di lavoratori e dlla necessità di colmare le lacune di un welfare statale ancora in fase di sviluppo.
L’ente come statuto forniva piccoli prestiti (massimo due mensilità), rimborsi spese mediche, borse di studio, vacanze in strutture che sono state nel tempo acquisite dall’ente, case di riposo per docenti anziani.
La particolarità di questo ente di diritto pubblico, ma di natura non economica (cioè non dipendente in alcun modo da finanziamenti statali), è che si fondava su una trattenuta obbligatoria di 0,80% della busta paga di tutti gli insegnanti di scuola primaria (12,86 euro mensili per un insegnante all'inizio della carriera ai 18,86 a fine carriera. 30 euro e più al mese per un direttore didattico.)
Si aggiunga che spesso è sconosciuto ai più, e che le modalità di richiesta di rimborso sono farraginose e i tempi spesso lunghi, specie per le spese più grosse.
Si potrà capire allora come in questi 60 anni l’ente abbia accumulato un patrimonio di circa 60 milioni di euro, in immobili e fondi bancari. Si aggiunga che, nato e cresciuto come un feudo Cisl, nel complice silenzio degli altri sindacati che hanno eletto i loro rappresentanti nel comitato di gestione (in primis la CGIL che anni fa ne chiedeva la chiusura e oggi chiede la cancellazione della norma della finanziaria che lo accorpa all’INPDAP), per anni non ha presentato bilanci ed è stato per questo sotto l’attenzione del ministero delle finanze che lo aveva già soppresso (per poi reintegrarlo su pressione di deputati amici dell’ente). Ma il patrimonio accumulato e non speso ha fatto gola ad un governo in affanno e alla fine la stoccata finale è stata portata, con un piccolo emendamento nell’ultima finanziaria.
Lo scandalo però non è che si chiuda un ente che da molto tempo era stato segnalato fra quelli inutili, perché fornitore di prestazioni doppione di quelle erogate da ENPAS ed INPDAP, e che per lo più spende il proprio patrimonio (il 22%) a mantenere sé stesso, i propri dipendenti e soprattutto i propri dirigenti con stipendi a cinque zeri.
Lo scandalo vero non è solo che con la soppressione dell’ente non viene eliminata la trattenuta sul cedolino stipendiale , che si va a sommare, anzi a triplicare a quella già operata dall’INPDAP (0,35% della busta paga).
Il vero furto è che questi soldi verranno inglobati dall’INPDAP e sottratti ai lavoratori della scuola primaria e dell’infanzia!
Per questo noi chiediamo non solo l’eliminazione delle trattenute ENAM dal 30 luglio 2010 in poi, ma la restituzione delle somme versate, anche in termini di accumulo ai fini del Trattamento di Fine apporto, alla categoria a cui appartengono e devono ritornare.
Stiamo valutando l’opportunità dell’azione legale e invitiamo tutti i colleghi interessati a prendere contatto con la nostra sede per lasciare i propri riferimenti.