Farsa chiamata diretta: il Miur accetta la proposta dei sindacati complici ma loro non la firmano
La “chiamata diretta per certificazione” voluta da CGIL, CIS, UIL e Snals è passata, ma nella come nelle peggiori farse i quattro sindacati decidono di non firmare l’accordo che loro stessi hanno voluto e contrattato, lasciando nelle mani dei lavoratori il cerino acceso della chiamata diretta. Il MIUR procederà con un atto unilaterale accettando l’impianto di fondo della proposta sindacale, con indicatori che nulla hanno a che fare con il lavoro che tutti i giorni gli insegnanti svolgono nelle classi, condannando i docenti ad una corsa al “pezzo di carta” che certifichi una serie inutile di attività svolte al di fuori della classe che nulla ci dicono sul valore reale del lavoro fatto con gli studenti tutti i giorni per un intero anno scolastico.
I sindacati collaborazionisti, anziché lottare contro qualsiasi forma di chiamata diretta, hanno avvalorato un sistema che azzererà l'anzianità di servizio e svilirà il lavoro svolto nelle classi; hanno preferito prima mettere sul tavolo la “chiamata diretta per certificazione” per chiudere un accordo con il MIUR che salvasse la loro funzione di stampella del governo, per poi abbandonare i lavoratori alla stessa tipologia di chiamata dopo le proteste arrivate dalla base e dai docenti tutti.
Il governo mostra ancora una volta il totale disprezzo per il bagaglio di esperienze e di lavoro che i docenti neoimmessi hanno accumulato nei lunghi anni di precariato, togliendo qualsiasi valore all’autoformazione sul campo e al lavoro faticosamente portato avanti giorno dopo giorno, nonostante la condanna ad anni di instabilità lavorativa, valorizzando invece tutta una serie di “certificati” acquisiti on-line o esperienze di tutoraggio che valorizzano solo il lavoro di gestione della scuola e non il lavoro didattico con gli alunni. Si apre per tutti noi una stagione di lotta contro le storture che si determineranno nelle scuole con le decisioni dei Dirigenti Scolastici.