Fioramonti vuole abolire il bonus merito. USB Scuola: sarebbe anche ora!
Il ministro dell'istruzione Fioramonti ha dichiarato in un'intervista a radio Capital che il bonus merito andrebbe abolito, perché avrebbe addirittura l'effetto opposto rispetto a quello auspicato. Non servirebbe, secondo il nuovo responsabile di Viale Trastevere, incentivare quello che è già parte del dovere di ogni singolo docente, per ottenere dalla classe docente l'impegno dovuto.
Noi non possiamo che ribadire la correttezza delle nostre posizioni, mantenute ferme sin dall’introduzione della “Buona Scuola” nel 2015. Lanciammo allora una campagna intitolata “A tutti o non lo vogliamo” e da allora abbiamo sempre rifiutato il bonus premiale.
Lo abbiamo fatto perché non crediamo nella logica del merito e vale solo la pena sottolineare come sia ben difficile definire il merito in un contesto così complesso come quello dell'insegnamento/apprendimento. Quando è meritevole un insegnante? Se tutti i suoi allievi diventano persone di successo? Se hanno buoni risultati negli studi successivi? Se hanno una vita felice? E tutto questo accade grazie alla scuola? Grazie a quali docenti? O nonostante quali di essi? Se il docente in questione è disponibile a fare ore e ore di lavoro aggiuntivo, di tipo organizzativo e burocratico? Bastano queste poche domande retoriche per capire che stiamo parlando di qualcosa che non è misurabile con facilità, o forse non lo è per nulla, e tanto meno lo è da parte di un dirigente che non ha gli strumenti né la distanza necessaria per valutare il merito dei docenti con cui convive sotto lo stesso tetto per quasi tutto l'anno. D'altronde, come abbiamo sempre sostenuto, la scuola non è un'azienda: ha logiche completamente diverse.
La realtà è che il primo modo per motivare la classe docente è retribuirla in modo dignitoso e riconoscerle il fondamentale ruolo sociale di essere strumento di costruzione del futuro di un paese, di cui forma le nuove generazioni, consentendole di lavorare in contesti sicuri, attrezzati e accoglienti, con classi non troppo numerose e condizioni di lavoro stabili.
Non abbiamo mai creduto che la contrattazione del bonus, che i sindacati concertativi hanno sbandierato come una vittoria, possa e rappresentare una soluzione. Prima di tutto vengono contrattati solo i criteri di assegnazione, contrattazione che si scontra spesso con la necessità che i Dirigenti Scolastici hanno di “premiare” i loro collaboratori oberati di lavoro (quasi tutti i dirigenti hanno reggenze e sono dunque meno presenti di quello che dovrebbero su istituti sovradimensionati, spesso su più sedi o plessi, con numeri di alunni che ormai superano facilmente le 1000 unità). Tale contrattazione può, se le RSU non sono più che vigili e consapevoli, degenerare in un mercanteggiare in cui ciascuno porta a casa qualcosa per sé o per il gruppo di docenti cui è maggiormente legato, secondo una logica clientelare intollerabile. Infine, negli istituti dove i Dirigenti hanno imposto la loro visione, spesso il bonus ha creato inaccettabili distanze tra la retribuzione base e quella di chi si rende disponibile alle richieste della dirigenza, più o meno sensate che siano, più o meno essenziali per la scuola.
Saremo dunque ben contenti se il ministro Fioramonti abolirà il bonus merito, che abbiamo sempre rifiutato e continueremo a rifiutare, tanto più che anno dopo anno, taglio dopo taglio, i fondi per il merito si sono ridotti sempre più e oggi rappresentano davvero una presa in giro per il corpo docente. Benissimo se verranno redistribuiti sugli stipendi di tutti i docenti, nella consapevolezza che, data la loro scarsa consistenza, essi non possono bastare per un aumento degno di questo nome.
USB Scuola conferma il suo rifiuto del bonus merito e la richiesta di aumenti credibili e dignitosi, per il rinnovo di un contratto scaduto da quasi due anni, un aumento di almeno di 300 € mensili per tutti i lavoratori della scuola, per recuperare quanto perduto nei dieci anni di blocco contrattuale e neanche minimamente recuperato con lo scorso scellerato rinnovo.