Giuseppe come Lorenzo, ucciso a 16 anni dalla formazione professionale. Basta alternanza scuola lavoro, bloccare i protocolli con le aziende

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I Corsi di formazione professionale hanno ucciso per la seconda volta in meno di un mese. Dopo Lorenzo Parelli, il diciottenne morto in un capannone alle porte di Udine il 21 gennaio, oggi è stato il turno di un sedicenne di Monte Urano, Giuseppe Lenoci, straziato tra le lamiere di un furgone a Serra de’ Conti, in provincia di Ancona. Giuseppe stava svolgendo un tirocinio in una ditta di termoidraulica ed era a bordo, come passeggero, del mezzo uscito di strada e schiantatosi contro un albero. Frequentava l'ultimo anno del centro di formazione professionale Artigianelli di Fermo, a giugno avrebbe conseguito il diploma di operaio specializzato in termoidraulica. Inutili i soccorsi.

Come inutili sono state le chiacchiere che a valanga hanno seguito la morte di Lorenzo, comprese le tardive esternazioni del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi sul superamento dell’alternanza scuola lavoro e dei modelli collegati.

USB torna a chiedere la fine dell'alternanza scuola lavoro, della scuola azienda, e la revisione totale dei modelli della formazione professionale, questa specie di serie B dell’ingresso nel mondo del lavoro riservata ai ragazzi che alle medie ricevono il bollino “scarso”, il 6 o giù di lì, e per questo vengono gettati nel calderone del lavoro non qualificato. Un calderone in cui sguazzano le aziende che piegano la formazione alle loro esigenze, con tutto quel che ne consegue per la sicurezza e la salute dei giovani.

USB torna a chiedere il blocco dei protocolli con le aziende private e la ridiscussione del tema del futuro lavorativo dei giovani. Chiede anche all’ineffabile ministro Bianchi che fine abbia fatto la promessa riforma degli istituti professionali, in cui la componente culturale e quella laboratoriale interna alla scuola è stata impoverita per dare sempre più spazio alla formazione in azienda.

USB supporta e aderisce alle iniziative di protesta annunciate da OSA, Organizzazione Studentesca d’Alternativa. Non è più tollerabile che la salute e l’incolumità dei ragazzi siano trattate con la stessa noncuranza con la quale ogni giorno in Italia si procede alla sanguinosa registrazione contabile dei morti di lavoro.

Unione Sindacale di Base