GPS: Cgil, Cisl e Uil vogliono scuole senza docenti
L’USB ha denunciato con forza gli errori presenti nelle GPS, chiedendo a tutti i provveditorati di accettare i reclami e procedere ad eventuali rettifiche, ma riteniamo la richiesta di annullamento delle GPS da parte di Cgil, Cisl e Uil un colpo di coda che ha l’obiettivo di non mandare i docenti nelle scuole e creare il caos. L’utilizzo delle graduatorie d’istituto scadute, oltre che impossibile normativamente, determinerebbe una disparità gravissima nei confronti di tutti quei lavoratori che si sono inseriti quest’anno nelle GPS o che hanno acquisito il titolo di sostegno attraverso il TFA e che si vedrebbero defraudati della possibilità di concorrere alle supplenze come specializzati e di ottenere un contratto prima dell’inizio della Scuola.
USB Scuola chiede l’avvio delle procedure di convocazione, consentendo ai docenti di prendere subito servizio a scuola, e di procedere a verificare tutti i reclami: qualora si individuino errori effettuando in autotutela nuove convocazioni esclusivamente per quei casi.
L’idea di mandare la scuola allo sfascio sulle spalle dei lavoratori per dimostrare che il ministro ha sbagliato non ci è mai piaciuta, per noi vengono prima i lavoratori e la scuola pubblica statale.
Lo scenario che si prospetta con la proposta di Cgil, Cisl e Uil è terribile: annullate le GPS in attesa delle verifiche, impossibilità di utilizzare il vecchio sistema perché ormai decaduto, inizio della scuola senza docenti e, in caso di ripartenza della pandemia, tutti in DaD. A quel punto che fine fanno i precari delle GPS/GI? I posti, forse, verranno assegnati tramite MaD, tornando ad un sistema altamente personalistico e incontrollabile, direttamente alle dipendenze del DS? Sicuramente in questo panorama i docenti in servizio saranno sovraccaricati di classi e incombenze...
Questo forse vogliono Cgil, Cisl e Uil perché hanno perso qualsiasi potere contrattuale, hanno già da un pezzo perso la fiducia persino dei loro tesserati e di conseguenza fingono una lotta contro il ministero, ma la portano avanti sulla pelle dei lavoratori e sui loro diritti.