Graduatorie, concorsi e future mobilitazioni
USB ha deciso di non accogliere l’invito dei Cobas per lo sciopero dell’11 settembre.
Non lo accogliamo perché crediamo che la soluzione al precariato non possa essere il precariato eterno, ma una soluzione strutturata e credibile che parta dall’immissione in ruolo immediata di chi da anni lavora nella scuola, senza altri “stazionamenti” in graduatorie infinite, unita alla trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, superando quel gioco delle tre carte che il Ministero orchestra da anni per non rivelare i veri fabbisogni della scuola italiana.
Chi ha vissuto sulla propria pelle la storia del precariato scolastico sa benissimo che le GaE sono state un inferno per migliaia di precari, in attesa di un'immissione in ruolo continuamente rimandata per colpa dei tagli, arrivata poi per molti con la devastante legge 107 e il tristemente noto algoritmo che li ha trasformati in docenti di ruolo precari.
L’emendamento di riapertura delle GaE non risponde in alcun modo alle esigenze di garanzia che giustamente richiedono i diplomati magistrali immessi in ruolo e tanto meno a quelle di tutti i precari che hanno più di 36 mesi di servizio, la cui stabilizzazione deve essere immediata, perché si possano garantire le professionalità acquisite sul campo e per consentire una vera continuità didattica.
La stagione dei ricorsi ha generato solo conflitti fallimentari tra lavoratori, permettendo a chi l’ha promossa di raggiungere i propri obiettivi in termini di rappresentatività ed agibilità sindacale, lasciando come eredità l'individualizzazione e la frammentazione dei lavoratori della scuola e una costante guerra tra poveri.
Conosciamo bene la storia del precariato e delle lotte dei precari, che se hanno avuto un merito ai tempi di Berlinguer o in epoca della riforma Gelmini, è stato quello di cercare obiettivi comuni e rivendicare l'immissione in ruolo per tutti i lavoratori della scuola docenti e ATA. Proprio per questo non pensiamo che l’esperienza delle GaE debba essere ripetuta ancora con l’obiettivo di “parcheggiare” i precari in attesa di soluzioni che invece possono e devono essere trovate. L'immissione in ruolo immediata di tutti i precari con 36 mesi di servizio e il rientro dei docenti immobilizzati sono due obiettivi che possono essere raggiunti attraverso una lotta organizzata e collettiva per ottenere:
1) la trasformazione dell’organico di fatto in diritto;
2) il ripristino del tempo prolungato al Nord e la sua effettiva istituzione al Sud Italia;
3) la diminuzione del numero di alunni per classe;
4) la trasformazione dei posti in deroga sul sostegno in organico di diritto;
5)il reale stanziamento di un adeguato organico di sostegno;
nonché per l'assunzione del personale ATA
6) un contingente adeguato stanziato sui fabbisogni delle scuole e non appiattito sul turn over.