Grave attacco al diritto di sciopero nella scuola
La commissione di garanzia per gli scioperi nasce con il compito di attuare la cosiddetta legge “ammazzascioperi”, la 146/90, e negli ultimi anni si è impegnata al massimo per garantire tutte le limitazioni possibili all’esercizio del diritto allo sciopero sancito dalla Costituzione.
Il prossimo 5 novembre la commissione incontrerà l’ARAN per limitare ulteriormente il diritto di ogni lavoratrice e lavoratore della scuola ad esercitare questo fondamentale istituto: lo sciopero.
Lo scopo, a loro dire, è limitare il disservizio ed evitare assenze degli studenti attraverso due strumenti che riteniamo assolutamente antisindacali se non anticostituzionali:
- L’obbligo di comunicare al Dirigente Scolastico (DS) l’adesione o meno allo sciopero;
- L’obbligo di indicare agli utenti le organizzazioni sindacali che abbiano proclamato lo sciopero, le motivazioni dello stesso e rendere noti i dati relativi alle adesioni registrate nelle ultime manifestazioni proclamate dalle stesse sigle sindacali.
Ad oggi il DS ha l’obbligo di chiedere se il lavoratore abbia intenzione di aderire ad uno sciopero, ma il lavoratore non ha l’obbligo di rispondere a tale richiesta (ricordiamo che l’eventuale risposta ha carattere vincolante e non sono previsti ripensamenti). Lo sciopero ha come scopo quello di portare all’attenzione delle istituzioni di riferimento e della cittadinanza intera le problematiche che richiedono soluzioni urgenti. L’attenzione viene attirata proprio causando il disservizio, spiegandone i motivi e coinvolgendo le famiglie che subiscono le stesse politiche.
Tutto ciò, ovviamente, prescindendo dalle sigle sindacali che proclamano lo sciopero. Sta al singolo lavoratore verificare la credibilità, l’affidabilità, la coerenza della sigla e della piattaforma rivendicativa e valutare la propria adesione.
La proposta della commissione di garanzia si configura come l’ennesimo attacco al diritto di sciopero, in particolare nei confronti delle sigle combattive, dei sindacati che operano per tutelare con ogni mezzo consentito i diritti dei lavoratori, di USB che negli ultimi anni è l’unica organizzazione ad avere portato avanti piattaforme coerenti e condivise con i lavoratori nelle assemblee (che non a caso, ci sono state vietate il prima possibile) ed un favore a cgil-cisl-uil, in considerazione del fatto che sono anni che i concertativi non proclamano e non portano avanti un’azione di sciopero (l’ultimo sciopero, quello del 17 maggio, è stato revocato in cambio di promesse lanciate al vento dal governo allora in carica) e che il loro ruolo è solo quello di spalla del governo di turno in tutela dei propri interessi.
USB è pronta ad agire per assicurare il diritto di ogni lavoratrice e lavoratore a scioperare, a creare un disagio, a scegliere da quale sindacato farsi tutelare.