Il 'governo del cambiamento' premia i presidi e abbandona i docenti
È di un paio giorni fa la notizia della firma dell’ipotesi di rinnovo contrattuale per i dirigenti scolastici, con Anp-Cgil-Cisl-Uil che festeggiano per un aumento stipendiale che, tra equiparazione della parte fissa e risorse aggiuntive, si tradurrà in un aumento mensile di 540 euro nette. Il governo del cambiamento, che per docenti ed Ata non riesce a trovare più di 40 euro (lordi) di aumento mensile e che pare li escluderà dalla quota 100 (una delle classi docenti più anziane d'Europa), con il beneplacito di Cgil-Cisl-Uil-Anp, trova i soldi per premiare 8000 dirigenti scolastici, che hanno contribuito in questi anni alla trasformazione della scuola pubblica statale in una struttura gerarchica, svuotando anno dopo anno di valore, contenuti e dignità gli organi collegiali, creando una scuola progettificio in cui l’insegnamento ha sempre meno importanza, spingendo con forza per l’alternanza scuola-lavoro e la didattica per competenze, utilizzando sempre più lo spauracchio di provvedimenti disciplinari come strumento di controllo sui lavoratori della scuola. Ancora una volta questo governo mostra di avere un’idea di scuola che parte dall’alto, ignorando coloro che consentono giorno per giorno al sistema di istruzione pubblica di funzionare ed andare avanti, costretti questi ultimi a confrontarsi con una dirigenza scolastica che mostra scarsissime capacità dirigenziali e una tendenza pericolosa al comando autoritario. Crediamo che prima di “premiare” i dirigenti scolastici, bisognerebbe che Miur, Usr, Usp operassero serie verifiche sul loro operato quotidiano, caratterizzato da continue violazioni dei contratti e scarsa conoscenza della normativa. Una dirigenza scolastica, quella italiana, che da un lato pretende di essere equiparata alla dirigenza della pubblica amministrazione, ma che, dall’altro, mostra una totale assenza di qualsiasi conoscenza giuridica delle norme contrattuali, delle modalità di funzionamento di strutture complesse come le istituzioni scolastiche, attraverso un arbitrio gestionale che ricorda spesso piccole monarchie feudali.
USB Scuola ritiene inaccettabile ed offensivo un contratto che ricompensa la dirigenza al fine di portare a compimento un lungo percorso di assoggettamento psicologico, completamente avulso dalla realtà contrattuale, dei lavoratori della scuola a burocrati scolastici ormai lontani dalle aule e dalla vita didattica e pedagogica delle istituzioni che dovrebbero guidare e garantire. La firma da parte dei sindacati gialli, collaborativi a prescindere dal colore del governo in carica, ben rappresenta l'idea di scuola che questi hanno: un regime privatistico e ricattatorio nei confronti dei lavoratori, soprattutto dei più deboli, dei precari.
Continueremo a rivendicare in ogni sede e in ogni piazza una scuola realmente pubblica, aumenti stipendiali giusti e dignitosi per docenti e personale ATA e l'abolizione di ogni forma di rapporto privatistico nella scuola.