IL GOVERNO DEL FARE DIMENTICA LE GRADUATORIE - Dietro gli annunci pubblicitari di Renzi c'è il caos nelle convocazioni dei supplenti brevi
Eravamo stati facili profeti nel pronosticare che l'operazione rinnovo graduatorie di Istituto docenti difficilmente avrebbe dato i risultati ambiziosi che si era prefissa questa nuova amministrazione, ormai a tutti nota tanto per l'attivismo oltranzista che per l'ottimismo sprovveduto.
Ma, un po' per non apparire gufi (pur non temendo le cacce alle streghe di qualsiasi forma), un po' forse per mancanza di immaginazione, neppure noi ci eravamo spinti ad ipotizzare uno scenario come quello che sembra profilarsi ad anno scolastico iniziato.
Uno scenario che comincia ad apparire come uno dei più catastrofici in una materia che di pagine poco felici ne ha conosciute parecchie. E ciò nonostante le segreterie abbiano lavorato incessantemente tutto il mese d’agosto per rispettare le scadenze imposte dal Miur, salvo poi scoprire che i sistemi informatici non sempre registravano tutti i dati inseriti.
Mai come quest'anno la situazione sembra prospettare un caos totale, una debacle vera e propria, ad opera proprio di chi aveva promesso la rivoluzione copernicana di graduatorie definitive pronte all'uso all'apertura delle attività didattiche.
E a questo punto non c'è bisogno di gufi per prevedere che le supplenze saranno assegnate in una situazione di confusione totale, con danno massimo per coloro che, attirati dalla promessa di avere assegnati subito posti più stabili, si erano precipitati ad acquisire in tempo un titolo abilitante pagato una volta tanto a prezzi non certo da deflazione. Danno non minore in ogni caso per le scuole e gli studenti, vista la quantità di posti da coprire in particolare per quel che riguarda l'ambito cruciale del sostegno.
L'aspetto più avvilente della vicenda è che chi approfitta di ogni pulpito per predicare responsabilità e trasparenza, non appare a tutt'oggi granché disposto a fornire spiegazioni sulle cause di questo clamoroso fallimento. A nostro modo di vedere, preparati o meno, l'ora dell'interrogazione su questa materia per il Governo, il Ministro, e l'amministrazione del MIUR, non sembra più rimandabile. Interrogazione che a questo punto ci piacerebbe fosse parlamentare.