Il ricatto della DAD: per la scuola non è stato fatto nulla!
L’anno scolastico è ripreso. Gli studenti secondo il Ministro Bianchi devono essere tutti in aula al 100%. Ma nulla in due anni è stato fatto per modificare gli spazi degli istituti scolastici, che, come abbiamo molte volte detto, sono vecchi, spesso fuori norma (più della metà degli edifici, per fare un esempio, non ha il certificato di agibilità statica) e gli spazi non sono adeguati.
Il CTS ha derogato sulla distanza di un metro tra le rime buccali degli studenti, distanza che già ben poco garantiva, essendo i metri cubi di aria a disposizione di ciascuno studente nell’aula la vera questione. Tale deroga viene fatta passare per una questione di casi eccezionali. Quello che il CTS e il MI non dicono è che invece moltissime, soprattutto nelle scuole superiori, necessitano di tale deroga. Così, magicamente, aule dove l’anno prima si stava in 12 ora sono agibili per 20, 23, 25, 30 studenti.
Oggi, nelle scuole italiane, siamo nuovamente ammassati: circa 369mila studenti, dicono le fonti di stampe, si trovano in aule sovraffollate, con più di 25 studenti e ove gli studenti siano meno, le dimensioni delle classi (classe meno numerosa aula più piccola) le rendono possibili focolai.
Ma la cosa più grave è che lavoratori e studenti sono sotto ricatto: denunciare le mancanze strutturali, le situazioni a rischio potrebbe costringere nuovamente tutti alla DAD, esperienza che nessuno vuole ripetere. Alcuni Dirigenti Scolastici già vi ricorrono, almeno un giorno a settimana, a causa dell’elevato numero degli studenti in edifici inadeguati. È quello che accade ad esempio all’Istituto Tosi in provincia di Varese, che a fronte di 2500 studenti, ha un edificio che può reggerne 1700.
In un anno e mezzo di pandemia, con tutti i soldi che sono stati riversati sulle scuole, nessun intervento strutturale è stato fatto; non sono stati reperiti altri spazi ed edifici già inadeguati ora si rivelano delle vere e proprie trappole per lavoratori e studenti e anche il PNRR investe troppo poco in edilizia scolastica, preferendo riversare le risorse in un ulteriore intervento di aziendalizzazione della scuola.
Il green pass ha tenuto banco per settimane, ma solo il 6,1% del personale scolastico non è vaccinato, dice la Fondazione Gimbe; quindi, si tratta nei fatti di un falso problema, che nasconde le questioni reali: nessun vero investimento per una scuola in presenza e di qualità. Gli stessi posti scoperti di sempre, lo stesso precariato di sempre, gli stessi edifici inadeguati, i protocolli che si stanno allentando, la fornitura di mascherine che resta affidata a FCA, la stessa azienda che ha riconosciuto di averne prodotte centinaia di migliaia fuori norma e in più il ricatto: se non vi sta bene la sola strada è la DAD, perché spazi non ce n’è.
USB Scuola denuncia questa situazione e pretende un intervento serio e strutturale sull’edilizia scolastica, ormai in una condizione inaccettabile. Vogliamo fare scuola, vogliamo farla in presenza, vogliamo farla in sicurezza.