IN PIAZZA PER DIFENDERE LA SCUOLA E IL LAVORO

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IN PIAZZA PER DIFENDERE LA SCUOLA E IL LAVORO

 

Manifestazioni dei precari a Roma e altre città contro il trucco del concorso – I precari ATA si mobilitano anche a Reggio Calabria

 

A Roma centinaia di docenti precari hanno manifestato sotto le finestre del MIUR contro la “truffa” di un concorso che sa di ennesima beffa per i precari storici e di presa in giro per quanti sperano di entrare nell’insegnamento. Il presidio (al quale USB aveva espresso solidarietà) era stato lanciato dai “precari uniti contro i tagli”, proprio nel giorno in cui i sindacati complici avevano in programma un incontro col ministro Profumo in merito al concorso. Non sappiamo cosa sia venuto fuori dall’incontro, ma dubitiamo vi sia stata una presa di posizione definitiva. Il punto non è il concorso pubblico come metodo di ingresso (il primo a non gradirlo è proprio il governo che preferirebbe altre forme di reclutamento, magari con chiamata diretta da parte dei presidi), ma il taglio di 133.000 posti di lavoro in 3 anni. Se pensiamo che negli scorsi giorni sono stati assunti in ruolo colleghi che avevano superato il concorso nel 1990, capiamo come la retorica dello svecchiamento o del merito sia solo uno stratagemma per distogliere l’attenzione su come i governi degli ultimi 10 anni abbiano sbranato la scuola. Ora viene fuori che la colpa sarebbe di quelle centinaia di migliaia di precari che hanno già sostenuto corsi si specializzazione, hanno decenni di esperienza e ai quali non si vuole riconoscere il naturale diritto alla stabilizzazione. E così, se un neo-laureato non è nelle graduatorie per essere assunto in ruolo, la colpa non è di chi ha ridotto le nostre classi a celle super affollate, ma di chi, pur con un contratto precario, si danna per garantire l’esistenza di una scuola pubblica. Con le proteste di oggi (sappiamo che ce ne sono state di analoghe a Bologna, Firenze, Genova e ci scusiamo per le città di cui non abbiamo notizia mentre scriviamo queste righe), i precari dimostrano che non sono caduti nella trappola: non si scanneranno con i loro colleghi neo-laureati e si mobiliteranno per il ripristino degli organici, unica possibile ricetta per dare qualità alla scuola.

E’ fondamentale ora unire tutte le vertenze, frutto dei tagli che hanno colpito la scuola. Ci giunge notizia che, dopo le proteste spontanee a Torino, dopo il presidio organizzato da USB a Bologna, a Reggio Calabria centinaia di precari ATA hanno cinto d’assedio il Consiglio Regionale per reclamare il rispetto del piano sulle assunzioni e l’avvio rapido delle convocazioni per gli incarichi annuali su tutti i profili. Non solo infatti incombe ancora la minaccia dell’art. 14 della spending review che elimina migliaia di posti di assistente amministrativo e tecnico in tutto il paese, la Calabria subisce tagli per via di uno dei più feroci piani di accorpamento di scuole che si sia visto nel paese. Parliamo di un territorio che ha già visto 1.500 posti ATA volatilizzarsi in 3 anni. Il nostro responsabile a Reggio Calabria ci ha informato che i precari sono stati ricevuti dall’assessore alla scuola e hanno presentato le proprie richieste. L’assessore ha promesso un incontro entro la settimana con i vertici dell’USR per trovare delle soluzioni. Ci auguriamo che l’assessore non intenda tutelare la scuola nello stesso modo in cui ha permesso la sparizione di moltissime scuole accorpate. Di incontri in questi anni ne abbiamo avuti tanti, specie in Calabria. Ora tirino fuori i soldi per le assunzioni o si preparino ad una protesta lunga e decisa.