LA CONTRORIFORMA DEL SOSTEGNO
Intervento dell'USB P.I. Scuola al Convegno "La delega del sostegno: inclusione o esclusione? Il docente di sostegno e la continuità didattica. Come cambia la Legge 104" – Roma 24 febbraio 2017
Occorre partire da alcune premesse sostanziali per comprendere quanto sta accandendo alla scuola pubblica statale in questi ultimi mesi analizzando la controriforma con la quale, attraverso l'approvazione di ben otto leggi-delega, il governo Gentiloni vorrebbe portare a compimento quanto la legge 107 "Buona scuola" aveva avviato nel 2015. Molti interventi nel corso di questo convegno hanno ricordato come i vincoli alla spesa pubblica siano limiti ingiusti che anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010 aveva indicato impossibili da riconoscere come validi motivi per negare il diritto allo studio agli studenti con disabilità. A chi sostiene che la razionalizzazione delle risorse e i tagli mascherati da una semantica di mera propaganda sono necessari per imparare a spendere meglio la nostra spesa pubblica diciamo che occorre riflettere anche su come si spendono i soldi pubblici visto il recente salvataggio delle banche (20 miliardi di euro), l'aumento della spesa militare del 21% rispetto allo scorso anno, l'evasione fiscale che secondo i dati Istat si aggira intorno al 18% del Pil cifra che da sola garantirebbe l'azzeramento del debito pubblico.
A quei genitori che si chiedono come si sia potuti arrivare a mettere in discussione la legge 104 in così poco tempo e senza alcun confronto con gli attori coinvolti abbiamo detto come già in alcune pubblicazioni della fondazione Treelle trovammo e denunciammo fin dal 2009 quelle che oggi a tutti gli effetti sono le premesse di questa legge-delega sul sostegno. Così abbiamo sempre guardato con grande criticità a quanto veniva agitato dall'onorevole Faraone in merito alla necessità di una riforma del sostegno scolastico negli ultimi due anni, riforma peraltro auspicata inspiegabilmente anche da alcune associazioni come la FISH. L'unica cosa che abbiamo visto errata nella legge 104 nel corso degli ultimi anni è la sua non ancora piena applicazione, cosa che ci ha spinto a porre spesso alcune domande all'amministrazione: perché non esiste un monitoraggio effettuato dal MIUR sullo svolgimento dei GLHO e dei GLHI/GLI? Perché non vengono sanzionati i dirigenti scolastici che costituiscono classi con più di 20 alunni in presenza di studenti con disabilità? Perché non vengono sanzionati quegli USR che negano il diritto allo studio sottraendo ore di sostegno cosa che costringe i genitori a ricorrere faticosamente ogni anno?
L'aumento di studenti con disabilità nelle scuole superiori di primo e secondo grado negli ultimi anni ha comportato certamente un aumento delle risorse di sostegno, costi economici che già nel 2015 nelle slides della "Buona scuola" venivano esplicitamente definiti "insostenibili per la finanza pubblica". La società italiana, invece, dovrebbe salutare questo aumento di studenti nelle scuole superiori come un significativo successo dell'istituzione scolastica che costituisce ormai l'unica risposta dello Stato italiano alle famiglie di studenti con disabilità: dopo la scuola non c'è più nulla, ribadiscono spesso i genitori. Piuttosto che distruggere il modello scolastico inclusivo italiano non è forse il caso di esportare le pratiche migliori sperimentate nelle scuole italiane anche nella società? I dati ci dicono che dopo la scuola, a partire dal mondo del lavoro, l'inclusione è quasi inesistente.
Nel corso della giornata molte riflessioni si sono concentrate sul tema della continuità didattico-educativa. Ebbene, USB Scuola ritiene che un aumento della discrezionalità dei dirigenti scolastici sulla riconferma o meno del contratto a tempo determinato dei docenti precari impedirà proprio a quei docenti di essere liberi di dissentire e denunciare la mancata applicazione di quanto previsto dalla legge 104 nella propria scuola (anche solo per la mancata convocazione dei gruppi operativi o del gruppo di lavoro sull'inclusione). Di contro da sempre sosteniamo che l'unico modo per garantire la continuità didattica è la stabilizzazione dei precari attraverso la totale trasformazione di tutto l'organico di fatto in organico di diritto.
Riteniamo, però, che non si debba confondere la continuità didattica con un accompagnamento simbiotico per tutto il ciclo degli studi, perché i 5 anni di permanenza sul sostegno garantiscono all'alunno un accompagnamento per ogni ordine di scuola e permettono contemporaneamente al docente di sostegno, dopo questi anni, di transitare tutte le proprie conoscenze in termini di inclusione nel passaggio al posto comune.
L'USB Scuola il 24 aprile del 2015 proclamò insieme ad altri sindacati conflittuali uno sciopero di massa critica contro una legge che più volte abbiamo sostenuto essere inemendabile. A chi si illude oggi di poter modificare e migliorare questi testi di leggi-delega, diciamo che l'esperienza delle richieste di modifica alla "Buona scuola" si è rivelata fallimentare in passato e che qualunque modifica non muterà l'impianto sostanziale di queste otto deleghe che vanno ritirate in toto.
Per tutti questi motivi crediamo che anche in questa occasione occorre tornare alla partecipazione e alla manifestazione del proprio dissenso libero e democratico e diamo appuntamento a tutti i lavoratori della scuola e alle famiglie delle persone con disabilità. Chi non si unirà allo sciopero del prossimo 17 marzo con ogni evidenza si renderà complice e responsabile della sottrazione di diritti che ricadrà sulla pelle dei nostri figli e dei nostri studenti.