LA REGIONALIZZAZIONE SI ARRESTA SOLO CON LA LOTTA: SCIOPERO GENERALE USB 8 MARZO E 12 APRILE
L'assessorato regionale dell'Emilia Romagna difende il percorso, Usb Scuola conferma le giornate di sciopero generale in difesa della Scuola Pubblica Statale
Era il 5 maggio 2015 quando Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas e Unicobas scendevano tutti insieme e “uniti” in sciopero contro la buona scuola di Renzi, promettendo un Vietnam per l’autunno successivo con l’obiettivo di impedire alla Buona Scuola di essere approvata. I confederali furono costretti a indire questo sciopero di emergenza a fronte della giornata di sciopero del 24 aprile indetta, tra gli altri, dall'Unione Sindacale di Base. Noi ricordiamo a cosa ha portato quello sciopero "unitario" del 5 maggio e come l’autunno di lotta si sia trasformato nel lungo inverno della scuola pubblica statale, con la Buona scuola che trovava una forte resistenza solo da parte del sindacalismo conflittuale che ha continuato una strenua opposizione alle deleghe della 107. Oggi la compagine del 5 maggio, con la presenza “significativa” di due organizzazioni di base e nel nome di una presunta unità, peraltro agitata come mantra emergenziale e mai finalizzata a reali obiettivi comuni, firma un documento congiunto contro la regionalizzazione, un appello retorico e ovvio che non opera alcuna critica ai presupposti che hanno portato alla regionalizzazione: l’autonomia scolastica voluta da Bassanini nel silenzio dei sindacati concertativi e la modifica del Titolo V della Costituzione, realizzata sempre dal centro-sinistra nel 2001 senza alcuna opposizione sindacale da parte di Cgil Cisl e Uil. L'attuale appello, che USB non ha sottoscritto, non mette in evidenza il ruolo congiunto che PD e Lega hanno avuto in questo passaggio dal federalismo alla secessione silenziosa. Basti vedere proprio come a chiedere con forza la regionalizzazione sia la “rossa” Emilia e sembra che sia pronto ad accodarsi anche il Piemonte di Chiamparino. Allo stesso tempo, il documento non mette in luce la scarsa resistenza che il M5S sta mettendo in campo e che rappresenterebbe l’unica possibilità di fermare l’asse secessionista di PD e Lega.
Potevamo firmare l’appello per mostrare di essere fintamente unitari, abbandonarci alle vuote retoriche costituzionali che trovano facile presa sul corpo della scuola pubblica da troppo tempo inerme perché piegato dalla legge 107. Invece vogliamo aprire un dibattito politico e culturale ampio sulla mutazione antropologica che sta subendo la scuola pubblica statale, sul ruolo identico che centro-destra e centro-sinistra hanno avuto nello smantellamento dei valori post resistenziali su cui poggiava la scuola del dopoguerra, nonché mettere evidenza come Cgil, Cisl e Uil abbiano rappresentato la stampella di questo progetto di modifica della scuola pubblica appoggiando l’autonomia scolastica e la legge sulla parità scolastica, approvando la legge antisciopero contro cui il sindacalismo di base si è sempre battuto, tutti aspetti però che una parte del sindacalismo conflittuale oggi sembra aver dimenticato.
Alla vigilia delle elezioni europee e in attesa delle prossime elezioni regionali, il centrosinistra politico-sindacale lancia un appello al mondo della scuola per riprendersi quei voti che, a causa delle sciagurate politiche scolastiche degli anni scorsi, il M5S aveva strappato al PD. La debolezza politica del M5S e la sua subalternità alla Lega del ministro Bussetti rendono ancora una volta, come per il referendum costituzionale del 4 dicembre, il mondo della scuola un ago della bilancia della competizione elettorale. Siamo consapevoli che i lavoratori della scuola possono contribuire a modificare gli equilibri di governo: se il M5S perderà il voto della scuola non potrà che essere rimesso in discussione l'attuale governo e insieme anche questo progetto di regionalizzazione dovrà essere fermato. Tuttavia sappiamo che la regionalizzazione viene da lontano e che prima o poi verrà riproposta, perché la cosiddetta autonomia differenziata ha le sue radici nello stravolgimento della costituzione voluto dal centrosinistra.
Il progetto politico-sindacale che vogliamo costruire con i lavoratori parte da qui: dalla consapevolezza del quadro che abbiamo davanti e di chi ha contribuito a delinearlo, ma anche dalla voglia di costruire una soggettività che sia in grado di andare oltre opportunismi, ricerca di visibilità, collateralismi politici e mera rappresentazione di un conflitto che noi animiamo da sempre nelle piazze quando la scuola pubblica statale è in pericolo.
Sappiamo bene che questo processo non riguarderà solo la scuola, ma molti altri settori in primis la sanità ed è quindi necessario combatterlo tutti assieme.
Su questi contenuti e su questi irrinunciabili principi chiamiamo allo sciopero generale tutti i lavoratori per le giornate dell’8 marzo e del 12 aprile.