Riforma 4+2 di Tecnici e Professionali. Per USB Scuola c'è ancora modo di dire no!

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Dopo una stentata sperimentazione di un solo anno, con l’ultimo decreto di Novembre, le scuole superiori tecniche e professionali sono state e sono in questi giorni chiamate a votare a favore o meno del progetto di riforma, dal ciclo quinquennale alla proposta quadriennale, con aggiunta di almeno due anni di istruzione tecnica superiore.
Il DM non prevede alcun quadro orario definito per alcun indirizzo e si preoccupa molto di più che tutto sia pronto per costituire le cosiddette ITS Academy, che supervisioneranno quella che non a caso il MIM chiama la filiera della formazione tecnica professionale. La cosa importante è ridurre ulteriormente il tempo scuola, far entrare a gamba tesa i privati nella scuola statale, dando per scontato che un imprenditore o un artigiano abbiano con più chiarezza dei docenti, dei dirigenti e del Ministero stesso la visione di cosa serva agli studenti che mirano più al mondo del lavoro che al percorso superiore.
Moltissime sono le questioni irrisolte e preoccupanti in questa riforma:
·    Si perde un intero anno di scuola e tutte le sperimentazioni quadriennali stanno in realtà dando risultati pessimi, come certifica la stessa Fondazione Agnelli, che di questi percorsi è sempre stata forte sponsor. Era facile aspettarselo e non ci sono metodologie didattiche innovative che tengano, figuriamoci cosa può accadere se questa scelta viene applicata, come in questo caso, agli studenti più fragili e meno avvezzi allo studio:
·    L’esame di maturità sarà identico e quindi sempre più uno scoglio o una presa in giro, a seconda di cosa decida la commissione di turno:
·    Per ora non si può ridurre l’organico, ma è chiaro che con il tempo i posti di lavoro diminuiranno, a partire da quelli degli Insegnanti Tecnico Pratici;
·    L’ingresso di docenti dal mondo del lavoro produrrà disparità retributive, opacità nella gestione dei fondi, difficoltà nella gestione dei tempi e degli orari;
·    La formazione dei più fragili sarà appaltata alle aziende, che non sono certo enti educativi e formativi, ma società private volte al profitto.

Senza dimenticare che i quadri orari non sono stati forniti, per scaricare anche questo lavoro sui collegi docenti: dicano loro al ministero come deve essere un buon percorso ripensato.
Tutto con una sperimentazione brevissima e nessun risultato da poter valutare. Lo vuole l’Europa: in realtà è il volere del capitalismo nostrano di poter agire sulle menti e sui corpi degli studenti senza alcuna interferenza formativa, esattamente il contrario di quello che bisognerebbe fare in un sano rapporto tra formazione e mondo del lavoro.
Per questo i Collegi devono respingere con forza la riforma: per gli studenti, per la qualità della formazione, per la dignità del proprio lavoro e del proprio ruolo.
I Dirigenti la imporranno:  che la scrivano e la applichino da soli

VOTIAMO NO!