LA SCUOLA NON È TUTTA UN QUIZ!
12 maggio una grande giornata di lotta e di boicottaggio per docenti e studenti
In questi giorni la scuola sta facendo sentire la sua voce di lotta e ferma protesta nei confronti di un modello malsano di valutazione, che si concretizza innanzi tutti attraverso i test INVALSI: gli insegnanti rivendicano con lo sciopero di mansione la propria libertà di insegnamento, gli studenti rivendicano la loro libertà di pensiero attraverso il boicottaggio dei test in moltissime scuole d'Italia.
In una scuola in cui il blocco del contratto dura ormai da sette anni, gli scatti di anzianità sono fermi, il taglio di posti ATA causa ogni giorno problemi di efficienza e sicurezza, la protesta contro la legge 107 e contro il sistema di valutazione INVALSI non poteva trovare un ostacolo nella nuova finta mobilitazione di Cgil, Cisl, UIL e Snals, che propongono un nuovo sciopero di facciata per il 20 maggio, certi così di potersi lavare la coscienza.
«Noi lottiamo ogni giorno nelle scuole per l’unità dei lavoratori e per la loro tutela, perché sappiamo che qualunque attacco è sempre un attacco ai diritti di tutti», sostiene il prof. Luigi Del Prete, membro dell'esecutivo P.I. Scuola di USB. «Per la prima volta anche la Gilda sciopera contro i quiz, dando ragione alla lotta contro i test INVALSI portata avanti negli anni dai sindacati di base. I lavoratori non possono di certo attendere per anni altre simili svolte. Ecco perché ci interessa costruire soprattutto su temi come INVALSI e valutazione l’unità dei lavoratori.», conclude Del Prete.
La valutazione dei docenti per il bonus premiale porterà a compimento un percorso che va dai test Invalsi, al RAV (Rapporto di AutoValutazione delle scuole, reso obbligatorio da quest’anno scolastico) e al Sistema Nazionale di Valutazione. Un attacco ai lavoratori della scuola e alla libertà di insegnamento che l'USB ha sempre contrastato con forza perché la valutazione non solo condizionerà e burocratizzerà la didattica, ma darà avvio a forme di autoritarismo e discrezionalità che già vediamo nascere leggendo di criteri quantomeno assurdi emersi dai comitati di valutazione.
La scuola del “merito” e della “valutazione” è una distorsione e un modello ricattatorio e privatistico che USB contrasterà con ogni mezzo a disposizione, a partire dalla campagna “A TUTTI O NON LO VOGLIO!” contro il bonus che indebolisce l’unità dei lavoratori, li pone sotto ricatto e tratta il delicato processo di insegnamento-apprendimento come una merce.