La scuola non si arruola! No alla sperimentazione su studentesse e studenti organizzata dall'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza!
USB Scuola denuncia l’iniziativa organizzata da AGIA (Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza) che chiede a 4.000 studentesse e studenti se si arruolerebbero per andare in guerra. Il tutto tramite un link dal nome inquietante: “Consultazione guerra e conflitti”. L'iniziativa, rivolta per lo più a minorenni, è mascherata come percorso educativo per testare il piano emotivo dei giovani di fronte alla guerra.
Un’iniziativa ambigua, priva di trasparenza, costruita fuori da ogni controllo democratico e pedagogico, che rischia di trasformare la scuola in un laboratorio di manipolazione sentimentale su temi politici complessi.
La scuola è un luogo di libertà, di formazione di sapere critico ed emancipazione. Non può diventare uno spazio dove si raccolgono e analizzano le emozioni dei ragazzi per orientarne presumibilmente opinioni e percezioni politiche. La scuola pubblica statale deve formare coscienze libere, non addestrare cittadini obbedienti, né normalizzare l’idea della guerra come orizzonte inevitabile dei nostri destini.
Le guerre nulla hanno a che fare con i nostri sentimenti o paure personali: sono l'effetto di interessi economico-politici contrapposti, di competizione internazionale tra potenze concorrenti, di sfruttamento di risorse e persone, di corsa agli armamenti e riarmo.
Ridurre tutto a una dimensione psicologica significa cancellare responsabilità politiche e sociali e non comprendere i processi dentro cui viviamo. È esattamente la logica che rifiutiamo: la depoliticizzazione della guerra per legittimare il sistema che la produce.
Chiediamo l’immediato ritiro di questa consultazione nelle scuole.
Rivendichiamo una scuola che insegni a leggere la realtà, non a subirla.
Pretendiamo che ogni attività su guerra e pace sia costruita da chi insegna, con rigore storico e pedagogico, non da soggetti esterni che sperimentano sulla pelle delle studentesse e degli studenti.
La scuola non si arruola!