La VII Commissione dà il via libera alla Legge "Aprea": in gioco la libertà degli organi collegiali delle scuole.
La proposta di Legge 953 “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali”
Approfittando della chiusura della scuole e delle vacanze d’agosto la VII Commissione della Camera ha proceduto in tutta fretta, con solo 23 deputati presenti, all'avvio della discussione generale e l'adozione del testo base della proposta di Legge 935 (Aprea).
La VII Commissione avrebbe dovuto procedere alla discussione già il 31 luglio, ma la mobilitazione dei comitati precari, associazioni e reti, giustamente contrari al DDL Aprea, aveva provocato lo slittamento al 6 agosto.
Anche se l’adozione del testo base non rappresenta che un atto preliminare e i lavori sulla proposta di legge riprenderanno a settembre, il messaggio che la variegata maggioranza (o dovremmo dire ammucchiata?) che appoggia il governo Monti ha voluto dare a chi si oppone al processo di smantellamento/privatizzazione della scuola pubblica è chiaro: stravolgere la composizione collegiale delle scuole per indebolirne l’effettiva rappresentanza di chi nella scuola lavora o confida per l’educazione dei propri figli:
· creando una sorta di consiglio di amministrazione, il Consiglio dell’autonomia, da cui sarà escluso il personale ATA ma al quale potranno accedere “le realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi”, in modo da porre le scuole sotto il ricatto dei poteri economici locali
· rafforzando la figura del dirigente scolastico che diventa sempre di più un manager che “gestirà le risorse umane (sic), finanziarie e strumentali” a proprio piacimento
· istituendo un Nucleo di autovalutazione “costituito in raccordo con l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI)” che dovrà stendere un rapporto annuale “sulla base dei criteri, degli indicatori nazionali e degli altri strumenti di rilevazione forniti dall'INVALSI” che “è assunto come parametro di riferimento per l'elaborazione del piano dell'offerta formativa e del programma annuale delle attività, nonché della valutazione esterna della scuola”
· aprendo ai capitali privati delle fondazioni, ora membri effettivi del Consiglio
· approfondendo la differenziazione tra le scuole su base regionale e locale
La scuola disegnata dalla legge 935 è simile a un’azienda che deve fare concorrenza alle altre per trovare i fondi (magari privati), che deve macinare profitto e risultati (quelli valutabili con quiz INVALSI), per non trovarsi in basso nel “ranking”.
Il tutto in attesa che vengano “ripescati” gli articoli sul reclutamento attraverso l’albo dei docenti e l’assunzione diretta da parte dei dirigenti che sono stati temporaneamente sospesi, ma che rappresentano il coerente coronamento di questo disegno di scuola-azienda regionalizzata.
L’USB era in piazza il 21 aprile a Milano alla manifestazione indetta dai comitati precari per protestare contro una legge regionale fotocopia dell’Aprea e continuerà ad opporsi alla privatizzazione-regionalizzazione con ogni mezzo necessario per difendere la scuola pubblica, unico patrimonio colpito dalla politica scolastica del governo e dei partiti che lo sostengono.