Le Nuove Indicazioni Nazionali non sono emendabili. Un motivo in più per scioperare il 4 aprile e votare USB alle elezioni RSU

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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha ritenuto necessario lasciare un tangibile segno del proprio passaggio mettendo mano alle linee di indirizzo didattiche per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo, riscrivendo completamente documenti ampiamente condivisi dalla comunità docente e frutto di un lungo lavoro di confronto e ricerca. Questa volta, il coinvolgimento di associazioni di docenti, sindacati e rappresentanze del mondo scolastico è stato soltanto formale e un gruppo di commissioni disciplinari, per lo più di provenienza accademica, ha prodotto un corposo documento che gli insegnanti e gli esperti di didattica hanno immediatamente rigettato perché incoerente, non adeguato alle necessità della scuola italiana, scientificamente inconsistente e, in alcune sue parti, improntato a un’ispirazione etnocentrica, paternalistica e retriva. In seguito alla pubblicazione delle Nuove Indicazioni, il Ministero sostiene di cercare un confronto sui contenuti mediante una frettolosa consultazione di associazioni di categoria e un sondaggio telematico indirizzato alle scuole; di fronte alla levata di scudi su queste modalità, ha annunciato che amplierà nel questionario dedicato gli spazi per inserire commenti e critiche e che addirittura aprirà una casella di posta elettronica dedicata. Non sono queste le modalità con cui si costruisce una reale partecipazione ai processi di costruzione culturale di un Paese: la discussione deve permettere un reale confronto e non può essere condotta a partire da un documento ideologicamente connotato e reazionario. Chiediamo che si promuovano tavoli di lavoro realmente partecipativi per gli elementi delle Indicazioni Nazionali vigenti che effettivamente necessitano di una revisione. Sarà il mondo della scuola a richiederlo, mentre esige immediatamente di considerare le esigenze di studenti e insegnanti con un piano di investimenti e non di tagli, di valorizzazione e non di repressione del pensiero critico, di restituzione di quanto negli ultimi decenni, tra produzione cronica di precariato e aziendalizzazione dell’istituzione, con governi di ogni colore, nel silenzio delle organizzazioni sindacali complici, si è distrutto.  Invitiamo a rifiutare di prestarsi a consultazioni farsa e a mobilitarsi, a partire dallo sciopero nazionale che abbiamo indetto per la giornata del 4 aprile, e a votare USB Scuola alle ormai prossime elezioni RSU del 14-16 aprile