LEGGE DI STABILITÀ E SCUOLA come il governo rastrella milioni di euro da regalare alle imprese

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La Legge di stabilità proposta dal governo contiene misure che aggraveranno le condizioni dei ceti popolari, in particolar modo colpendo le risorse destinate alle regioni (che taglieranno la sanità e aumenteranno la tassazione regionale) e ai comuni (che taglieranno servizi educativi e assistenziali e aumenteranno la tassazione comunale).

Il testo contiene poi una imponente manovra volta a tagliare le tasse alle imprese per ben 18 miliardi, illuminando sul semplice quadro di valori che ispira l’intera Legge di stabilità: tagliare i servizi e attaccare i lavoratori pubblici per reperire risorse pubbliche da regalare a banche, imprese e speculatori.

Un sistema che soddisfa in pieno gli obiettivi della UE. Infatti, la messa in scena del finto scontro tra Barroso e Renzi è servito unicamente al primo per ritagliarsi un ruolo e al secondo per convincere il Paese di quanto siano necessari questi tagli.

 

Breve scheda tecnica a cura dell’USB

 

Proroga del blocco del rinnovo economico del contratto dei dipendenti pubblici, così come denunciato a maggio dall’USB. Nelle intenzioni del governo il blocco, avviato nel 2010, proseguirà almeno fino al 2020.

Taglio di 2020 unità di personale ATA e di 50,7 milioni di spesa. Il governo dice che questi tagli al personali sono possibili grazie all’informatizzazione, ma si tace sul dato per cui tutti gli istituti scolastici sono in realtà sotto organico. Non si dice, inoltre, che tutte le procedure informatizzate hanno creato disservizi e un maggior carico di lavoro per le segreterie (si veda quanto accaduto per il rinnovo delle graduatorie d’istituto). Non comprendiamo poi come si possa informatizzare il lavoro dei Collaboratori Scolastici che si occupano di sorveglianza, pulizia e assistenza alla didattica.

Divieto di nominare il supplente per 7 giorni in caso di assenza del personale ATA. Il lavoro del personale assente dovrà essere svolto dal personale in servizio con ore aggiuntive da parte di un organico già gravato dall’aumento dei carichi di lavoro essendo ridotto all’osso e retribuite col FIS (un fondo così impoveritosi negli ultimi anni di tagli da immaginare una retribuzione ridicola per queste ore di straordinario).

Divieto di nominare il supplente per il primo giorno in caso di assenza dei docenti. Già attualmente il supplente spesso non viene nominato, con questi provvedimenti verrà legittimata tale pratica.

Meno 200.000 euro sul finanziamento all’Istituto per l’Europa di Parma

Meno 30 milioni ai fondi per l’autonomia (Legge 440); dubitavamo ne fossero rimasti visto che ogni anno vengono ridotti.

Meno 10 Milioni, precedentemente destinati a vari progetti nazionali, ma mai spesi.

Forte riduzione degli esoneri sui progetti di educazione fisica.

Divieto di esonero per i collaboratori dei dirigenti. Già erano stati tagliati i fondi per retribuire il vicario, nei periodi in cui sostituisce il dirigente, ora chiedono di svolgere il lavoro senza alcun esonero e con il FIS vuoto.

Espunto all’ultimo minuto dalla legge di stabilità il taglio di 147 milioni, dovuti al ritorno alle commissioni del tutto interne degli esami di maturità, potrebbe ripresentarsi a gennaio 2015 nel decreto scuola. Oltre a reperire fondi, questa misura sarebbe un vero e proprio regalo ai diplomifici e alle istituzioni scolastiche gestite dai privati. Quando questa misura venne introdotta dal governo Berlusconi, assistemmo a una misteriosa impennata dei voti dei candidati delle scuole private.

 

E POI CI SONO LE UNICHE VOCI CON I “PIU’”

 

Più 200 milioni per finanziare le scuole private.

Più 850 milioni per finanziare le missioni militari di “pace”.

 

La stessa Legge prevede lo stanziamento di “1000 milioni” per realizzare il piano sulla buona scuola e le stabilizzazioni; questi soldi sono stati già sottratti abbondantemente al comparto scuola dai precedenti tagli, senza contare i soldi scippati ai nostri rinnovi contrattuali e ai nostri scatti d’anzianità.

 

La prima risposta al governo Renzi i lavoratori della scuola l’hanno data il 24 ottobre con uno sciopero generale. Ogni attendismo e rinvio della lotta per la riconquista dei diritti dei lavoratori è inaccettabile. Di fronte a chi sta distruggendo il Paese è doveroso continuare a mobilitarsi, protestare e scioperare.