Lettera aperta al Presidente dell'Anticorruzione
Al Presidente dell'ANAC
Cantone Raffaele
Al Presidente del Consiglio
Renzi Matteo
Al Ministro dell'Istruzione
Giannini Stefania
L'Unione Sindacale di Base nei mesi scorsi ha denunciato con forza, tra i processi a maggior rischio corruttivo riguardanti le Istituzioni Scolastiche, la "chiamata diretta" dei Dirigenti Scolastici, l'attribuzione del "bonus premiale" e l’assegnazione dei docenti all'organico dell'autonomia.
La stessa Autorità Nazionale Anticorruzione, con Delibera n. 430 del 13 aprile 2016 (Linee guida sull’applicazione alle istituzioni scolastiche delle disposizioni di cui alla legge 6 novembre 2012, n. 190 e al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33), oltre ad individuare questi tre processi come tra quelli a maggiore rischio corruzione, ha colto come noi le complessità e i rischi insiti nella Legge 107/2015 tanto da ritenere necessario che "anche per le Istituzioni Scolastiche Statali debbono essere individuati il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) e il Responsabile della Trasparenza (RT)".
L'assenza di norme chiare sull'attribuzione del bonus premiale (le FAQ ministeriali non hanno valore normativo), l'emanazione di circolari vacue e confuse in relazione all'assegnazione dei docenti all'organico dell'autonomia e l'assenza di qualsiasi controllo da parte degli Uffici Scolastici Regionali sui bandi delle singole scuole e le modalità di assunzione diretta dei docenti, hanno confermato le nostre peggiori previsioni, determinando:
1) l'arbitrio del Dirigente Scolastico nell'assegnazione del "bonus premiale", con Istituzioni Scolastiche che non hanno pubblicato criteri adottati, i nominativi dei docenti “meritevoli” e la distribuzione delle quote premiali ai singoli docenti, violando le più elementari norme di trasparenza negli atti delle Pubbliche Amministrazioni. Ancora più grave è la denuncia, da parte di migliaia di colleghi, dell'assenza di qualsiasi risposta in forma scritta, da parte dei Dirigenti Scolastici, alle continue sollecitazioni dei docenti che chiedevano di comprendere le ragioni della mancata attribuzione del bonus, pur rientrando gli stessi nei criteri individuati dai Comitati di valutazione;
2) la mancanza di controllo sulle scelte dei Dirigenti Scolastici in relazione all'assunzione diretta dei docenti, con gli Uffici scolastici regionali che non hanno monitorato i bandi delle singole scuole e non hanno emanato indicazioni valide per tutte le istituzioni scolastiche al fine di evitare fenomeni di assunzioni clientelari;
3) il mancato rispetto delle indicazioni contenute nei PTOF, delle scelte didattiche operate dai Collegi Docenti, delle delibere dei Consigli d'Istituto e del criterio della continuità didattica, in relazione all'assegnazione dei docenti alle classi e al potenziamento, con Dirigenti Scolastici che hanno determinato uno "spezzatino" orario ed usato molto spesso lo spauracchio del potenziamento (cioè dello svilente servizio “tappabuchi”) per silenziare i Docenti più combattivi che rivendicano i diritti della categoria.
La Scuola Pubblica Statale Laica e Democratica, nata dalle lotte resistenziali e baluardo nell’Educazione alla Legalità, per noi resta ancora una comunità in cui si operano scelte condivise da parte di tutte le componenti, dove i processi decisionali nascono all'interno degli Organi Collegiali e dove tutte le scelte effettuate dai Dirigenti Scolastici devono essere caratterizzate dai canoni della trasparenza e correttezza. La Scuola Pubblica Statale non può trasformarsi in un una nave con un uomo solo al comando che assume, distribuisce denaro e controlla i Docenti, affiancato da uno staff di presidenza pronto ad eseguire le indicazioni del comandante, spezzando qualsiasi legame con il corpo dei Lavoratori e la componente studentesca.
In quanto Organizzazione Sindacale che in questi anni ha lottato per una Scuola Pubblica Statale Libera, Ugualitaria e Democratica, chiediamo un intervento immediato al fine di difenderla dai fenomeni corruttivi e clientelari che si stanno annidando nelle "ampie" maglie della legge 107/15, per consentire ai nostri studenti di continuare a vivere in un luogo di socialità condivise in cui si educa alla dignità e al rispetto degli altri, partendo da coloro che amministrano le Scuole e che in nessun modo possono mortificare proprio quelle professionalità che hanno contribuito alla formazione di intere generazioni di studenti.