L'RdB/USB Scuola chiede un incontro urgente al Ministro Gelmini

In allegato il comunicato e la lettera

Nazionale -

Il mondo della scuola è mobilitato, oramai da due anni, per contrastare i piani governativi sanciti con la legge finanziaria del 2008. In queste settimane si sta svolgendo la forma di lotta più dura per gli insegnanti: lo sciopero degli scrutini.



Si tratta, di dover rinviare il compimento il lavoro di un anno e non si parla di oggetti o di numeri ma di relazioni umane. D'altra parte, il ministro Gelmini non ha mostrato di comprendere questo dato del problema quando notava che il bilancio del suo ministero per il 90% è destinato, appunto, agli stipendi per esseri umani che insegnano/imparano a/da altri esseri umani!



Il ministro Gelmini fino ad ora è stata sorda a qualsiasi istanza, ha pensato che relazionandosi solo con i sindacati a lei compiacenti potesse gestire e controllare la situazione.



Non è così: questo movimento non si ferma, anzi sta dimostrando coraggio e senso del sacrificio.



La manovra finanziaria porrà altri pesanti macigni sulle spalle di tutti noi: blocco dei contratti, del salario aggiuntivo, degli scatti di anzianità, dei pensionamenti e allungamento dell'età pensionabile delle donne (l'80% nella scuola con un'età media sopra i 50 anni) per non parlare dell'effetto dei tagli agli enti locali che sono spesso i principali erogatori di fondi alle scuole per progetti e attività di supporto.



E non è finita: nell'art.8 c.12 viene anche sospeso l'obbligo per i dirigenti scolastici di presentare il Documento Valutazione Rischi fino al 31 dicembre 2010, le scuole cadono a pezzi i lavoratori "scoppiano" e il governo non vuol sapere neanche il perchè!



L'RdB/USB Scuola ha richiesto un incontro urgente al Ministro e ha chiesto anche a tutti gli altri sindacati, promotori e aderenti, allo sciopero degli scrutini di fare la stessa cosa.

Concordiamo con coloro che affermano che la situazione sta precipitando e che ognuno debba fare un passo verso l'altro, per questo invitiamo il Ministro a fare più politica e a relazionarsi con chi per amore della scuola la chiude con uno sciopero.