Ministro dell'Istruzione del Governo Draghi-BCE: prosegue l'attacco alla scuola pubblica statale
USB Scuola accoglie con viva preoccupazione l’avvio del mandato di Patrizio Bianchi al Ministero dell’Istruzione. Di certo possiamo affermare che la parola “Pubblica” non tornerà a illuminare il palazzo di viale Trastevere.
Bianchi non è un “tecnico dell’Istruzione”, ma un economista che ha come faro le linee guida di Lisbona da cui discendono la legge 107 (di cui fu sostenitore), il progetto di smantellamento dei saperi in favore delle competenze, l’alternanza scuola-lavoro (oggi PCTO), e che spingono verso la riduzione di un anno dei Licei, la revisione dei percorsi tecnici e professionali in un’ottica di formazione aziendale, attraverso anche una “forte essenzializzazione del curricolo” (ovvero, meno saperi perché tanto a nulla valgono per le aziende, che necessitano di manodopera il più possibile acritica).
Detto in sintesi, il neoministro è un fautore di quella scuola tagliata sulle esigenze di Confindustria, del tutto disinteressata alla formazione critica e alla crescita di futuri cittadini consapevoli.
Da qui l’idea, già del passato governo, di utilizzare il Recovery Fund per spingere sulla digitalizzazione della didattica, intesa sempre più come didattica a distanza da utilizzare in ogni occasione utile, dall’emergenza maltempo alla malattia del docente, alla quale si uniscono progetti a “costo zero” come la valutazione degli insegnanti, l’introduzione di criteri di efficienza dei docenti e un sempre maggiore impulso all’autonomia scolastica.
Il neoministro non dimentica il problema del precariato. Il documento elaborato dal comitato di esperti che Bianchi dirigeva su mandato della ministra Azzolina prevede un reclutamento “emergenziale” dei precari che però in questo esatto momento stanno svolgendo l’assurda prova concorsuale che USB Scuola ha contrastato sin dall’inizio. Hanno motivo di preoccuparsi anche i docenti di ruolo. Qualcuno forse ricorda la prima stesura della L.107 e i tre gradi di carriera dei docenti: Novice Teacher, Expert Teacher e Senior Teacher (in inglese nel testo). Sicuramente li ricorda Bianchi che nel documento citato li ripropone. La necessità di “organici stabili” si tradurrà anche nel mantenimento dei vincoli di permanenza a seguito della mobilità o dell’immissione in ruolo. Perché non è importante lavorare e vivere bene, è importante solamente che le cattedre (soprattutto in alcune zone del paese) siano coperte.
Se queste sono (solo in parte) le premesse, la direzione è esattamente quella che USB si aspettava dal governo Draghi-BCE.
Ma le lavoratrici e i lavoratori della Scuola Pubblica Statale non accetteranno lo smantellamento di una Scuola intesa come istituzione di tutti e per tutti, la Scuola dei saperi e dei diritti.
USB Scuola è pronta a mobilitarsi per fare in modo che il processo di aziendalizzazione avviato dalla Gelmini (guardacaso adesso anche lei al governo) e proseguito con la Giannini (ministro-ombra di Renzi) non veda il compimento.