Mobilità e assegnazioni provvisorie: stessi docenti, diritti diversi
Dopo il caos generato lo scorso anno scolastico, le innumerevoli denunce pubbliche e i ricorsi persi, per non parlare del disagio nelle scuole e della lesione del diritto allo studio degli studenti e le conseguenze disastrose sulla vita personale di migliaia di famiglie, il MIUR riapre ai trasferimenti dei docenti con regole sulla cui bontà ci siamo già espressi e che ci riserviamo di approfondire quando quando il testo definitivo del contratto sarà firmato. Dall'ultima intervista alla ministra Fedeli sembra inoltre che sulle assegnazioni provvisorie si stringerà il cordone negando la possibilità di farne richiesta ai docenti con titolarità su ambito soggetti al vincolo triennale. Mentre ci sarà la deroga al vincolo triennale per la mobilità, infatti, lo stesso vincolo verrà applicato per le assegnazioni provvisorie, facendo in modo che lo stesso docente abbia la possibilità di far valere il suo diritto solo su uno e non sull’altro spostamento.
Chiunque conosca minimamente i numeri delle assegnazioni provvisorie sul sostegno, per esempio, sa benissimo che, nonostante la deroga, in tutte le regioni del sud i colleghi delle Gae e delle GI hanno tranquillamente lavorato con contratti annuali e addirittura le scuole hanno dovuto utilizzare le messe a disposizione per trovare docenti disponibili.
Abbiamo assistito a una campagna diffamatoria e priva della conoscenza tecnica in materia di legislazione scolastica da parte di alcuni media. Una propaganda che non ha messo in luce il caos generato dalla legge detta "buona scuola" e dalla chiamata diretta, ha invece diretto strali vergognosi contro i colleghi che hanno ricevuto assegnazione provvisoria nella propria provincia d'origine e di residenza.
La continuità didattica lesa nei decenni precedenti da tutti i governi che negavano l'assunzione ai precari storici, oggi secondo la propaganda filogovernativa sarebbe da addebitare a quei docenti che in realtà sono insieme ai propri studenti solamente vittime della "buona scuola" e della mobilità coatta su scala nazionale. Nelle scuole la carenza di insegnanti è fortissima, ma il problema non si risolve annullando un diritto legittimo alla riassegnazione nella propria provincia di residenza, oltretutto in presenza di posti, bensì avviando un piano di assunzioni nella classi di concorso e nelle regioni del nord Italia in cui vi è una storica carenza di insegnanti e riconoscendo la necessaria trasformazione dell'organico di fatto in organico di diritto nelle province del sud Italia dove ormai da anni i docenti insegnano stabilmente.
Troviamo inaccettabile che sindacati come la Cisl Lombardia si pronuncino contro l'eliminazione del vincolo triennale per i docenti e che le altre organizzazioni in questo momento importante tacciano; noi consideriamo il "ricongiungimento al coniugeal convivente o ai genitori" un diritto che nessun vincolo può eliminare.
Il PD ha aperto una guerra con il mondo della scuola, con l'obiettivo di umiliare una intera categoria e distruggere la scuola della Repubblica. Bisogna fermarli ! Ci vediamo fuori dalle scuole e nelle piazze il 17 marzo!