Mobilità: "volevamo tutto", CGIL-CISL-UIL-Snals ottengono il nulla.
Oggi CGIL, CISL, UIL e Snals hanno di nuovo dimostrato la funzione normalizzatrice del sindacato concertativo, firmando un accordo sulla mobilità che accetta l'ideologia di fondo della legge 107 (ambiti territoriali e chiamata diretta), creando un ibrido tra scuole e ambiti che nuovamente determinerà il caos, dividerà i lavoratori e costringerà ancora i tribunali ad un superlavoro per dare giustizia agli insegnanti.
Il referendum del 4 dicembre, che ha visto USB protagonista di una grande vittoria, poteva essere il punto di partenza di una riscossa del mondo della scuola; si doveva costringere il governo a piegarsi ed eliminare definitivamente chiamata diretta ed ambiti territoriali, ripristinando una mobilità equa per tutti, ridando dignità ai docenti della scuola pubblica statale. I sindacati collaborazionisti, che in nulla hanno contribuito alla vittoria referendaria (CISL e UIL erano per il Sì, CGIL per il Ni) ancora testimoniano, invece, la loro funzioni di pompieri, spingendo tutta la categoria dentro gli effetti nefasti della legge 107.
Ci chiediamo a cosa serva questa mobilità senza l'aumento del tempo scuola al sud e il ritiro dei tagli agli organici degli ultimi dieci anni, senza la massiccia trasformazione dei posti in deroga sul sostengo in posti di diritto, senza la trasformazione corposa (50000 posti) dell'organico di fatto in organico di diritto. Briciole di posti che vedranno precari delle GaE e docenti di ruolo scannarsi, i primi per irrisorie immissioni in ruolo e i secondi per poter tornare dalle proprie famiglie.
USB rivendica il proprio grande contributo alla vittoria referendaria, noi "volevamo tutto" ma i sindacati gialli hanno ottenuto, come sempre, le briciole. Hanno preferito ancora una volta fornire la stampella ad un governo traballante e in crisi, per poter recuperare la loro ormai usuale funzione servile, sopravvivendo a se stessi e conservando solo il loro piccolo potere sulle spalle dei lavoratori. Il PD, tramite le sue appendici sindacali, spera di ridarsi una verginità con questo accordo al ribasso in vista delle prossime elezioni, perché ha capito qual è il peso politico dei lavoratori della scuola.
Ma noi, come abbiamo già dimostrato il 4 dicembre, non ci caschiamo.