Napoli: Dirigente chiama la Polizia durante il Collegio Docenti perché RSU, delegato USB, chiede trasparenza sui libri di testo
I FATTI
Il 14 maggio alle 14.00 si è aperto il Collegio dei Docenti dell' ITI "A.Volta" di Napoli sulla discussione e l'approvazione dell'elenco dei libri di testo da adottare per il prossimo anno scolastico. Come spesso accade, per accarezzare il pelo ad una minoranza asservita, che scalpita per poter chiudere le riunioni in fretta, si voleva procedere alla semplice ratifica delle proposte dei Consigli di Classe, senza che vi fosse stata la possibilità di accedere agli atti, come sempre in quell'Istituto, e senza la relazione dei coordinatori delle classi e la relativa discussione.
In quel modo, lì come nelle altre scuole dove si tenta di uccidere la democrazia, la partecipazione e la stessa legalità, si tentava di svilire le conquiste di quei lavoratori della scuola e degli studenti che hanno imposto per legge la trasparenza nell'oscuro mondo delle adozioni dei testi scolastici, ancora purtroppo oggetto di un vergognoso mercimonio.
Di fronte al reiterato tentativo di impedire ogni approfondimento e un minimo di discussione sulle proposte, un docente, nostro iscritto RSU in quell'Istituto, ha tentato di ricondurre il Collegio nell'alveo dell'applicazione, non burocratica, ma sostanziale dell'attuale complesso normativo, definendo il modo di procedere che si stava adottando una vera e propria "iacovella" (sotterfugio, intrigo..).
A quel punto il Dirigente e qualche suo sodale si sono rizzelati e si è sospesa la seduta.
Durante la sospensione il preside ha chiamato d'urgenza il 113, ma ha subito dopo riaperto la seduta, senza avvertire il Collegio della sua iniziativa.
Nel mentre si riprendeva il Collegio, adottando finalmente le norme invocate dal nostro iscritto, il Dirigente lasciava la presidenza al suo vicario ed invitava il docente nostro iscritto e seguirlo fuori.
Il docente, fiducioso, lo seguiva e all'uscita dell'aula magna trovava due agenti del 113, che chiedevano di identificarlo. Il docente ne chiedeva la ragione e gli agenti chiarivano che erano stati allertati dal preside per non meglio definite “turbative”.
Il docente chiedeva se era loro intenzione arrestarlo o se comunque gli venivano contestati reati.
Gli agenti negavano le due ipotesi e chiarivano che intendevano solo ascoltarlo per sommari accertamenti, al ché il docente si dichiarava disponibile, salvo a garantire il suo diritto a partecipare alla seduta del Collegio.
Rientrava velocemente in sala ed informava il Collegio dell'accaduto, chiedendo la sospensione della seduta. Il Dirigente, a quel punto sollecitato dagli stessi agenti, era costretto a sospendere la seduta.
Il nostro iscritto rendeva quindi le sue dichiarazioni, non prima di aver ottenuto l'allontanamento del Dirigente, che pretendeva di assistere all'audizione. Il docente ha dettagliato le ragioni di quel tentativo autoritario del Dirigente.
Al termine dell'audizione il Dirigente stesso invitava i suoi sodali, circa una decina di docenti su un totale di cento, ad entrare in presidenza in gruppo e rendere testimonianza ai due agenti di PS contro il docente "incriminato".
Sfortunatamente, per lui, si trovava anche un docente indipendente, che abbandonava scandalizzato la impropria riunione, dichiarava ad alta voce che lui non avrebbe partecipato a quel tentativo di agguato ai danni di un collega, reo di chiedere legalità e trasparenza.
A quel punto un'altra decina di docenti chiedevano di partecipare anche loro a quella sorta di testimonianza di gruppo, dichiarando già la loro solidarietà al collega nostro iscritto.
Gli agenti, più saggi e più democratici del Dirigente e dei suoi sodali, chiedevano a quel punto ai presenti, fatte le domande di rito su eventuali danneggiamenti a persone o cose (non avvenute durante il Collegio), se volessero rendere singole e riservate dichiarazioni sui fatti o se invece volessero andare ad un chiarimento democratico e pacato.
Si è quindi proceduto ad un'inedita assemblea dei docenti coordinata dai due agenti, con il Dirigente in un angolo a giustificare la sua chiamata al 113.
Fallito il tentativo repressivo si è dovuto ribadire il diritto dei docenti a muovere critiche e a rivendicare la legalità e la giustizia, nell'interesse primario degli studenti e delle loro famiglie proletarie, già vessate dal caro-liberi e dalle tasse scolastiche,
Va pure ricordato che nello stesso Istituto è in atto un tentativo di occultamento di amianto nei laboratori e lo stesso lavoratore docente nostro iscritto è stato oggetto di ben due aggressioni fisiche, da un sindacalista UIL sodale del Dirigente, il quale ha aggredito anche altri lavoratori che protestavano per questioni di sicurezza, a puro scopo intimidatorio.
Per il signore della UIL c'è la piena solidarietà e protezione del signor Dirigente!
PER L'UNIONE SINDACALE DI BASE
Questo è l'ennesimo tentativo intimidatorio fallito nei confronti del nostro delegato e RSU, oggetto oramai di una continua pressione fatta di minacce, vere e proprie aggressioni, procedimenti disciplinari e oggi addirittura il tentativo di escluderlo dal Collegio Docenti con l'uso della forza pubblica, per l'ennesima volta trova la ferma e determinata azione del nostro delegato e RSU sostenuta dai lavoratori dell'Istituto “Volta” che il 13 maggio hanno scioperato e, orgogliosamente, da tutta la USB PI-Scuola.
Napoli, Palermo, sono sempre più frequenti gli interventi della forza pubblica nella scuola sollecitati da Dirigenti o per fantasiose indagini su studenti e lavoratori che contestano democraticamente lo sfascio della scuola. Dopo i tagli agli organici della Gelmini dei collaboratori scolastici perché erano più dei carabinieri, è questo l'investimento sulla Scuola del Governo Renzi ? USB chiede dirette spiegazioni al Ministero, responsabile dei comportamenti dei suoi Dirigenti.
Dignità, salute, libertà di pensiero e di espressione sono principi e interessi che non siamo disposti a cedere.
Esecutivo Nazionale USB PI-Scuola