USB dice no alla chiusura delle scuole ordinata da De Luca
La regione Campania sconta anni di abbandono del territorio e dei servizi e non è stato certo il Covid ad averlo provocato: i trasporti pubblici sono allo sfascio perché sono pochi, vecchi e sporchi. La sanità, dopo anni di commissariamento e di tagli, versa in condizioni pietose e non riesce nemmeno ad assicurare il livello minimo delle prestazioni.
Dopo anni di abbandono, di politiche dissennate e di tagli ai servizi pubblici essenziali, De Luca scarica sui nostri ragazzi e sulle loro famiglie, sulle future generazioni gli effetti dei disservizi provocati da una gestione quantomeno incongruente, da un'amministrazione incapace di rispondere ai bisogni minimi delle cittadine e dei cittadini della nostra regione, ben sapendo che il Covid è stato solo l'occasione perché la bomba esplodesse.
Ci chiediamo come sia possibile che la Regione non abbia previsto un piano per la riapertura delle scuole in sicurezza, che affrontasse situazioni come quella attuale, eppure il tempo c'è stato e anche i segnali provenienti da altri paesi.
E ci chiediamo come mai allora non si siano state chiuse anche le fabbriche, luogo di contagio da nord a sud del Paese, forse per non intaccare i profitti degli amici?
Oggi il futuro delle nuove generazioni è messo gravemente a rischio
Le scuole sono il luogo con la più bassa percentuale di contagi, e la Campania è al disotto della media nazionale. Non possiamo permettere che si torni alla didattica a distanza, c'è bisogno di quella vera, fatta di sguardi e di espressioni, di contatto umano, distanziati ma in presenza.
L'USB chiede il ritiro questa ordinanza inverosimile e che si intervenga invece dove si deve intervenire: nel TPL e nella Sanità, lasciandoci fare il nostro lavoro e lasciando che i nostri alunni continuino ad essere portatori di un diritto costituzionalmente garantito.