Non è andato bene niente: 25 novembre sciopero!
La scuola torna a mobilitarsi. Dopo la due giorni di sciopero di fine settembre, le condizioni generali in cui versa il nostro Paese non ci consentono di rimanere inerti. La nostra organizzazione sindacale ha tentato di tenere il timone ben saldo quando, la scorsa primavera, imperversava lo slogan dell’”andrà tutto bene”. Era necessario lottare allora, lo è ancora di più oggi, perché gli effetti delle scelte dell’esecutivo, sempre subordinate agli interessi privati di Confindustria, sono sotto gli occhi di tutti. Lo sciopero del 25 novembre si propone di unire e rappresentare interessi collettivi, perché occorre uscire dalla crisi più forti di prima, con l’obiettivo di costruire un altro modello di Stato, che non sia più il comitato d’affari dell’imprenditoria italiana. Scuola, sanità, trasporti e servizi educativi rivolti alla fascia 0-6 si mobilitano perché quel che avrebbe dovuto insegnare la prima ondata della pandemia non ha portato a decisioni condivisibili. Le scuole continuano a essere luoghi insicuri e, pertanto, a poco più di un mese dalla loro riapertura, l’esecutivo ha di nuovo costretto studenti e docenti alla DaD. I trasporti risultano ancora carenti e insufficienti a garantire i bisogni di cittadini e lavoratori. La sanità è di nuovo al collasso.
USB P.I. Scuola sciopera insieme agli altri settori perché intendiamo ribadire le nostre rivendicazioni:
degli screening di massa ripetuti nel tempo che mettano al sicuro lavoratori, studenti e famiglie;
la stabilizzazione dell’organico dei docenti e del personale ATA, con la trasformazione dei posti esistenti di fatto in posti di diritto;
interventi massicci sull’edilizia scolastica, al fine di permettere all’intera comunità di vivere e lavorare in spazi adeguati all’attività didattica;
L’annullamento dei concorsi per il personale docente e l’immediata assunzione, tramite una procedura per titoli e servizi, di tutti i precari che abbiano maturato almeno tre anni di servizio (180x3)