Non si reprime la libertà di espressione! Solidarietà agli studenti e alle studentesse del Pilo Albertelli di Roma

Nazionale -

Apprendiamo dalla conferenza stampa degli studenti del liceo Pilo Albertelli di Roma che una docente di religione ha sanzionato con una nota disciplinare uno studente, militante dell'organizzazione studentesca OSA, a seguito della discussione ingenerata nella classe per la partecipazione di tre studenti ad un volantinaggio davanti a scuola per la difesa del popolo palestinese, sotto attacco da decenni da parte delle forze di occupazione israeliana. La docente ha minacciato di denuncia i tre ragazzi etichettandoli come terroristi, insultandoli e impedendo la libera espressione delle proprie idee ritenute dalla professoressa "illegali”.

Ci sembra che sia surreale che gli studenti debbano difendersi da tali accuse e pensiamo senza alcun dubbio che dovrebbe essere la docente in questione a rendere conto in merito alla repressione e censura del libero confronto di opinioni in un Paese sedicente democratico. 

Laddove il governo italiano sostiene la narrazione tossica dell'Unione Europea e la stampa italiana ignora le migliaia di cittadini e cittadine che in questi giorni manifestano e continueranno a manifestare piena solidarietà al popolo palestinese, si delinea come preoccupante un episodio di questo genere che viola qualunque regola di cittadinanza attiva di cui la comunità scolastica dovrebbe farsi fiero baluardo.

Sulla violazione dei diritti umani del popolo palestinese si gioca da decenni la sanguinaria e storica battaglia degli imperialismi e degli interessi economici del mondo occidentale. 

Sappiamo che il dirigente scolastico ha convocato per il prossimo lunedì 24 maggio un consiglio di classe straordinario della classe per esaminare la vicenda. Riteniamo che la sanzione disciplinare allo studente di questa classe debba essere immediatamente revocata. 

Saremo sempre al fianco degli studenti nella difesa della libertà di espressione, perché possano continuare a sentire, nonostante quanto accaduto, che nessun tipo di repressione dentro e fuori dalle scuole sarà mai accettabile né tantomeno potrà fermare la lotta per una Palestina libera.