Parlare di guerra e genocidio nelle scuole è giusto! Non arretriamo di fronte alla censura e alla repressione del Ministero dell'Istruzione
Siamo estremamente preoccupati del clima di censura e repressione nelle scuole, al limite della persecuzione individuale e della caccia alle streghe, che si sta instaurando nel nostro Paese, con un'accelerata prepotente a partire dall'inizio di questo anno scolastico.
L'ultima pietra dello scandalo è l'incontro organizzato da alcune scuole in presenza, mentre altre erano collegate online, con la relatrice ONU Francesca Albanese, anche lei sotto pesante attacco da più parti.
USB Scuola esprime tutta la propria solidarietà alla docente dell'Istituto Mattei di San Lazzaro, in provincia di Bologna, alla quale per adesso il dirigente scolastico, su intervento del Provveditorato, ha chiesto una relazione didattica sull'attività proposta ai propri studenti. Esprimiamo la nostra solidarietà anche alle colleghe del Liceo Montale di Pontedera, presso il quale con estrema solerzia sono già intervenuti gli ispettori ministeriali.
Sentiamo di dover ribadire una volta di più che tutte le attività proposte alle studentesse e agli studenti rientrano nella libertà di insegnamento della propria disciplina.
Di che cosa stiamo parlando? Cosa stiamo leggendo sui giornali in questo momento? Il terrorismo psicologico, l'instaurarsi di un controllo preventivo che prova a ledere la libertà di insegnamento e l'avvento di un clima autoritario che vorrebbe blindare le scuole all'interno di temi calati dall'alto. Cos'è la par condicio proposta da Valditara? Quando parliamo di fascismo propone di far intervenire un fascista dichiarato? Quando parliamo di antisemitismo dovremmo lasciare spazio di intervenire ad un nazista orgoglioso? Quando parliamo di genocidio con Francesca Albanese dovremmo mostrare i video del Ministro sionista Itamar Ben-Gvir mentre distrugge le case palestinesi in Cisgiordania?
Insomma, da un lato si riduce il diritto allo studio senza prendere in alcuna considerazione i bisogni delle scuole e dall'altro si attacca la libertà di insegnamento e di formazione, riscrivendo la storia attraverso negazionismo e controllo sociale.
Delle ultimissime ore l'invio di ispettori a Reggio Emilia sempre per l'incontro con Albanese e l'annullamento a Bologna dell'incontro tra alcune classi e i Refusenik, giovani obiettori israeliani, per intervento del dirigente scolastico dell'IIS Aldrovandi Rubbiani che utilizza, per negare l'incontro, la Circolare Ministeriale di Valditara sul contraddittorio.
Il punto a nostro avviso è politico. Non cadremo nella trappola tesa dal Ministro rispondendo alla sua repressione con il piano delle norme, del diritto e della burocrazia scolastica. Burocrazia peraltro spesso disattesa dagli stessi dirigenti (si veda il recente caso di Capaci) e dagli Uffici Scolastici Regionali. Burocrazia complessa e stratificata che spesso dice tutto e il contrario di tutto. Non cadremo neanche nella trappola di Dirigenti Scolastici che si nascondono dietro circolari senza alcun valore del Ministro Valditara, contrapponendosi ai dettami della Costituzione italiana. Il livello dello scontro si è alzato notevolmente e la ragione sta anche e soprattutto nel protagonismo che la scuola pubblica statale ha mostrato nella mobilitazione nazionale degli ultimi mesi.
I Dirigenti Scolastici devono smetterla di ridursi a meri esecutori di ordini di altri e prendere posizione in favore di quella libertà di insegnamento e di quella Costituzione di cui, in quanto dirigenti della Pubblica Amministrazione, dovrebbero farsi garanti. È scandaloso che, per paura di essere loro presi di mira, o per il più spicciolo e misero timore di essere mal valutati e quindi perdere parte della loro retribuzione, non difendano i docenti e gli studenti, della serenità del cui operato e vissuto scolastico dovrebbero essere i primi garanti.
La realtà del Paese, con buona pace del Governo in carico, di fronte al genocidio del popolo palestinese e all'orrore delle guerre neocoloniali ha visto lavoratrici, lavoratori, studentesse, studenti e famiglie scendere in piazza generando una grande mobilitazione di massa e di classe che ha messo in enorme difficoltà il Governo italiano.
Il Ministro Valditara ha scelto la strada della linea reazionaria e per questo sosteniamo le azioni in solidarietà alle colleghe, ai colleghi e alle scuole coinvolte dell'Emilia Romagna, della Toscana e del resto del Paese.
Invitiamo i colleghi a difendere i diritti propri e dei propri studenti, a formarsi sui propri diritti sindacali e professionali, a rimanere uniti come massa critica per fronteggiare un attacco alla scuola pubblica statale senza precedenti.
USB Scuola è pronta a ricevere ogni richiesta di tutela sindacale e legale.
USB Scuola è pronta a mobilitarsi ancora una volta per una nuova scuola pubblica statale!