Proposta di Lezioni in LIBERTA': Walter Rossi
Il 30 settembre, in occasione della ricorrenza dell'uccisione di Walter Rossi si terrà a Roma una giornata di iniziative a cui l'USB Scuola ha aderito.
Proprio da questo nasce la proposta di LEZIONI IN LIBERTA' una nuova rubrica su questo nostro sito, una rubrica aperta da costruire e saccheggiare insieme, una rubrica di idee per lezioni da proporre nelle nostre classi.
Stimoli che vengono dalla nostra storia, dalle nostre esperienze dirette, dai nostri studi più vivi, tutto quello che ci ha fatto amare il nostro lavoro.
Che non sia solo la storia: c'è la scienza, l'arte, la poesia.. l'agricoltura.. l'economia..
Tutto quello che con questi programmi scolastici stanno cancellando:
il sapere collettivo, il sapere come potere!
Invitiamo anche e soprattutto quelli che non sono insegnanti a darci le loro di esperienze e ricordi: le lotte, le vittorie e le sconfitte.
Iniziamo da Walter Rossi ...
dal sito
Scheda/1977/Walter ROSSI
(cognome, nome e professione) Walter Rossi, studente
(luogo e date di nascita)Roma, 12 aprile 1957
(luogo e date dell'attentato) Roma, 30 settembre 1977
(luogo e date di morte) Roma, 30 settembre 1977
(descrizione attentato)
Roma - settembre 1977
Martedì 27 settembre
Due ragazzi di sinistra studenti di un liceo dell’EUR (Paola Carvignani e Nazareno Bruschi, entrambi di 17 anni), sono seduti su una panchina alla stazione della metropolitana dell’EUR. Fermi insieme ad altri amici, vengono colpiti dalle pallottole sparate da un ragazzo basso, tarchiato, che spara ad altezza d’uomo un intero caricatore sul gruppo, prendendo la mira con entrambi le mani, poi fugge a bordo di una vespa.
Paola Carvignani è ferita gravemente all’addome, Bruschi a un piede. (1)
Giovedì 29 settembre
Verso le 22,30 da una Mini chiara che si avvicina vengono sparati 5 colpi di pistola contro un gruppo di giovani di sinistra che stazionavano a piazza Igea, Elena Pacinelli, 19 anni, viene ferita da tre proiettili, un altro giovane si salva per merito della borsa che portava a tracolla che riesce a fermare un proiettile. I colpi sono sparati ad altezza del torace, è evidente l’intenzione di uccidere. Elena non si riprenderà più, morirà pochi anni dopo per un male incurabile. Nella macchina sono in tre, in un primo momento sembra che a sparare sia stato l’uomo che si trovava accanto al guidatore. Nella vettura, rubata il pomeriggio del 29 settembre nella zona di Tor di Quinto e ritrovata l’11 ottobre, furono rinvenuti due bossoli, uno calibro 7,65 e uno calibro 32, i quali rivelano che almeno due persone hanno sparato.(2) I colpevoli di questo ferimento non sono stati mai individuati.
Venerdì 30 settembre
I compagni di Elena decidono di distribuire un volantino di protesta nel quartiere della Balduina, dove era situata una sede del MSI, ora AN, conosciuta per le frequenti aggressioni e intimidazioni dei suoi militanti, punto di riferimento dei fascisti di tutta la zona Nord di Roma. La dinamica dei fatti che avvennero verso le otto di sera di fronte a decine di persone è estremamente chiara.
I compagni si ritrovano a via Pomponazzi nel quartiere Trionfale, un gruppo di una trentina di persone iniziò il volantinaggio da piazzale degli Eroi, salendo per viale Medaglie d’Oro fino a qualche centinaio di metri dall’incrocio tra viale Medaglie d’Oro e via Marziale, la presenza continua della polizia in borghese, (alcuni di loro furono fermati e perquisiti in viale Medaglie d’Oro),(3) sconsigliò i giovani dal proseguire, terminarono quindi il volantinaggio e rientrarono a via Pomponazzi.
Appena rientrati un giovane avverte che i missini hanno aggredito dei compagni a piazza Giovenale. In numero minore rispetto la prima volta, un gruppo dei giovani di sinistra decide di recarsi sul luogo per verificare i fatti, i compagni non sono tranquilli, la presenza della polizia fa temere qualche provocazione, in effetti viene chiesto alle compagne di rimanere a Pomponazzi e salgono in venti-venticinque. Procedono camminando sul marciapiede sinistro di viale Medaglie d’Oro. Dopo circa 300 metri, all’altezza del magazzino Standa,(4) alcuni giovani del gruppo sono fermati e perquisiti da poliziotti in borghese, scesi da 2 o 3 macchine civetta. La maggior parte dei giovani continua dirigendosi a Piazza Giovenale, mentre alcuni rimangono sull’incrocio per controllare la situazione in quello che era considerato il punto più pericoloso per la vicinanza alla sede missina.
Va rimarcato che non ci fu nessun tentativo da parte del gruppo di sinistra di dirigersi verso la sede fascista, i compagni non avevano nessun corpo contundente che poteva essere usato in un attacco ne tantomeno per difendersi, la presenza di polizia in borghese, la perquisizione subita pochi minuti prima e l’essere continuamente seguiti e sorvegliati, sconsigliavano a tutti qualsiasi tipo di organizzazione di autodifesa. In effetti la maggior preoccupazione dei giovani di sinistra non erano i fascisti ma la presenza della polizia, a fatti avvenuti non avevano torto.
(1) quaderno di controinformazione del SOCCORSO ROSSO
(2) Corriere della Sera – Mercoledì 12 ottobre 1977 – M.C.
(3) Tra gli agenti che fermarono i compagni c’era il Brig. D’Annunzio del commissariato di zona
(4) Incrocio tra viale Medaglie d’Oro e via Serafino - Ora c’è una agenzia bancaria
continua....