Riconoscimento titoli esteri: quali opachi interessi ministeriali si nascondono dietro il caos?

Roma -

L’ennesima guerra tra docenti, l’ennesimo scontro dentro un sistema scuola che crea differenze e diseguaglianze. Si tratta della questione dei titoli conseguiti all’estero: abilitazioni, specializzazioni sul sostegno e dottorati di ricerca che hanno visto migliaia di docenti rivolgersi ad agenzie varie per arrivare a conseguire i titoli. In uno Stato decente, con un Ministero adeguato, non si sarebbe alimentato per anni questo mercato estero, o almeno in tempi brevi ci si sarebbe espressi sulla validità in Italia di questi titoli, dando risposta alle migliaia di richieste di riconoscimento da parte dei docenti. L’adunanza plenaria ha ribadito la necessità di velocizzare le risposte del Ministero, mettendo fine ad una querelle che va avanti da anni e ha creato una guerra tra precari.

Tutto risolto? Assolutamente no! Il Ministero anziché creare una task force per dare risposta alle migliaia di domande di riconoscimento, ha pensato di consentire a coloro che erano inseriti con riserva nelle GPS di concorrere agli incarichi a tempo determinato. Un nuovo cambio di direzione, che annulla le scelte precedenti, creando un nuovo contenzioso, facendo ripartire la guerra tra precari, ma non affrontando l’unico nodo vero: quali titoli esteri in Italia sono validi e quali non lo sono? Perché il Ministero continua a tacere alimentando il mercato dei titoli esteri, ma non si esprime sulla loro validità nel nostro Paese? Quali interessi opachi coinvolgono direttamente le stanze ministeriali favorendo questo caos? 

Chiediamo chiarezza al ministro Valditara, la finisca di giocare con le esistenze dei precari, con circolari che non rispondono alle sentenze dei giudici e creano solo confusione.

USB Scuola