Riparte la trattativa sul nuovo contratto: rimettere al centro gli interessi dei lavoratori
USB ha iniziato il percorso di trattativa all'Aran sul nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca nella convinzione che fosse prioritaria la centralità dei lavoratori, docenti e ATA, ricercatori, tecnici amministrativi e bibliotecari, che negli ultimi anni hanno subito una pesantissima perdita di potere d'acquisto dei salari e di diritti, a causa delle varie normative "anti-fannulloni" e, nel caso della Scuola, della nefasta legge 107.
Ci siamo accorti presto che per Cgil, Cisl e Uil la priorità non erano i lavoratori, ma riuscire a fare l'ennesima marchetta al Governo e firmare il rinnovo prima delle elezioni politiche. Parliamo dello stesso governo che con il preside-sceriffo, il bonus premiale, l'alternanza scuola-lavoro e i finanziamenti pubblici alle scuole private ha distrutto la scuola pubblica statale, mettendo in moto processi di aziendalizzazione devastanti per la democrazia degli organi collegiali, la dignità professionale e la formazione pubblica. Lo stesso Governo che ha costruito un'Università di classe sempre meno accessibile, sempre di più in mano alla casta baronale. Lo stesso Governo che ha portato la Ricerca Pubblica sul baratro, con i ricercatori meno pagati d'Europa e un sistema di governance assolutamente fallimentare.
Domani riprende la trattativa dopo due settimane dall'ultima convocazione all'Aran.
La sensazione forte è che si stia assistendo alla replica di quanto accaduto nelle Funzioni Centrali, con una trattativa ferma per mesi, ma con continue indiscrezioni da parte dei giornali e poi chiusa in tre giorni con un pessimo contratto. Se così fosse non potremmo che ripetere quanto già detto in occasione del contratto degli statali: siamo di fronte ad un quadro nel quale le ragioni della trattativa coincidono con interessi estranei ai lavoratori, vero centro del CCNL, che sono ridotti a carne da macello da sacrificare sull'altare della campagna elettorale.
Il rischio è che prevalga la fretta del Governo, complici Cgil Cisl e Uil, a spacciare la chiusura di tutti i contratti del pubblico impiego come una conquista per i lavoratori che prenderanno quattro soldi di arretrati e un'elemosina mensile, salvo rivendersi contestualmente presso l'opinione pubblica l'introduzione nei contratti di tutte le norme anti fannulloni finora non completamente applicate. I danni che potrebbero derivare sono enormi, domani vedremo nel dettaglio che tipo di situazione si sta prospettando.
Siamo certi che i lavoratori sapranno valutare e saranno conseguenziali al momento di dare il proprio consenso.
USB sarà insieme al sindacalismo alternativo sotto il MIUR il 23 febbraio, non c'è spazio alcuno per le lagnanze a posteriori: la lotta per salario e dignità è adesso!
Il 22 febbraio davanti alla Funzione Pubblica per la piena applicazione delle norme di stabilizzazione negli Enti di Ricerca con l'utilizzo di tutte le risorse disponibili.
scuola@usb.it