Scuola: Alzate i salari, abbassate le armi
Il tema del carovita e dei salari è sistematicamente posto al centro della propaganda politica. Durante la scorsa campagna elettorale, sempre più spesso, esponenti di partiti politici più o meno rilevanti si sono espressi sulla necessità di arrivare a una paga oraria minima che consenta una vita decorosa, lontana dal baratro della povertà e dell’indigenza.
Nessuno però ha il coraggio di dire che, in alcuni settori pubblici, nei ruoli di livello più basso, lo Stato rappresenta il primo sfruttatore. È il caso della scuola pubblica statale: tutti o quasi ne rilevano il ruolo fondamentale, salvo poi dimenticarla, risparmiamdoci sopra, una volta eletti. Tra i lavoratori del settore istruzione, senza alcun dubbio i collaboratori scolastici si trovano a vivere in una condizione oggi più che mai insostenibile: un collaboratore scolastico con una anzianità media fra i 15 ed i 20 anni percepisce uno stipendio lordo di circa 1500 euro al mese per 150 ore di lavoro. Il calcolo è presto fatto: una paga oraria di 10 euro lordi, tassati fra il 27 ed il 33 per cento, che vuol dire una paga oraria di circa 7 euro l’ora. Un salario indecoroso, che mette questi lavoratori pubblici in una condizione di estrema difficoltà, soprattutto con l’aggravarsi di una crisi economica sempre più diffusa.
Il 3 ottobre, in occasione del 77° anniversario della fondazione della Federazione Sindacale Mondiale, USB ha organizzato manifestazioni in tutta Italia con temi molto chiari. Tutto il mondo sta soffrendo le conseguenze drammatiche della crisi energetica e della guerra in corso in Ucraina. In Italia, come nel resto d’Europa, si sta consumando una guerra interna che ha come vittime i ceti popolari, le lavoratrici, i lavoratori, i disoccupati e gli inoccupati. L’aumento galoppante dell’inflazione sta producendo un evidente peggioramento delle condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese. Ad aggravare il quadro, l’assenza di un intervento reale finalizzato agli aumenti salariali.
Nella giornata di ieri, sembra essersi sbloccata la contrattazione nazionale: i nuovi fondi stanziati dall’ultima legge di bilancio destinati al salario accessorio sono totalmente disponibili per il rinnovo del CCNL (300 Milioni di euro). Come USB P.I. Scuola diciamo che i fondi sono insufficienti e chiediamo, in sede di rinnovo di contratto, un aumento di almeno 300 euro netti per tutti i dipendenti della scuola. È vergognoso che lo Stato non garantisca salari dignitosi ai propri dipendenti.