SCUOLA: I PRECARI ALLA GELMINI, STIAMO PREPARANDO UNA MOBILITAZIONE DI MASSA
MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE MANIFESTAZIONE CITTADINA DI BENVENUTO AI DEPUTATI ALLA RIPRESA DEI LAVORI PARLAMENTARI
“Esprimiamo solidarietà al Ministro perché nessuno con un barlume di ragione avrebbe messo la faccia su questa riforma”, così Giacomo Russo, uno dei precari della scuola palermitani in sciopero della fame, commenta le dichiarazioni rese in conferenza stampa dal Ministro Gelmini.
 
“Ancora una volta il Ministro non parla di scuola, del valore dell’istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri. Per questo stiamo preparando una mobilitazione di massa che coinvolgerà tutto il mondo della scuola”, conclude Russo.
 
RdB-USB Scuola continua a sostenere con forza la mobilitazione di tutti i precari, come testimonia la partecipazione di tanti lavoratori ATA ex Lsu che ieri si sono uniti al presidio dei palermitani in sciopero della fame. RdB-USB Scuola aderisce alla manifestazione cittadina che l’8 settembre vedrà in piazza a Roma le tante componenti del mondo della scuola, docenti e non docenti, dagli asili nido all’università, che da piazza di Monte Citorio daranno il benvenuto ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera.
 
RdB-USB Scuola ringrazia inoltre le tante espressioni di solidarietà giunte in queste giorni ai lavoratori in lotta, ed in particolare il Collegio dei Docenti dell’Istituto “J. von Neumann”, che ha raccolto una sottoscrizione a sostegno della protesta.
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Comunicato Stampa -Aggiornamento-
SCUOLA: PRECARI PALERMITANI INTERROMPONO SCIOPERO DELLA FAME. RDB-USB SCUOLA, E ORA LOTTA COLLETTIVA E ORGANIZZATA
I precari della scuola palermitani hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame iniziato il 17 agosto scorso.
RdB-USB Scuola esprime soddisfazione rispetto a tale scelta, in primo luogo per la tutela della salute dei lavoratori coinvolti, e si augura che questo segnale venga raccolto da tutti coloro che hanno intrapreso la medesima forma di protesta per investire invece le energie nella costruzione di una forte mobilitazione collettiva e organizzata.
Come sta avvenendo in Calabria, dove dopo Reggio anche a Cosenza questa mattina sono state bloccate le convocazioni da parte dei precari ATA, che insieme ai loro colleghi del personale docente stanno aprendo una vertenzialità sia con gli Uffici Scolastici provinciali che con il Consiglio Regionale, chiamandoli in causa sulla drammatica realtà della scuola, per dire no all’elemosina elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le regioni.
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4 settembre 2010 - Left
SFIDA ALLA GELMINI
     Giacomo, Caterina, Pietro. Sono arrivati nella Capitale alla fine di     agosto. Fanno lo sciopero della fame accampati davanti a Montecitorio ma il ministro non     se ne accorge
     di Donatella Coccoli
Hanno resistito solo una notte, accampati in     un’aiuola davanti al ministero della Pubblica istruzione. I topi, la sporcizia, il     degrado di quel luogo che l’amministrazione di Alemanno ha abbandonato a se stesso,     li hanno costretti a lasciare viale Trastevere e a spostarsi davanti a Montecitorio, dove     la loro protesta era iniziata il 27 agosto. Sono un pugno di precari, docenti e     collaboratori Ata che, pur essendo la cittadella parlamentare ancora deserta, hanno deciso     lo stesso di farsi sentire. «Io sfido il ministro Gelmini a un incontro pubblico. Se lei     dimostra che con i suoi tagli migliora la scuola italiana, allora smetto di fare lo     sciopero della fame». Ha gli occhi quasi febbricitanti Giacomo Russo, 31 anni, arrivato     da Palermo dove il 17 agosto ha iniziato la protesta insieme ad altri due compagni, un     maestro e un collaboratore scolastico. Ancor prima che i riflettori dei media si accendano     secondo i soliti rituali sulla riapertura dell’anno scolastico, i precari siciliani     hanno deciso di portare la loro battaglia a Roma, nel cuore del potere. Martedì, a causa     dello stato di disidratazione, Giacomo Russo è stato ricoverato all’ospedale Santo     Spirito ed è stato dimesso dopo poche ore mentre il collega Pietro Di Grusa, in gravi     condizioni di salute, ha sospeso l’astensione dal cibo. Una scelta dura ed estrema.     «Noi diamo loro la solidarietà umana e il nostro sostegno ma ci appelliamo affinché si     arrivi a una mobilitazione unitaria e collettiva», dice Barbara Battista,     dell’esecutivo nazionale del sindacato Rdb-Usb che insieme ad Anna Fedeli della Cgil     e ad altri sindacalisti ha accolto i precari siciliani. Giacomo lo incontriamo al suo     arrivo a Roma. È venerdì 27, cala il buio su viale Trastevere; l’accampamento dei     precari è accanto a un vivaio fatiscente, vicino incombe l’algido palazzo del     ministero della Pubblica istruzione. Insieme con Giacomo, tra gli altri, c’è     Caterina Altamore, una cascata di riccioli attorno a un volto aperto, che è diventata     famosa in Rete con una sua lettera intitolata "Deportata a Nord", il racconto di     un’insegnante che pur di lavorare accetta di trasferirsi dalla Sicilia a Brescia.     Giacomo Russo spiega così il suo gesto, in attesa che il ministro accetti di incontrarlo.     «Il problema non è solo occupazionale - dice - è un problema di diritto allo studio di     questo Paese. Non se ne parla mai. In tv senti raccontare della dieta mediterranea, dei     gattini abbandonati, ma della scuola? Quello che voglio mettere in luce è che è un     problema di democrazia. Sono arrabbiato, perché c’è un problema democratico in     questo Paese». Un diploma all’Istituto alberghiero, 4 anni di lavoro come assistente     tecnico di laboratorio nelle superiori, poi ha dovuto accettare l’incarico di     collaboratore scolastico, ha fatto il bidello in una scuola media; quest’anno niente.     Non è nuovo a queste forme estreme di protesta. L’anno scorso il primo sciopero     della fame, che aveva portato all’incontro con il governatore della Sicilia Lombardo     «per parlare delle riduzioni delle risorse in Sicilia, una legge tra l’altro che il     suo partito ha votato». Ma non è servito a impedire le migliaia di tagli, piovuti     nell’isola. «Quest’anno due colleghi, il maestro Salvo Altadonna e Pietro Di     Grusa, hanno iniziato lo sciopero della fame - continua - e ho deciso di dargli manforte,     mi dispiaceva lasciarli soli, un po’ di esperienza ce l’avevo...». 
     Giacomo è giovane, non è un pedagogista ma ha le idee chiare. «Se la scuola andava     comunque riformata, dagli anni Novanta si è presa la direzione della privatizzazione. La     scuola è vista solo come luogo dove formare le professionalità, medici, ingegneri ecc, e     si è perso il suo senso vero, e cioè quello di dover formare delle teste pensanti,     persone che hanno un cuore, un’anima. Prendiamo le elementari. Un bambino quando     entra per la prima volta in quei corridoi ha una storia dietro, una famiglia, magari viene     da luoghi difficili. Il docente ha il compito di interagire con questi bambini a livello     umano, di far sentire loro che la scuola è "un posto dove mi vogliono bene". Se     hai una classe di trenta alunni, come fai?». Giacomo prosegue mentre i compagni     allestiscono le tende per dormire. «Al limite io un lavoro lo trovo, so fare il     pizzaiolo, ma la cosa che mi fa arrabbiare è che se lo trovo sarà precario e questo     toglie la gioia di vivere. Sono un essere umano, non un numero; se non puoi progettare la     tua vita, nemmeno da qui all’anno prossimo, questo ti turba, incide anche nei     rapporti umani. L’alternativa è sopravvivere o alzare la testa e dire "almeno     ci ho provato"».
4 settembre 2010 - Il Giornale di Brescia
Precari: protesta     nazionale
     Continuano le manifestazioni spontanee dei docenti     «senza cattedra». Il ministro Gelmini: «L'attenzione del Governo per il problema è     alta»
ROMA - «Basta digiunare, ora bisogna organizzare     la protesta nazionale» dei precari: è partita da Roma l'esortazione a unire le forze,     per essere raccolta subito dopo a Palermo. Solo prove tecniche per un movimento unitario     nazionale, che gridi con un'unica voce che «la scuola pubblica si è impoverita» e che     tagliando a colpi di mannaia non si va verso una scuola più efficiente. 
     E per protestare anche un flash mob «La fagiolata» con romani e turisti invitati a     indovinare il numero dei precari: «I numeri dei precari noi li sappiamo - hanno detto i     manifestanti - la Gelmini no, ci considera dei fagioli». 
     Ma mentre l'opposizione continua ad attaccarla, da Cernobbio il ministro assicura:     «L'attenzione del Governo al tema dei precari è alta. Stiamo utilizzando tutti gli spazi     che abbiamo per poter dare loro una risposta e poter iniziare così l'anno scolastico nel     migliore dei modi». 
     E fornisce anche qualche dettaglio: «Ho sentito l'assessore all'Istruzione della Campania     dove abbiamo chiuso un importante accordo che ci consentirà di garantire un posto di     lavoro a molti precari. Lo stesso accordo è stato chiuso in Puglia e siamo in fase di     definizione nel Lazio, in Basilicata e in Veneto». 
     A Roma stop a sciopero della fame
     Hanno sospeso il digiuno di protesta, che avevano iniziato in nome della battaglia contro     la condizione di precari, Giacomo Russo, trentenne siciliano, tra i primi a iniziare il 17     agosto, e Caterina Altamore, maestra palermitana a scadenza, da 14 anni costretta a     cambiare periodicamente scuola. 
     Hanno creato intorno a loro un movimento, dormendo in tenda davanti a Montecitorio,     patendo il caldo e il freddo, e finendo anche in ospedale senza forze. Caterina e Giacomo     rifiutano di essere additati come fantocci in mano ai partiti: «Non c'è niente di male     nel difendere i propri diritti, se questo si chiama fare politica il ministro Gelmini ha     ragione, facciamo politica», hanno replicato in una conferenza stampa convocata al     presidio, che da ieri ha anche un camper e che manterrà la postazione almeno fino all'8     settembre, quando con l'inizio dell'attività parlamentare è stata convocata una nuova     assemblea aperta per organizzare uno sciopero nazionale, forse a fine mese. 
     A Milano prosegue il digiuno
     «Ci sono momenti in cui senti la stanchezza e ti tremano le gambe - racconta Miriam     Petruzzelli - ma stiamo bene e siamo determinati ad andare avanti», almeno fino a domani     (oggi per chi legge, ndr), quando i precari in sciopero della fame a Milano, davanti     all'Ufficio scolastico regionale di via Ripamonti, hanno convocato un'assemblea per     decidere quali saranno i futuri toni della protesta. Intanto proseguono il presidio in     tende e roulotte. 
     Dopo Giacomo e Caterina anche gli altri precari palermitani hanno deciso di interrompere     lo sciopero della fame. Intanto la Rdb-Usb scuola segnala che a Reggio Calabria, Cosenza e     in Sicilia i manifestanti stanno ostacolando le convocazioni «per dire no all'elemosina     elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le Regioni». 
     Da tre giorni, invece, non mangia e dorme in macchina nella piazza di Maniago (Pordenone),     per questo Maria Carmela Salvo, ha avuto ieri un piccolo malore ed è stata costretta a     chiedere l'intervento del 118. La donna però si è rifiutata di andare in ospedale e ha     assicurato che si idraterà come le è stato prescritto: «In ogni caso - come aveva     annunciato, ripete - da qui non mi muovo». Come non hanno intenzione di desistere neanche     i precari napoletani, una quarantina, che hanno trascorso la notte in tenda davanti alla     sede della Direzione scolastica regionale della Campania. In mattinata il numero è     cresciuto, fino a più di 200 persone. Una ventina di autobus - la cui fermata è nei     pressi della sede della protesta - sono stati bloccati, con il traffico delle auto     dirottato dalle forze dell'ordine. Una donna è salita sul tetto dell'edificio e ha     fissato ai pennoni una bandiera del coordinamento precari della scuola.
     Botta e risposta tra il ministro e la Cisl
     «Il ministro Gelmini sbaglia quando dice che non può incontrare i precari perché fanno     politica». Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, a margine     della festa nazionale dell'Api. «Il ministro sbaglia di grosso - ha aggiunto - perché     siamo in una Repubblica democratica e ognuno può esprimere la propria opinione. Il     Governo deve avere più tolleranza rispetto a chi non riveste questo ruolo».
     Secondo Bonanni «sui problemi della scuola ci vuole più concentrazione da parte di tutti     e bisogna evitare protagonismi da parte dei ministri. Queste polemiche di Gelmini sono     fini a se stesse e non aiutano a trovare una soluzione». Infine per Bonanni i 150mila     precari della scuola «debbono essere utilizzati fino in fondo perché è sbagliato in un     momento di forte crisi come questa mettere in allarme le famiglie».
     «Ritengo positive le parole di Bonanni e sono favorevole al confronto con i sindacati sul     tema del precariato» la risposta in una nota del ministro dell'Istruzione, Gelmini. 
4 settembre 2010 - Gazzetta del Sud
Basta digiuni, e la     protesta diventa collettiva
     La replica della Gelmini: stiamo utilizzando tutti gli     spazi che abbiamo per poter dare loro una risposta
     di Moreno Sabbiati
ROMA - «Basta digiunare, ora bisogna organizzare le protesta nazionale» dei precari: è partita da Roma l'esortazione a unire le forze, per essere raccolta subito dopo a Palermo. Solo prove tecniche per un movimento unitario nazionale, che gridi con un'unica voce che «la scuola pubblica si è impoverita» e che tagliando a colpi di mannaia non si va verso una scuola più efficiente. E per protestare anche un flash mob «La fagiolata» con romani e turisti invitati a indovinare il numero dei precari: «I numeri dei precari noi li sappiamo – hanno detto i manifestanti – la Gelmini no, ci considera dei fagioli». Ma mentre l'opposizione continua ad attaccarla, da Cernobbio il ministro assicura: «L'attenzione del governo al tema dei precari è alta. Stiamo utilizzando tutti gli spazi che abbiamo per poter dare loro una risposta e poter iniziare così l'anno scolastico nel migliore dei modi». E fornisce anche qualche dettaglio: «Ho sentito l'assessore all'Istruzione della Campania dove abbiamo chiuso un importante accordo che ci consentirà di garantire un posto di lavoro a molti precari. Lo stesso accordo è stato chiuso in Puglia e siamo in fase di definizione nel Lazio, in Basilicata e in Veneto». A Roma hanno sospeso il digiuno di protesta, che avevano iniziato in nome della battaglia contro la condizione di precari, Giacomo Russo, trentenne siciliano, tra i primi a iniziare il 17 agosto, e Caterina Altamore, maestra palermitana a scadenza, da 14 anni costretta a cambiare periodicamente scuola. Hanno creato intorno a loro un movimento, dormendo in tenda davanti a Montecitorio, patendo il caldo e il freddo, e finendo anche in ospedale senza forze. Caterina e Giacomo rifiutano di essere additati come fantocci in mano ai partiti: «non c'è niente di male nel difendere i propri diritti, se questo si chiama fare politica il ministro Gelmini ha ragione, facciamo politica», hanno replicato in una conferenza stampa convocata al presidio, che da ieri ha anche un camper e che manterrà la postazione almeno fino all'8 settembre, quando con l'inizio dell'attività parlamentare è stata convocata una nuova assemblea aperta per organizzare uno sciopero nazionale, forse a fine mese. A Milano vanno avanti fino a oggi: «Ci sono momenti in cui senti la stanchezza e ti tremano le gambe – racconta Miriam Petruzzelli – ma stiamo bene e siamo determinati ad andare avanti», almeno fino a oggi, quando i precari in sciopero della fame a Milano, davanti all'Ufficio scolastico regionale di via Ripamonti, hanno convocato un'assemblea per decidere quali saranno i futuri toni della protesta. Intanto proseguono il presidio in tende e roulotte. In Sicilia e Calabria bloccate le convocazioni: dopo Giacomo e Caterina anche gli altri precari palermitani hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame. Intanto la Rdb-Usb scuola segnala che a Reggio Calabria, Cosenza e in Sicilia i manifestanti stanno ostacolando le convocazioni «per dire no all'elemosina elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le Regioni». Sta male ma continua la protesta la maestra in Friuli: da tre giorni non mangia e dorme in macchina nella piazza di Maniago (Pordenone), per questo Maria Carmela Salvo, ha avuto ieri mattina un piccolo malore ed è stata costretta a chiedere l'intervento del 118.
3 settembre 2010 - Asca
SCUOLA: PRECARI INTERROMPONO SCIOPERO FAME
     RDB-USB,ORA LOTTA COLLETTIVA
(ASCA) - Roma, 3 set - ''I precari palermitani hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame iniziato il 17 agosto scorso ma non la protesta contro i tagli alla scuola''. Lo annuncia in una nota il sindacato Rdb-Usb esprimendo ''soddisfazione rispetto a tale scelta per la tutela della salute dei lavoratori coinvolti'', e si augura che ''questo segnale venga raccolto da tutti coloro che hanno intrapreso la medesima forma di protesta per investire invece le energie nella costruzione di una forte mobilitazione collettiva e organizzata''. ''Come sta avvenendo in Calabria - spiega il Sindacato -, dove dopo Reggio anche a Cosenza questa mattina sono state bloccate le convocazioni da parte dei precari Ata insieme ai loro colleghi del personale docente stanno aprendo una vertenzialita' sia con gli Uffici Scolastici provinciali che con il Consiglio Regionale, chiamandoli in causa sulla drammatica realta' della scuola, per dire no all'elemosina elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le regioni''.
3 settembre 2010 - Ansa
SCUOLA: PRECARI PALERMITANI INTERROMPONO SCIOPERO FAME
(ANSA) - ROMA, 3 SET - I precari della scuola palermitani hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame iniziato il 17 agosto scorso. La RdB-Usb Scuola esprime «soddisfazione» per la scelta, «in primo luogo per la tutela della salute dei lavoratori coinvolti», e auspica che «questo segnale venga raccolto da tutti coloro che hanno intrapreso la medesima forma di protesta per investire invece le energie nella costruzione di una forte mobilitazione collettiva e organizzata». «Come sta avvenendo in Calabria, dove dopo Reggio anche a Cosenza questa mattina - segnala il sindacato - sono state bloccate le convocazioni da parte dei precari Ata, che insieme ai loro colleghi del personale docente stanno aprendo una vertenzialità sia con gli Uffici Scolastici provinciali sia con il Consiglio Regionale, chiamandoli in causa sulla drammatica realtà della scuola, per dire no all'elemosina elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le regioni».
SCUOLA: PROTESTA PRECARI A NAPOLI, 'PRIMA ANNUNCI POI TAGLI' PER DOCENTI E PERSONALE ATA. NOTTE IN TENDA E POI PRESIDIO
(ANSA) - NAPOLI, 3 SET - In circa 200 persone, docenti e personale Ata precari della scuola campana, da stamattina, a Napoli, stanno effettuando un presidio di protesta davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale. I precari, molti dei quali hanno dormito tutta la notte in tenda proprio davanti all'ex provveditorato al Ponte della Maddalena, chiedono al ministro Gelmini il ritiro dei tagli al personale della scuola. Tutte le sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil e Cobas insieme alla Gilda, Snals e Rdb hanno partecipato al presidio che in realtà è il prolungamento della protesta già organizzata ieri dal coordinamento precari napoletani. I precari, nella maggiore parte dei casi da molti anni in graduatoria, chiedono più soldi e più cattedre, anche alla luce dei nuovi tagli previsti al sostegno comunicati dal ministero alla direzione scolastica regionale solo due giorni fa. «Il mondo della scuola campana ha subito tagli quasi del 17 per cento - dice Luigi Panacea della Uil scuola - prima si è parlato di un incremento del sostegno con 1788, confermato dal ministero e poi lo stesso ministero li nega riducendoli a 500. Non si può portare avanti la scuola campana con i soli mille posti assegnati quest'anno e infatti il direttore Pietro Esposito lo aveva capito e ci era venuto incontro. È inconcepibile ». Sotto accusa anche il ritorno al maestro unico che «ha tagliato definitivamente le gambe a migliaia di precari della scuola primaria». Forti proteste anche tra gli Ata: centinaia di loro hanno perso il posto, altri non saranno mai assunti. «Eppure è grazie a noi che si aprono le classi - dicono - che le scuole sono pulite e sicure. Ma questo forse alla Gelmini non interessa affatto».
3 settembre 2010 - Apcom
Scuola/ Roma, precari     Montecitorio interrompono sciopero fame
     "Vogliamo vivere per una scuola di qualità senza     propaganda"
     RdB Usb: ora al via forme di lotta collettiva e organizzata
(Apcom) Da giorni erano in sciopero della fame contro i tagli ai precari della scuola e contro le politiche sull'istruzione di Mariastella Gelmini, ma dopo le parole di ieri del ministro a viale Trastevere hanno deciso di interrompere la protesta. "Volevamo parlare con la Gelmini ma lei non ha voluto: in fondo sapevamo che non sarebbe successo, abbiamo deciso di smettere lo sciopero della fame, vogliamo vivere per continuare a lottare", ha detto Caterina Altamore che da otto giorni non mangiava. Insieme a lei, davanti Montecitorio, in una tenda un altro precario, Giacomo Russo, anche lui ha anche interrotto lo sciopero dopo 17 giorni. "Noi non chiediamo l'assunzione di tutti i precari in graduatoria - ha detto Caterina - ma dei posti ci sono e vanno riempiti. Alla Gelmini volevamo spiegare che non ha fatto una riforma, ma solo dei tagli. La scuola pubblica deve essere di qualità: basta con la propaganda, vogliamo una politica seria". Lo sciopero della fame è stato interrotto ma, spiegano due precari, il presidio davanti la Camera dei deputati resta, nell'attesa di organizzare nuove iniziative: "Pensiamo a una assemblea nazionale del mondo della scuola che lanci una manifestazione unitaria tra sindacati, gruppi e ricercatori del mondo della conoscenza". Alla scelta dei precari della scuola palermitani, che hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame iniziato il 17 agosto scorso, i sindacati RdB-USB Scuola rispondono esprimendo soddisfazione per una decisione che tutela la salute dei lavoratori coinvolti e annunciando l'inizio di una "forte mobilitazione collettiva e organizzata". Una lotta che, spiegano, potrebbe prendere la forma di quando sta avvenendo in Calabria, dove dopo Reggio anche a Cosenza sono state bloccate le convocazioni da parte dei precari Ata, che insieme ai loro colleghi del personale docente stanno aprendo una vertenza sia con gli uffici scolastici provinciali che con il Consiglio Regionale. Intanto il ministro Gelmini è stata definita "Mani di forbice" dal presidente dei deputati dell'Italia dei Valori, Massimo Donadi. "Gelmini mani di forbice. Peccato non si tratti di un film di Tim Burton, ma della realtà". Alla scelta dei precari della scuola palermitani, che hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame iniziato il 17 agosto scorso, RdB-USB Scuola risponde esprimendo soddisfazione per una decisione che tutela della salute dei lavoratori coinvolti e annunciando l'inizio di una "forte mobilitazione collettiva e organizzata". Una lotta che, spiegano, potrebbe prendere la forma di quando sta avvenendo in Calabria, dove dopo Reggio anche a Cosenza questa mattina sono state bloccate le convocazioni da parte dei precari Ata, che insieme ai loro colleghi del personale docente stanno aprendo una vertenzialità sia con gli uffici scolastici provinciali che con il Consiglio Regionale, "chiamandoli in causa sulla drammatica realtà della scuola, per dire no all'elemosina elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le regioni".
3 settembre 2010 - Il Manifesto
MALTAGLIATI
     Se 200 mila precari vi sembrano pochi
     Duecentomila esuberi? «Un'eredità del passato,     impossibile da riassorbire». La ministra Mariastella Gelmini gela le proteste e dice no a     un confronto pubblico con gli insegnanti «Nessun governo può assorbire tanti     insegnanti» Gelmini senza freni: «Sono militanti politici»
     di Giulia Pacifici
ROMA - «Settecentomia insegnanti sono     sufficienti, non c'è possibilità di sommare a questi altri 200mila precari creati dalla     politica negli anni scorsi. Queste persone hanno la nostra solidarietà... Ma abbiamo un     impegno morale a non creare altro precariato, perché nessun governo può assorbire     200mila precari». Quest'anno scolastico inizia sulla scia di settimane di mobilitazione     dei precari. E inizia con una delusione per chi si aspettava un'apertura del governo alle     richieste dei lavoratori della scuola. Alla sua prima apparizione pubblica dopo le ferie     estive, durante una conferenza stampa a palazzo Chigi, la ministra dell'istruzione ha     gelato le richieste di un pubblico confronto, rivoltole in questi giorni dai precari della     scuola: «Adesso non li incontro per il semplice motivo che stiamo perfezionando degli     accordi». 
     Secondo la Gelmini «chi protesta non sa ancora di essere stato escluso dalle supplenze,     questo si vedrà fra qualche settimana. Sono disponibile a un incontro con i precari -     prosegue il ministro - quando vedrò che la nostra azione a sostegno anche dei precari     sarà giustamente considerata». E come il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio la     settimana scorsa aveva liquidato i precari in sciopero definendoli «finti precari, solo     militante politici» così la Gelmini afferma che «alcuni di quelli che protestano in     piazza non sono precari ma esponenti di Italia del Valori». La risposta di Antonio di     Pietro, leader dell'Idv, non tarda ad arrivare: «Il ministro Gelmini ha deciso che il     precario ha diritto alla parola solo se fa parte della sua fazione politica, è un     atteggiamento palesemente antidemocratico, tipico dei sistemi totalitari». 
     Ma chi segue la mobilitazione dalla piazza sa benissimo che i lavoratori della scuola si     organizzano attraverso i coordinamenti (Cps) e le organizzazioni sindacali (RdB-Usb e     Cgil) e sono veramente poche le bandiere dei partiti che sventolano ai presìdi. 
     I 200 mila precari a spasso? «Un'eredità del passato». Nel dettaglio le cifre sembrano     liquefarsi. «I 42.000 tagli del 2009-2010, per effetto dei pensionamenti, sono in realtà     stati 10 mila e nel 2010-2011 l'effetto pensionamenti ridurrà a meno di 3 mila i tagli     effettivi». Domenico Pantaleo, segretario nazionale della Flc Cgil smentisce dati e     argomenti. «Siamo di fronte al licenziamento di migliaia di persone - afferma Pantaleo -     a 10mila insegnanti dichiarati in sopranumero, a scuole elementari che non possono     garantire più i tempi scuola richiesti dalle famiglie, a classi più affollate e     insicure, all'impossibilità di assicurare risposte adeguate d'integrazione per gli alunni     disabili».
     L'argomento precari e posti di lavoro non è stato l'unico ad essere trattato. Gelmini ha     esposto le novità della riforma da lei stessa definita «epocale» per la     riorganizzazione dei programmi nelle superiori «che pongono grande attenzione al grande     escluso, il 900, all'italiano e alle materie dell'area scientifica». Guerra     all'assenteismo nella scuola secondaria con il massimo di 50 assenze l'anno, pena la     bocciatura. Partiranno i due nuovi licei, quello con indirizzo musicale e quello delle     scienze umane. 
     «C'è gente precaria nella scuola che dopo 10-12 anni viene mandata a casa. Neanche i     padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti», commenta a     caldo del segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Mentre dal presidio permanente di     Montecitorio gli insegnanti precari non la mandano a dire. «Esprimiamo solidarietà al     ministro perchè nessuno con un barlume di ragione avrebbe messo la faccia su questa     riforma», commenta Giacomo Russo, uno dei precari della scuola palermitani in sciopero     della fame, «ancora una volta il ministro non parla di scuola, del valore     dell'istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri. Per     questo stiamo preparando una mobilitazione di massa che coinvolgerà tutto il mondo della     scuola». Appuntamento: l'8 settembre prossimo. 
     Solidarietà ai precari della scuola è stata espressa ieri dai ricercatori universitari     della Rete ricerca pubblica e della Rete 29 aprile: «Mentre tutti i paesi evoluti     investono in formazione, in Italia si approfitta della crisi per smantellare scuole,     università e enti di ricerca».
3 settembre 2010 - La Stampa
E sui precari continua il     braccio di ferro
     «Sono solidale con chi rischia il posto di lavoro, ma     per ora non intendo riceverli» «E’ legittima ma non motivata Il ministero non ha     ancora completato le operazioni». Da Palermo a Roma per dire basta: in tenda davanti a     Montecitorio «Bisogna avere maggior rispetto per chi è disperato perché non avrà il     lavoro».
     "Disagio strumentalizzato, non posso assumerne 200 mila" Il Pd: bara sui numeri.     I prof: presto nuove manifestazioni
Roma - Da oltre due settimane le chiedevano di     parlare dei precari e degli scioperi della fame in corso per protestare contro i tagli.     Durante la conferenza stampa di ieri il ministro Gelmini ha chiarito la sua posizione.     Massima «solidarietà» verso chi rischia il posto di lavoro ma occorre, ha precisato,     non «strumentalizzare il disagio». 
     Giacomo Russo ieri sera non mangiava da sedici giorni. Con lui altri precari sono arrivati     da Palermo a Roma per portare la loro protesta nei palazzi del potere. Prima si sono     accampati sotto il ministero dell’Istruzione. «Era pieno di topi - racconta Giacomo     - allora ci siamo spostati davanti a Montecitorio. Ora siamo qui». Tenda e zaini messi in     pila davanti all’obelisco della piazza, hanno chiesto un incontro con il ministro     mentre la loro protesta si estende ogni giorno: ieri altri quattro precari hanno iniziato     lo sciopero della fame a Milano.
     Nulla da fare. Il ministro preferisce rispondere a distanza perché «stiamo perfezionando     degli accordi», spiega. E poi non tutto è deciso. «Protestano senza ancora essere stati     esclusi. Una protesta legittima ma non motivata. Non si tratta di persone che sono state     licenziate, presumono di non avere un posto di lavoro, ma il ministero non ha ancora     completato le operazioni». La Gelmini rivendica, invece, l’attività del governo per     risolvere la questione, a partire dal decreto legge «salva precari» agli accordi con le     regioni e ha detto chiaro: «I precari che noi abbiamo ereditato sono un numero     spaventoso». Se si considerano precari anche coloro che «hanno fatto una supplenza sola.     Sono 229 mila a fronte dei 700 mila insegnanti già impiegati nella scuola. E 700 mila è     un numero sufficiente per far fronte al bisogno di insegnanti del paese». Per il ministro     è necessario che la politica del passato faccia autocritica perché sono stati     «distribuiti posti di cui la scuola non aveva bisogno. Nessun governo può assorbire 200     mila precari». 
     Giacomo Russo sorride quando ascolta la risposta del ministro. «Posso solo dire che sono     solidale con lei perché nessuno con un barlume di ragione avrebbe messo la faccia su     questa riforma e capisco che, non credendoci nemmeno lei, non può venire da noi a     difenderla. Non avrebbe le parole per farlo». Lui e gli altri del presidio a Montecitorio     rispondono con alcune cifre. «In due anni 67 mila docenti e 35 mila Ata hanno perso il     posto e non c’è bisogno di attendere per sapere che non avranno un lavoro     quest’anno, basta guardare le disponibilità pubblicate dai provveditorati e i numeri     dei convocati: chi è fuori sa già di esserlo, molti lo sono sin dallo scorso anno.     Diecimila assunzioni sono irrisorie, a fronte di 67 mila posti a tempo indeterminato     tagliati e 130 mila cattedre tuttora vacanti».
     La risposta da parte dei precari è una mobilitazione di massa da parte dei sindacati di     base della Rdb-Cub. E anche la Rete degli Studenti annuncia proteste. Ma persino dalle     fila del Fli, il senatore Giuseppe Valditara afferma che è «urgente risolvere il     problema del precariato per poter avviare una seria riforma della formazione e del     reclutamento degli insegnanti».
     Il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, chiede al ministro «maggiore     rispetto per coloro che perdono il lavoro e sono disperati». Mentre il segretario del Pd     Pierluigi Bersani commenta che «neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno     facendo Gelmini e Tremonti».
     «Non sarà un anno facile quello che la scuola deve affrontare: per questo è ancor più     doveroso prestare ascolto alle difficoltà e al disagio degli insegnanti e di tutto il     personale scolastico», afferma il segretario della Cisl Scuola Francesco Scrima. «Il     Ministro dell’Istruzione riceva i precari in sciopero della fame e resterà stupita     dalla saggezza e dall’equilibrio che queste persone trasmettono», commenta     l’esponente del Pd, Ignazio Marino.
     E’ proprio dal Pd che arrivano le repliche più dure, dopo le accuse di aver lasciato     in eredità il peso di un esercito di precari da smaltire. Francesca Puglisi, responsabile     scuola della segreteria Pd: «È intollerabile continuare a leggere numeri e dichiarazioni     in libertà di governo e maggioranza sulla scuola e la decenza impone di ricordare che:     per quanto riguarda i precari il governo di centrosinistra aveva fatto diventare legge     l’assunzione in ruolo di 150.000 precari della scuola. Il ministro Gelmini,     cancellando le cattedre sta invece licenziando un numero di lavoratori della scuola     equivalente a due Alitalia all’anno». Oppure Caterina Pes, deputata del Pd, che     ricorda al ministro che: «i precari licenziati non saranno 20 mila ma almeno il doppio e     circa 140 mila nei prossimi anni». 
3 settembre 2010 - Quotidiani rete Repubblica
Da Milano a Palermo. I     docenti senza posto continuano lo sciopero della fame
     Dilaga la protesta nel Paese
     Verso manifestazione nazionale a Roma l’8     settembre
ROMA - Una mobilitazione di massa: è questa la     risposta che il mondo della scuola sta preparando per il ministro dell’Istruzione     Maria Stella Gelmini, per la sua riforma, per i tagli che lasciano fuori dagli istituti     migliaia di insegnanti precari.
     E mentre Rdb-Usb Scuola annuncia per l’8 settembre una manifestazione in piazza     Montecitorio a Roma che coinvolgerà docenti, sudenti, precari e sindacati di categoria,     in molte città d’Italia, da Milano a Napoli a Palermo, i professori continuano lo     sciopero della fame.
     «Esprimiamo solidarietà al ministro perchè nessuno con un barlume di ragione avrebbe     messo la faccia su questa riforma» afferma Giacomo Russo, uno dei precari palermitani.     «Ancora una volta - aggiunge - il ministro non parla di scuola, del valore     dell’istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri».
     Da Milano, i quattro precari al secondo giorno di sciopero della fame sono determinati ad     andare avanti.
     «Per il momento stiamo bene - spiega Miriam Petruzzelli, insegnante di sostegno di 34     anni, da sei precaria - ma ci aspettiamo che il peggio arrivi. Stiamo facendo qualcosa che     crediamo utile per i nostri colleghi e per l’intero Paese».
     Dopo aver dormito nelle due tende da campeggio e nella roulotte sistemate di fronte     all’ufficio scolastico milanese, i docenti rispondono poi alle ultime dichiarazioni     della Gelmini promettendo «un autunno caldo» se la situazione «non dovesse cambiare».
     Partita da Palermo per il Friuli pur di non retrocedere in graduatoria, Maria Carmela     Salvo, insegnante palermitana, è andata via dalla Sicilia 5 anni fa e racconta: «Se non     ci fossero stati i tagli della riforma Gelmini quest’anno avrei già partecipato al     primo collegio dei docenti. E invece, il mio contratto è scaduto il 31 agosto, non sono     stata riconvocata e ora mi trovo in questa situazione».
     Al coro di proteste degli insegnanti, si uniscono anche gli alunni. La Rete degli studenti     accusa la Gelmini di «descrivere la scuola delle favole». E aggiunge: «Il disagio che     in queste settimane emerge dagli atti estremi che i precari stannno mettendo in campo,     accomuna tutte le parti sociali che compongono la scuola, palesando una situazione ormai     vicina al collasso».
     Intanto, il coordinamento dei precari ha organizzato per oggi un flash-mob indirizzato al     ministro dell’Istruzione ed intitolato "Pronto Maria Stella?".
     «La Gelmini - spiega una nota del Presidio scuola - è stata invitata a partecipare al     gioco dei fagioli: ci sei Maria Stella? Noi vogliamo parlare con te dei problemi della     scuola e dell’istruzione. Ci vuoi ascoltare? I precari non sono fagioli, ma sai     quanti siamo? Prova a indovinare...».(a.d’a.)
3 settembre 2010 - Il Piccolo
DA MILANO A PALERMO IN     TANTI FANNO LO SCIOPERO DELLA FAME
     Precari in piazza l’8 settembre
ROMA - Una mobilitazione di massa: è questa la     risposta che il mondo della scuola sta preparando per il ministro dell’Istruzione     Maria Stella Gelmini, per la sua riforma, per i tagli che lasciano fuori dagli istituti     migliaia di insegnanti precari.
     E mentre Rdb-Usb Scuola annuncia per l’8 settembre una manifestazione in piazza     Montecitorio a Roma che coinvolgerà docenti, sudenti, precari e sindacati di categoria,     in molte città d’Italia, da Milano a Napoli a Palermo, i professori continuano lo     sciopero della fame. «Esprimiamo solidarietà al ministro perché nessuno con un barlume     di ragione avrebbe messo la faccia su questa riforma» afferma Giacomo Russo, uno dei     precari palermitani. «Ancora una volta - aggiunge - il ministro non parla di scuola, del     valore dell’istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti     seri». Da Milano, i quattro precari al secondo giorno di sciopero della fame sono     determinati ad andare avanti. «Per il momento stiamo bene - spiega Miriam Petruzzelli,     insegnante di sostegno di 34 anni, da sei precaria - ma ci aspettiamo che il peggio     arrivi. Stiamo facendo qualcosa che crediamo utile per i nostri colleghi e per     l’intero Paese".
     Dopo aver dormito nelle due tende da campeggio e nella roulotte sistemate di fronte     all’ufficio scolastico milanese, i docenti rispondono poi alle ultime dichiarazioni     della Gelmini promettendo «un autunno caldo» se la situazione «non dovesse cambiare».     Partita da Palermo per il Friuli pur di non retrocedere in graduatoria, Maria Carmela     Salvo, insegnante palermitana, è andata via dalla Sicilia 5 anni fa e racconta: «Se non     ci fossero stati i tagli della riforma Gelmini quest’anno avrei già partecipato al     primo collegio dei docenti. E invece, il mio contratto è scaduto il 31 agosto, non sono     stata riconvocata e ora mi trovo in questa situazione».
3 settembre 2010 - Avvenire
MOBILITAZIONE
     Da Milano a Palermo continuano le proteste e gli     scioperi della fame
ROMA - Continuano gli scioperi della fame, da     Milano a Palermo, continuano le proteste e se ne preparano di nuove. Le parole del     ministro Gelmini anziché placare gli animi, sembrano aver rinsaldato le ragioni della     protesta. «Troppo facile accusarci di essere militanti politici e pretestuosi», sostiene     il presidio dei precari davanti a Montecitorio.
     «Così si aggirano i problemi per cui chiediamo il confronto: la qualità della     didattica, del lavoro, la ricaduta dei tagli sulla scuola e sulla società civile».     Proprio la piazza antistante la Camera dei deputati sarà il fulcro della manifestazione     prevista l’8 settembre. Una mobilitazione organizzata dai sindacati di base, che     riguarderà tutto il mondo della scuola, docenti e non docenti, dalla materna     all’Università. «Vogliamo dare il benvenuto ai deputati alla ripresa dei lavori     della Camera», ha proclamato la sigla Rdb-Usb. A sostegno scenderanno in piazza anche gli     studenti. Per ora lo hanno annunciato quelli aderenti all’Unione studenti, ma anche     la Rete, ieri, ha espresso piena solidarietà nei confronti della mobilitazione contro     «le belle favole» raccontate dal ministro Gelmini.
     Secondo i precari le diecimila assunzioni annunciate «sono irrisorie a fronte di 67mila     posti a tempo indeterminato tagliati e 130mila cattedre vacanti». Contrasti anche sui     dati del tempo pieno. Secondo il ministro le classi a tempo pieno sono passate da 36.493 a     37.275.
     Cifre che le associazioni in lotta non contestano, pur ricordando che tante famiglie     (2.800 solo nel Lazio) si sono viste «rifiutare il tempo pieno per i loro figli». «Ma     in quale mondo vive Gelmini?», si chiede il segretario generale della Flc-Cgil Domenico     Pantaleo. «Il ministro abbia l’umiltà di ascoltare anche le nostre opinioni e la     disponibilità a rimettere in discussione le scelte disastrose, a partire dai tagli». La     Flc-Cgil dell’Umbria ha annunciato il blocco immediato di tutte le attività     aggiuntive e straordinarie per tutto il personale scolastico» per sottolineare le     conseguenze «drammatiche» dei provvedimenti del governo. Sempre la Cgil, ma a Milano, è     pronta allo sciopero e a denunciare alla magistratura il grave stato delle scuole     meneghine. (R. Zan.)
3 settembre 2010 - Il Mattino
Delusi. Arrabbiati. E intenzionati a mobilitarsi...
Delusi. Arrabbiati. E intenzionati a mobilitarsi, in un inizio caldo, con l’appoggio di sindacati e studenti. Il popolo dei precari non ci sta alle parole del ministro Gelmini e continua la sua battaglia, spalleggiata dai sindacati. Quelli di base, Rdb-Usb, affermano infatti in una nota di sostenere «con forza la mobilitazione di tutti i precari» e di aderire «alla manifestazione che l’8 settembre vedrà in piazza a Roma le tante componenti del mondo della scuola, docenti e non docenti, dagli asili nido all’università, che da piazza Montecitorio daranno il benvenuto ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera». Solidarietà è la parola d’ordine che serpeggia da nord a sud del Paese, contrapposta al «rigore» più volte ribadito e rilanciato dal ministro dell’Istruzione ieri in conferenza stampa a Palazzo Chigi. «Anche a noi studenti piacerebbe vivere nelle favole ma purtroppo viviamo nella realtà», ironizza la Rete degli studenti a commento delle dichiarazioni di Gelmini che «descrivono una scuola perfetta, fatta di rigore, merito, qualità, investimenti e chi più ne ha più ne metta». Preoccupati di una situazione «in realtà insostenibile», che mina «il diritto allo studio», la Rete annuncia fin dal primo giorno di scuola mobilitazioni e proteste nelle scuole. Condivise dall’Unione degli studenti (Uds) , che afferma: «Anche questo anno scolastico parte con un impatto più che negativo per chi come noi la scuola la vive quotidianamente». E anche Federconsumatori, in una nota, segnala di trovare «fuori luogo la visione rosea del ministro Gelmini sullo stato della scuola italiana».
2 settembre 2010 - Asca
Scuola: Precari a Gelmini, 8/9 In Piazza Con Docenti e Studenti
(ASCA) - Roma, 2 set - Una mobilitazione di massa che coinvolgera' tutto il mondo della scuola e' prevista per l'8 settembre prossimo. Lo annuncia in una nota Rdb-Usb, nel giorno in cui il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, annuncia le novita' per l'anno scolastico 2010/2011. ''Ancora una volta il ministro non parla di scuola - commenta Giacomo Russo, uno dei precari della scuola palermitani in sciopero della fame dal 16 agosto - del valore dell'istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri''. ''Esprimiamo solidarieta' al ministro - aggiunge Russo - perche' nessuno con un barlume di ragione avrebbe messo la faccia su questa riforma''. RdB-Usb Scuola continua a sostenere con forza la mobilitazione di tutti i precari, come testimonia la partecipazione di tanti lavoratori Ata ex Lsu che ieri si sono uniti al presidio dei palermitani in sciopero della fame. In particolare, scenderanno in piazza l'8 settembre i componenti del mondo della scuola, docenti e non docenti, dagli asili nido all'universita', che da piazza di Montecitorio daranno il ''benvenuto'' ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera.
2 settembre 2010 - Apcom
Scuola/ Precari a Gelmini:     prepariamo mobilitazione di massa
     L'8 settembre a Roma in piazza docenti, studenti e precari
Roma, 2 set. (Apcom) - Nel giorno in cui il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, annuncia le novità dell'annos colastico 2010/2011 e esprime solidarietà ai precari della scuola ma spiega di non volerli incontrare perchè sono dei "militanti politici", RdB Cub scuola annuncia una mobilitazione di massa contro la riforma. Giacomo Russo, uno dei precari della scuola palermitani in sciopero della fame dal 16 agosto, che nei giorni scorsi è stato ricoverato d'urgenza in ospedale per una grave disidratazione, commenta:"Esprimiamo solidarietà al ministro perché nessuno con un barlume di ragione avrebbe messo la faccia su questa riforma. Ancora una volta il Ministro non parla di scuola, del valore dell'istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri. Per questo stiamo preparando una mobilitazione di massa che coinvolgerà tutto il mondo della scuola", annuncia. Per questo l'8 settembre scenderanno in piazza a Roma le tante componenti del mondo della scuola, docenti e non docenti, dagli asili nido all'università, che da piazza di Montecitorio daranno il "benvenuto" ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera.
2 settembre 2010 - Adnkronos
SCUOLA:     RDB-USB, MOBILITAZIONE DI MASSA CONTRO RIFORMA GELMINI
     ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DELL'8 SETTEMBRE A ROMA
Roma, 2 set. (Adnkronos) - Rdb-Usb sostengono «con forza la mobilitazione di tutti i precari» e aderiscono «alla manifestazione che l'8 settembre vedrà in piazza a Roma le tante componenti del mondo della scuola, docenti e non docenti, dagli asili nido all'università, che da piazza di Montecitorio daranno il benvenuto ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera». I sindacati di base Rdb-Usb ringraziano inoltre «le tante espressioni di solidarietà giunte in queste giorni ai lavoratori in lotta».
2 settembre 2010 - Ansa
SCUOLA:     PRECARI A GELMINI, PREPARIAMO MOBILITAZIONE DI MASSA
     ANCHE STUDENTI SUL PIEDE DI GUERRA
(ANSA) - ROMA, 2 SET - «Esprimiamo solidarietà al ministro perchè nessuno con un barlume di ragione avrebbe messo la faccia su questa riforma», così Giacomo Russo, uno dei precari della scuola palermitani in sciopero della fame, commenta le dichiarazioni rese in conferenza stampa dal Ministro Gelmini. «Ancora una volta il Ministro non parla di scuola, del valore dell'istruzione, della pedagogia. Noi invece intendiamo affrontare argomenti seri. Per questo stiamo preparando una mobilitazione di massa che coinvolgerà tutto il mondo della scuola», conclude Russo. RdB-USB Scuola continua a sostenere con forza la mobilitazione di tutti i precari, come testimonia la partecipazione di tanti lavoratori ATA ex Lsu che ieri si sono uniti al presidio dei palermitani in sciopero della fame. RdB-USB Scuola aderisce alla manifestazione cittadina che l'8 settembre vedrà in piazza a Roma le tante componenti del mondo della scuola, docenti e non docenti, dagli asili nido all'università, che da piazza di Montecitorio daranno il benvenuto ai deputati alla ripresa dei lavori della Camera. RdB-USB Scuola ringrazia inoltre le tante espressioni di solidarietà giunte in queste giorni ai lavoratori in lotta, ed in particolare il Collegio dei Docenti dell'Istituto «J. von Neumann», che ha raccolto una sottoscrizione a sostegno della protesta. Una mobilitazione a sostegno dei precari è annunciata anche dagli studenti dell'Uds.
SCUOLA: PRC, MANGIAMOCI LA MINISTRA...
(ANSA) - ROMA, 2 SET - Per rifondazione comunista «mentre i precari e i lavoratori della scuola continuano la loro mobilitazione in tutta Italia e tre di loro lo sciopero della fame sotto a Montecitorio, la Gelmini e il suo diretto superiore, herr Tremonti, continuano a mangiarsi quel che resta della nostra scuola pubblica». «La ministra - dicono in una nota riferendosi a Mariastella Gelmini - attacca le mobilitazioni in corso spacciando i lavoratori in lotta nelle diverse città italiane per 'militanti politici' dei quali alcuni iscritti all'Idv! La ministra sa bene che la protesta, che continuerà anche nelle prossime settimane, è dettata da ben altre motivazioni e che chi decide di arrivare alla forma di protesta più radicale come lo sciopero della fame è guidato dalla esasperazione e dallo sdegno contro chi ha deciso di rubargli quel minimo di speranza in un futuro fatto di dignità e lavoro». «Mercoledì 8 settembre riapre Montecitorio - continua la nota del Prc - e i lavoratori della scuola, il sindacato Usb e altri hanno deciso di andare a manifestare proprio là sotto quel giorno, per ribadire le loro forti e giuste ragioni. E forse anche perchè, dopo tutto questo sciopero della fame, vorranno giustamente 'mangiarsi' la ministra? Chissà. Noi certamente saremo con loro».
2 settembre 2010 - Gazzetta del Sud
Scuola, l'incertezza dei     precari
     Tra proteste e speranze, l'assegnazione viene rinviata     a data da destinarsi
     di Giuseppe Mazzù
Reggio C. - Per i docenti d'inglese delle scuole primarie e per quelli delle scuole secondarie di I e II grado della provincia di Reggio, presenti nelle graduatorie per l'attribuzione di incarico a tempo determinato nelle varie classi di concorso, in cui figurano cattedre o spezzoni di ore libere, martedì scorso è stata una giornata di quasi "ordinaria follia". Dopo quattro ore d'attesa senza notizie nel cortile e nell'aula-teatro della scuola media "Vittorino da Feltre" è stato comunicato loro che tutte le operazioni previste erano state rinviate a data da destinarsi. Ciò in accoglimento della richiesta dei sindacati, ma anche perchè il quadro delle disponibilità appena pubblicato su internet, con notevole ritardo sui tempi previsti, era suscettibile di ulteriori rettifiche. Certo, c'è da rilevare che i ritardi sono stati provocati anche dal mancato rispetto della tabella di marcia delle procedure che partono dal Ministero, ma alla fine si sono scaricati, come sempre accade, sull'ultima ruota del carro e cioè i docenti interessati che, convocati dall'intera provincia, hanno trascorso la mattinata in un clima di tensione e di totale incertezza. Tutto era cominciato alle 9, man mano che i docenti provenienti da tutta la provincia si andavano riunendo nel cortile e nei locali a pianterreno della scuola, già presidiata dalle insegne del sindacato Usb impegnato in un'azione di sensibilizzazione per i molteplici problemi della scuola nazionale e ancora più per i ritardi delle operazioni di assegnazione degli incarichi nell'ambito della provincia. Al primo momento di scambio di informazioni e dei saluti dei docenti in attesa della possibile nuova destinazione, che probabilmente non li vedrà più colleghi sugli stessi istituti scolastici, l'atmosfera si è andava sempre più riscaldandosi. Mancava ancora la pubblicazione delle disponibilità e, segno dei tempi, questi ritardi venivano controllati, in tempo reale sulla rete. Ad internet c'era chi si collegava con i cellulari ma riusciva ad leggere soltanto i titoli dei decreti pubblicati sul sito scolastico provinciale; ma c'era anche chi munito di netboock, l'ormai mitico computerino portatile, consultava a brevi intervalli la rete per avere notizie. Così, mentre i sindacati coglievano l'occasione per stigmatizzare il disagio in cui i precari vengono puntualmente sottoposti, un breve acquazzone costringeva tutti a ripararsi nello spazio che la scuola dedica abitualmente all'attività teatrale dei ragazzi ma che, per una mattina, ospitava un diverso tipo di rappresentazione che poteva sembrare "dell'assurdo", ma che assurdo per i diretti interessati non era, poiché dagli incarichi per molti di essi dipende il futuro lavorativo e la continuità della carriera . «Vengo ormai da trent'anni a seguire le operazioni – diceva amaramente un anziano professore – prima ci venivo per me, poi per mia moglie ed oggi per mia figlia, Ma ci pensate il disagio di chi viene dalla Piana o da Monasterace? Cosa deve fare per arrivare qui e rischiare di tornarsene senza aver fatto nulla?» Insomma nel clima che si andava surriscaldando, anche perchè la pioggia aveva costretto tutti dentro, un sindacalista armato di megafono annunciava che si stava cercando di ottenere il rinvio delle operazioni, «perchè va rispettata la dignità di chi si trova in attesa di una decisione importante per la vita di ognuno». Quando ormai erano passate le tredici e qualcuno si appresta a recuperare qualche panino giungeva l'annuncio che, comunque, poneva termine all'incertezza di un'attesa che per molti è stata motivo di non lieve tensione . Su internet è apparsa, infatti, la comunicazione del rinvio delle operazione di assegnazione degli incarichi ed oltre alla motivazione dell'intervento del sindacato, anche quella della possibilità di arrivo di ulteriori disponibilità di posti da assegnare. Una speranza in più per chi attende di poter proseguire nell'insegnamento o, addirittura, di poter riavvicinarsi ad una carriera che va diventando sempre più un miraggio. Mentre usciamo un'anziana signora incuriosita, ed anche allarmata, dall'assembramento vociante ci chiede «Giuvanotto ma che cosa fanno tutte queste persone? Scioperano!». «No signora– rispondiamo – aspettano perchè debbono essere chiamati ad insegnare nelle scuole». «Ma perchè gridano» insiste l'anziana signora. «Perché – replichiamo – sono qui da questa mattina e ancora aspettano che qualcuno gli dica qualcosa» . «Fanno bene a protestare perché i giovani non possono restare senza lavoro». Mentre l'anziana signora si allontana piano piano «Chissà – dice un professore anziano mentre esce dal cancello – che questo non sia un nuovo marchingegno per risparmiare alle spalle degli insegnanti di una scuola che vuole fare le cosiddette nozze con i fichi secchi»? E sì, perchè la retribuzione decorre dal momento in cui ci si presenta a scuola.
2 settembre 2010 - Il Manifesto
Prof precari alla fame
     Palermo Milano, sola andata: la protesta dei precari     della scuola sale dalla Sicilia alla Lombardia dove da ieri quattro insegnanti sono in     sciopero della fame. Stessa sorte per una maestra di 55 anni in provincia di Pordenone.     Verso una manifestazione nazionale
     di Luca Fazio
MILANO - Protesta sì, ma quale? La domanda     è lecita, e insidiosa, visto che l'Ufficio scolastico regionale della Regione Lombardia,     settimana più settimana meno, durante l'ultimo anno è stato quasi sempre presidiato     dagli insegnanti precari triturati dalla «riforma» dei ministri Tremonti & Gelmini.     Quest'anno, in sintonia con la protesta palermitana che sta dando il segno della     preoccupazione dei precari della scuola (40 mila rischiano di non rientrare più nelle     classi), anche i milanesi hanno deciso per lo sciopero della fame, almeno fino a sabato     prossimo. Digiuneranno in quattro del Movimento Scuola Precaria. Cristina Virardi,     insegnante di italiano alle medie, 29 anni di cui 3 da precaria, Alessandro Risi,     professore di latino e greco, 39 anni, precario da quando ne aveva 31, Davide Bondesan, 28     anni, anche lui traballante sulle lettere antiche da 3 anni, e Miriam Petruzzelli,     insegnante di sostegno di 34 anni, da 6 costretta ad arrampicarsi sulle graduatorie. Info:     www.forumscuole.it/msp.
     La «situazione» è stata apparecchiata per bene - striscioni, tende, performances, una     tavola da pranzo senza una briciola di ristoro perché «la scuola pubblica è alla     frutta» - e i quattro saranno in buona compagnia. Già ieri, prima, dopo e durante     l'assemblea volante che ha aperto il triste autunno della scuola milanese, in via     Ripamonti era tutto un viavai di amici, insegnanti, bambini, genitori, curiosi e     giornalisti. I precari si riconoscono da lontano, indossano una maglietta     arancione/emergenza con un logo che spacca: «La precarietà ti incatena? Scateniamoci»,     con un anello nero che sta per cedere sotto la spinta di una forza che fino ad ora,     ammettiamolo, stenta a palesarsi (target potenziale: milioni di persone). Dove sono?
     Il punto è questo, e i precari di via Ripamonti lo sanno. Qui, vista la gravità della     situazione (1.300 insegnanti sono a rischio solo a Milano, 3.000 in Lombardia), non     dovrebbe esserci bisogno di una protesta «estrema» per mobilitare i cittadini (e i     politici e i sindacalisti), non fosse altro che per i numeri delle persone coinvolte.     Invece il rischio - è stato così l'anno scorso - è che una volta iniziato l'anno, dopo     i salti mortali dell'ufficio scolastico per tappare i buchi, in qualche modo tutto torni     come prima. Malcontento sotto traccia e mortificazione di ogni istanza di cambiamento.     Quest'anno però i tagli di Gelmini cominciano a bruciare. «La situazione nelle scuole     sta visibilmente peggiorando - dice Miriam Petruzzelli - per cui il mio è un ottimismo     relativo, ma credo che con il precipitare delle cose sia anche possibile la nascita di un     movimento trasversale ancora difficile da decifrare. Il governo è più debole e noi     dobbiamo cercare di cambiare la percezione delle famiglie e anche dei colleghi che hanno     votato a destra». Con onestà, e con un po' di scoramento, c'è chi si interroga     sull'efficacia di una protesta come questa. «Intanto è dimostrato che uno sciopero della     fame fa ancora un certo effetto, interrompere l'alimentazione dà il segno di quanto grave     sia la situazione. La verità è che noi non sappiamo più come farci ascoltare. Non credo     che il digiuno sia più efficace di altre forme di protesta, noi abbiamo deciso così     anche per solidarietà con i colleghi di Palermo e Roma». Essendo un'insegnante di     sostegno, Miriam si considera fortunata perché riesce a guadagnare circa 1.200 euro in     una scuola media di periferia: ci sono colleghi che potendo contare su meno ore guadagnano     400 euro. Il tema degli insegnanti di sostegno è uno dei più delicati e spiega in quale     direzione sta andando la scuola italiana. «Nelle scuole dove ci sono insegnanti di     sostegno - spiega - ci sono ragazzi con disabilità gravi che vengono affiancati solo 12     ore su 36 o 40. Quest'anno non sono diminuiti gli insegnanti di sostegno, ma sono     aumentati i ragazzi con disabilità certificata, eppure il ministero ha fissato un tetto     che non vuole oltrepassare. Oggi ci sono disturbi comportamentali che prima non venivano     individuati, anche per questo la scuola deve assolvere un compito più complesso di     cinquanta anni fa».
     Il microfono è free e l'entusiasmo anche, e la protesta, se crescerà, prenderà forme in     divenire. Per essere operativi, sono state messe a fuoco un paio di prospettive. Primo.     «Dobbiamo crescere in questi giorni di mancate nomine per organizzare un corteo sabato 11     settembre». Secondo. «Da soli non ce la facciamo, quando apriranno le scuole i tagli     saranno evidenti, a quel punto dobbiamo estendere la protesta in tutte le scuole,     coinvolgendo sindacati, studenti e genitori...». I partiti del centrosinistra, intanto,     solidarizzano. 41 MILA DOCENTI IN MENO
     Sono i tagli firmati Gelmini in arrivo quest'anno: si tratta di 26 mila insegnanti in meno     e di circa 15 mila tra bidelli e amministrativi A REGGIO CALABRIA 
     L'ufficio scolastico provinciale è stato costretto al rinvio delle nomine a causa della     protesta dei precari e dei sindacati di base Rdb-Usb 57 mila tagli nel 2009
     Tra insegnanti (42 mila) e personale Ata (15 mila). Quest'anno i tagli impatteranno di     più sulla scuola secondaria: -13700 posti A CATANIA
     Ieri, l'Ufficio scolastico provinciale della città siciliana è stato occupato dagli     insegnanti precari a cui era stato negato l'accesso 150 MILA POSTI PROMESSI
     Il piano triennale di assunzione del 2007 prevedeva l'assunzione di 150 mila docenti: per     l'anno 2010/2011 ne sono state previste 16.500.
GIACOMO RUSSO 31 anni,     siciliano, in sciopero dal 17 agosto
     «Alziamo la testa contro l'ignoranza»
     di Giulia Pacifici
ROMA - Sotto al Parlamento i precari     continuano la loro mobilitazione. Giacomo Russo, 31 anni, precario siciliano in sciopero     della fame, è seduto di fianco alla tenda in cui dorme da vari giorni insieme ad altri     colleghi
     Quando e perchè hai iniziato lo sciopero della fame?
     Ho iniziato lo sciopero il 17 agosto a Palermo insieme ai colleghi Pietro di Grusa e     Salvatore Altadonna quindi questo è il quattrodicesimo giorno. Digiuno perchè sono     arrabbiato, lo ero il primo giorno, ora sono più stanco ma continuo a essere arrabbiato.     La battaglia per il posto di lavoro è sacrosanta ma non è l'unico motivo. È un modo per     alzare la testa in un paese dove non si parla più di cose importanti. Qua c'è gente che     non riesce ad andare avanti. Gente che magari vorrebbe gioire, vorrebbe andare la domenica     al prato con la propria famiglia e invece si trova a fare i conti con la sopravvivenza. E     il tg parla di quanto misura la cucina di Fini.
     Hai accennato alla tua protesta negli anni precedenti...
     Confesso di essere recidivo: già l'anno scorso avevo fatto uno sciopero della fame     insieme ad altri colleghi. Allora era indirizzato a incontrare il presidente della regione     Sicilia
     E siete riusciti a incontrarlo?
     Sì. Il problema però è rimasto. Secondo me una colpa molto grande ce l'hanno le     organizzazioni sindacali. Faccio nomi e cognomi: Cisl, Uil e Snals. Hanno accettato     provvedimenti, come quello del salvaprecari, distruttivi e umilianti. Vivo in un paese     che, al momento, non è totalmente democratico, perché le regole vengono stabilite a     colpi di decreti legge senza discussione parlamentare. 
     Come si organizza il mondo dei precari della scuola?
     I precari di tutta Italia si conoscono da tempo. Ci sono state assemblee e cortei     nazionali. Ogni provincia ha il suo comitato, poi c'è anche il mondo sindacale, in     particolare Usb, Cobas, Cgil.
     Perchè avete deciso di spostarvi a Roma?
     Siamo venuti a Roma perchè questa non apparisse solo come una questione meridionale anche     se la maggior parte dei tagli sono concentrati al sud. La Sicilia è una regione     martoriata dalla mafia e dalla disoccupazione. Per combattere la mafia bisogna dare     lavoro, perché la legalità ha un senso quando tutti sono messi in condizione di vivere     dignitosamente. Quindi Roma perchè è il cuore del paese.
     Da quanto tempo lavori nella scuola? Qual è la tua formazione?
     Faccio parte del personale non docente della scuola, sono un assistente tecnico, ho un     diploma dell'istituto professionale alberghiero e lavoro a scuola da 5 anni. Condivido     insieme a molte altre persone il precariato e ora probabilmente la disoccupazione,     troverò un altro lavoro da precario. In un certo senso la precarietà ti toglie proprio     la gioia. La tragedia è questa, le leggi non sono fatte in funzione della vita, e la vita     è fatta di emozioni, tra cui la gioia. Bisogna cambiare il governo, la classe politica.
     Anche l'opposizione?
     Parlo anche dell'opposizione, fatte le dovute eccezioni, perchè non sono tutti uguali.     Onestamente però ci sono persone che farebbero bene ad andarsene. Il processo di     privatizzazione della scuola è iniziato all'epoca della riforma Berlinguer, questo     governo l'ha semplicemente radicalizzato. 
     Che ricaduta hanno questi tagli nell'educazione dei bambini e dei ragazzi?
     Quando si formano classi da trenta e passa alunni si obbliga l'insegnante a non ascoltare     i bambini. E invece vanno ascoltati perché ogni bambino è un mondo con una propria     storia, famiglia e quartiere quindi ha potenzialità e caratteristiche diverse da tutti     gli altri.
     Qualche giorno fa avete scritto al ministro Gelmini per un incontro pubblico. Come pensi     che andrà a finire?
     Vogliamo un contradditorio con il ministro ma sappiamo che non lo avremo mai perché non     è in grado di sostenerlo. La sua riforma è stata scritta dai tecnici del ministero e lei     ci mette la faccia. La Gelmini è perfetta perchè non ha spessore culturale, non ha     qualità. Io sono solidale con lei, ho un po' di compassione perchè secondo me non si     rende conto a cosa sta prestando la faccia. La riforma è stata fatta dal ministero     dell'Economia e non ha nessun senso pedagogico.
     Cosa chiedete al governo?
     Chiediamo il ritiro della riforma, in alternativa anche le dimissioni del ministro     dell'Istruzione ma anche dell'intero governo (ride, ndr). Speriamo almeno di creare una     consapevolezza diffusa che ci permetta di scendere in piazza e riprendere il paese per     mano perché ce n'è bisogno.
     Quando terminerai lo sciopero della fame?
     Non voglio interrompere lo sciopero perchè mi sento male o non perchè non ho più le     forze. Voglio lasciare il testimone al coordinamento dei precari della scuola e della     ricerca che organizzeranno a breve un'assemblea nazionale in previsione di mobilitazione     comune. Bisogna superare le differenze tra le categorie lavorative e fare un fronte più     unito possibile.
2 settembre 2010 - Corriere Fiorentino
Scuola, divergenze sui tagli
SCANDICCI - Per l'anno 2010-2011 le ore di assistenza educativa scolastica per i portatori di handicap verranno tagliate del 30-35%. La denuncia è dell'Unione Sindacale di Base. «Questo comporterà meno servizi, la diminuzione del salario per gli educatori a tempo indeterminato e il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato», afferma l'Usb. «Nessun taglio, sono aumentate le richieste per le ore di assistenza, da 700 a 1000. Abbiamo riconfermato le risorse dello scorso anno, oltre 500 mila euro», spiega l'assessore all'Istruzione Sandro Fallani.(I.Z.)
 
							     
					 
    
			 
    
			 
    
			 
						 
							 
							 
							 
        						 
				 
                                    